Dolce e Gabbana si reinventano: "È inutile aspettare che le cose tornino come prima" - Perizona Magazine

Dolce e Gabbana si reinventano: “È inutile aspettare che le cose tornino come prima”

Daniela Vitello

Dolce e Gabbana si reinventano: “È inutile aspettare che le cose tornino come prima”

| 08/05/2020

Si chiama “DGFattoInCasa” ed è l’ultimo progetto lanciato dal duo Dolce e Gabbana. Si tratta di una serie di video […]

Si chiama “DGFattoInCasa” ed è l’ultimo progetto lanciato dal duo Dolce e Gabbana. Si tratta di una serie di video pubblicati sulle piattaforme digitali del brand, destinati a riscoprire il Made in Italy e a sostenere la ricerca contro il Covid-19.

“Ovviamente siamo partiti dalla moda – spiegano i due stilisti in un’intervista a “D – la Repubblica – perché è il nostro mondo e perché così abbiamo coinvolto persone che conosciamo da tempo: c’è chi ricama, chi intreccia, chi fa la maglia, e così via. La serie successiva invece s’allarga letteralmente a tutti. Chi sa cucinare qualcosa, o disegnare, o fare giardinaggio, o anche fare le mascherine personalizzate: tutti possono partecipare. Abbiamo scoperto per caso che uno dei nostri collaboratori in queste settimane ha imparato a fare il pane: è stato arruolato seduta stante. Tanto basta filmarsi con uno smartphone, non è una questione di riprese raffinate o immagini perfette, ma di stabilire un contatto. Fatto in casa è anche questo”.

Con questa iniziativa i due designer portano alla ribalta la categoria dei piccoli artigiani, fortemente a rischio in questo momento storico. “Il Made in Italy esiste grazie a loro – sottolineano – Nessuno può permettersi il rischio di perderli, perché semplicemente non sono sostituibili: la ragione per cui l’Italia è considerata quel luogo d’eccellenza che è, sono loro; sono loro che i colossi del lusso vengono a cercare, e l’idea che non si stia facendo abbastanza per aiutarli ci terrorizza. Non vogliamo essere polemici, però non c’è più tempo (…) Noi siamo nati e cresciuti con loro, dare più spazio possibile alla loro voce e alla loro capacità è il minimo. Per questo motivo abbiamo deciso, in fase di produzione dell’autunno/inverno, di puntare di più sulla maglieria fatta a mano rispetto a quella realizzata a macchina. Sono pezzi più cari, ovviamente, ma così abbiamo aumentato il loro volume di lavoro. Inoltre, crediamo che dare spazio nei negozi a certe eccellenze oggi sia una scelta vincente”.

L’operazione “FattoInCasa” ha anche uno scopo benefico. “Da tempo supportiamo la Fondazione Humanitas per la ricerca – dichiarano – e abbiamo deciso di insistere sul tema anche in questi mesi, visto che crediamo che sarà la ricerca a fare la differenza nella battaglia al Covid-19. Quindi, assieme a Intesa San Paolo e a Forfunding.it, abbiamo creato una piattaforma attraverso cui tutti possano appoggiare la Fondazione. L’iniziativa si chiama ‘Amore per la ricerca scientifica’: noi la sosteniamo e continueremo a farlo, ma vorremmo invitare tutti a fare quel che possono. Qui davvero un euro può fare la differenza, ci pareva giusto diffondere il più possibile il messaggio”.

Negli ultimi due mesi, Domenico Dolce e Stefano Gabbana non hanno mai smesso di lavorare. “I nostri dipendenti si sono fermati – raccontano – ma Domenico ha continuato a venire al lavoro ogni giorno, mentre io (risponde Stefano, ndr.) sono prima rimasto bloccato fuori dall’Italia, perché dopo la sfilata donna ero partito per qualche giorno, e poi una volta rientrato sono stato per 14 giorni in quarantena. Comunque sono state settimane produttive, anche se insolite: abbiamo messo ordine, ripreso idee lasciate a metà, aperto letteralmente decine di cassetti zeppi di roba dimenticata. Tutti compiti che nel quotidiano continui a rimandare. Dal 4 maggio poi siamo ripartiti sul serio”.

“A luglio avremmo dovuto presentare le nostre linee Alta Moda, Alta Sartoria e Alta Gioielleria, avevamo già avviato la loro realizzazione – confidano – Le completeremo, anche se saranno sicuramente ridotte; inoltre non sfileranno, visto che i nostri clienti non potranno fisicamente muoversi per venirle a vedere, ma per presentarle le presenteremo. Che poi, si continua a ripetere che bisogna ripartire, ma continuano a cancellare le settimane della moda, così diventa ancora più difficile. Lo sappiamo che non è semplice, ma in questa situazione vale quello che dice Darwin: non è il più forte e intelligente a sopravvivere, ma quello meglio in grado di adattarsi al cambiamento. È inutile aspettare che le cose tornino com’erano prima, perché non succederà per ora. Meglio ripensare il sistema e cambiare. Dobbiamo sopravvivere? E allora sopravviviamo”.

La preoccupazione c’è, è inutile nasconderlo. Tuttavia i due stilisti si dicono “pieni di energia”. “Il cambiamento porta anche a questo – svelano – Qualche giorno fa ci siamo detti: ma perché non facciamo come nel 1984, quando abbiamo iniziato con due milioni di lire, da soli? Ci chiudiamo in una stanza, ci facciamo portare un tavolo, una tagliaecuci, una macchina da cucire e un ferro da stiro: Domenico fa i modelli e Stefano stende e punta il tessuto, e così in in due facciamo tutti i prototipi. Non ci spaventa mica, sappiamo di potercela fare. In più, giusto per ribadire il concetto del fatto a mano da soli, fare da sé è una tale soddisfazione. Per questo diciamo che è la chiave giusta per trarre qualcosa di buono da questi tempi”.

“E’ galvanizzante pensare di poter ricreare l’entusiasmo di quegli anni, quando facevamo tutto noi, dai vestiti alle pulizie serali perché non potevamo permetterci nessuno – concludono – Alla fine siamo quelli di allora, abbiamo costruito tutto questo da soli. Me lo ricordo quando abbiamo iniziato: eravamo due microbi in un mondo di giganti, nessuno badava a noi. E perché avrebbero dovuto? Ma il nostro segreto è che vendevamo, tanto, sin dall’inizio: i colossi manco sapevano chi fossimo, ma i negozi sì, e così di stagione in stagione siamo cresciuti e alla fine, quando ci hanno notato e hanno capito che potevamo diventare dei rivali, era troppo tardi. Come fai a non emozionarti ripensando a certi momenti?”.

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