Diaco 'smaschera' Adinolfi: "Prima ha detto peste e corna di me, poi si è autoinvitato nel mio programma" - Perizona Magazine

Diaco ‘smaschera’ Adinolfi: “Prima ha detto peste e corna di me, poi si è autoinvitato nel mio programma”

Daniela Vitello

Diaco ‘smaschera’ Adinolfi: “Prima ha detto peste e corna di me, poi si è autoinvitato nel mio programma”

| 09/07/2020

Mario Adinolfi punta il dito contro l’esistenza di una presunta lobby gay che avrebbe in pugno RaiUno e poi tenta […]

Mario Adinolfi punta il dito contro l’esistenza di una presunta lobby gay che avrebbe in pugno RaiUno e poi tenta di farsi invitare a “Io e te”, programma condotto da Pierluigi Diaco, omosessuale dichiarato, citato tra l’altro nel post di denuncia del leader del Popolo della Famiglia.

A svelare il bizzarro comportamento di Adinolfi che in questi giorni ha un libro in uscita è lo stesso Diaco su Twitter. “Ecco l’ipocrisia con la I maiuscola – cinguetta il conduttore – Mario Adinolfi scrive al coautore di “Io e te” Maurizio Gianotti per auto invitarsi in trasmissione a promuovere il suo libro. Dopo aver scritto peste e corna su di me. Faccia da…”. E ancora: “Per amore di verità. Il mio autore mi ha girato come sempre i messaggi in cui molti si auto invitano, detrattori e non. Tra questi c’era anche quello di Mario Adinolfi. Ho risposto al mio autore ‘no, grazie’. Poi ho avuto un’idea: dimostrare il tasso di ipocrisia imperante”.

Diaco pubblica anche il testo del messaggio inviato dal leader del Popolo della Famiglia al suo autore: “Ho attaccato Pierluigi sul tema omosessualizzazione di RaiUno: pensa che colpo (e che ascolti) per un dialogo tra me e lui a ‘Io e te’. La scusa potrebbe essere l’uscita il 1 luglio del mio ultimo libro, ‘Il grido dei penultimi’. Non ho intenzione di essere aggressivo. Pensaci, sarebbe puntata storica e se avete fatto mezz’ora con Luxuria si può fare mezz’ora anche con chi ha idee alternative a Luxuria”.

Tra i commenti ai tweet al vetriolo di Diaco c’è anche quello di Wladimir Luxuria: “La conferma che certe persone usano l’omofobia in maniera strumentale e opportunista per i propri comodi e interessi”. Adinolfi non resta a guardare e interviene anche lui tra i commenti.

“Non ho scritto ‘peste e corna’ – precisa – Ho scritto che a Rai1 c’è un’occupazione gay nelle conduzioni. Ho scritto che la tua trasmissione è brutta e in crisi di ascolti. Un confronto ti avrebbe dato una mano a risollevarli. Maurizio è un amico e mi spiace tu lo stia mettendo in imbarazzo”. “Adesso si grida all’ipocrisia ‘omofoba’ perché con un autore che conosco da decenni mi scrivo in privato su un dialogo che poteva essere interessante attorno al mio libro? E usate lo screenshot di un messaggio privato per imbastire un tentativo di ridicola gogna? Mettete paura”, aggiunge. Poi rivolto a Luxuria dice: “Per la precisione, dopo aver visto i 35 minuti garantiti da Diaco a lei onorevole e i 20 assicurati a la Vita in Diretta per la propaganda al ddl Zan, la chiamerei verifica dell’esistenza di una lobby che domina Rai1. Violenta, che si copre l’uno con l’altro. Omofobia non ne vedo”.

Il post in cui Adinolfi sparava a zero contro la Rai

“Con la rimozione di Lorella Cuccarini, immensa icona pop della tv italiana ma con la sfortunata condizione di essere una mamma di famiglia di molti figli e di idee cattoliche, Raiuno completa il processo di omosessualizzazione dei conduttori simbolo dei programmi di quella che una volta era la rete ammiraglia sotto il totale controllo della Dc – aveva scritto Adinolfi su Facebook – Oggi alla guida del principale contenitore quotidiano della rete rimane solitario il grande amico del duplex di Palazzo Chigi Casalino-Spadafora, Alberto Matano. Gay dichiarato, sostenuto nella sua battaglia per impadronirsi de La Vita in Diretta dal M5S di governo (che rifiutava la lottizzazione solo quando a farla erano gli altri), Matano ha giocato sporco contro la Cuccarini che andandosene gli ha riservato parole durissime. A tenere in caldo il posto a Matano durante la versione estiva del principale programma di Raiuno (va in onda tutti i giorni per più di due ore al giorno) sarà Beppe Convertini, anche lui conduttore gay che ha rilasciato in queste ore un’intervista di ‘in bocca al lupo’ alla Cuccarini che l’avrà fatta infuriare ancora di più. A fare il traino a La Vita in Diretta il mitico nuovo direttore giallorosso di Raiuno ha piazzato un programma imbarazzante per colonizzazione Lgbt, ovviamente condotto da un gay: Pierluigi Diaco. Il programma si intitola Io e Te, è bruttissimo, raffazzonato, scritto male e guidato peggio, non riesce ad arrivare manco al 10% di share, con momenti in cui letteralmente ci si vergogna per chi lo conduce come quando si dà spazio a tal ospite fisso Santino Fiorillo, che manco in una tv provinciale di terza categoria potrebbe aprire bocca e invece su Raiuno ha trovato il suo reddito di cittadinanza grazie ovviamente alla palese appartenenza alla nota lobby. Ora, Raiuno manda in onda tutti i giorni Santino Fiorillo e caccia Lorella Cuccarini. Poi dicono pure che sono discriminati e vogliono la legge Zan per mandarci in galera. Fino a quando pensano che sopporteremo tutto questo?”.

La replica del direttore di RaiUno Stefano Coletta

“Tutto vorrei tranne che leggere ‘Gay1’, ‘Rai1 gay’ – ha dichiarato Stefano Coletta durante la conferenza stampa di presentazione di “Sette Storie” di Monica Maggioni – Basta piccolezze, bassezze. Di fronte alle persone non mi chiedo mai con chi vanno a letto. Questa storia della ‘gayzzazione’ di Rai1, in riferimento a tutte le persone chiamate dal precedente direttore, Teresa De Santis, mi sembra che possa indurre una riflessione: che cacchio ce ne frega. Tutti i conduttori cui si fa riferimento in tutti gli articoli, anche in maniera un po’ gratuita, tutti i nomi indicati in maniera dispregiativa per la loro inclinazione sessuale, che io peraltro non conosco, sono stati scelti dal precedente direttore di RaiUno”.

“Chi vuole usare questi nomi per fare riferimento alla mia vita privata sbaglia – ha aggiunto – non parlo mai della vita delle persone, sono un uomo molto libero e non mi interessano le chiacchiere su questi temi. È deprimente quello che si legge. Mio padre, a 80 anni, mi chiedeva se i personaggi televisivi fossero sposati o meno, era nato nel 1920. Nel 2020, dopo cento anni io mi occuperei del livello culturale delle persone, giudicherei i conduttori per la loro professionalità”.

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