Sul prossimo numero di “Sette” del “Corriere della Sera”, Carlo Verdelli racconta la mission (im)possible di Alex Zanardi, rimasto vittima […]
Sul prossimo numero di “Sette” del “Corriere della Sera”, Carlo Verdelli racconta la mission (im)possible di Alex Zanardi, rimasto vittima di un gravissimo incidente in handbike (la bicicletta da spingere con le braccia, ndr.) lo scorso 19 giugno. Dopo mesi di buio, il campione paralimpico inizia ad intravedere la luce.
Come svela Verdelli, Zanardi vede e sente ma per parlare è ancora presto “perché gli tengono per precauzione il buco nella trachea ma presto potrebbero chiudergli anche quello, come già hanno fatto con la scatola cranica dopo averla riparata frammento per frammento. E il cervello che ci sta dentro, tornato al sicuro, ha ricominciato a tessere i collegamenti, a recuperare una per una le meravigliose funzioni di cui è capace”.
“Alessandro Zanardi è vivo, e lotta come solo lui – racconta il giornalista – Quanto alla faccia, la sua bella faccia appuntita con gli occhi blu, è tornata come prima, più di prima”. L’ex pilota di Formula 1, recordman di resurrezioni, è una tigre ma accanto a lui c’era una vera leonessa, la moglie Daniela, che gli ha dato il figlio Niccolò.
Lo scorso 21 novembre, Zanardi è stato trasferito nel reparto di neurochirurgia di Padova, vicino a casa. “Stringe la mano su richiesta – rivela Verdelli – Se gli chiedono di fare ok, alza il pollice. Dov’è Daniela? E lui gira appena il capo verso di lei (…) Il prossimo passo, a cui i medici danno molta importanza, sarà quello di riuscire a tirare fuori la lingua”.
