Bufera su "Striscia" e Michelle Hunziker accusati di body shaming contro Giovanna Botteri - Perizona Magazine

Bufera su “Striscia” e Michelle Hunziker accusati di body shaming contro Giovanna Botteri

Daniela Vitello

Bufera su “Striscia” e Michelle Hunziker accusati di body shaming contro Giovanna Botteri

| 03/05/2020

Bufera su “Striscia La Notizia” e su Michelle Hunziker. Il tg satirico di Antonio Ricci e la conduttrice svizzera sono […]

Bufera su “Striscia La Notizia” e su Michelle Hunziker. Il tg satirico di Antonio Ricci e la conduttrice svizzera sono accusati di bullismo e body shaming nei confronti di Giovanna Botteri. “Striscia” si occupa spesso dell’inviata Rai Tg1 a Pechino, presa di mira sul web perché ad ogni collegamento indossa sempre lo stesso golfino nero e se ne infischia del make up. Qualche giorno fa, in un servizio a cui Michelle Hunziker ha prestato la voce, si è sottolineato come la corrispondente si sia presentata in video dopo aver “preso una grande decisione”, ovvero farsi la messa in piega.

“Molti telespettatori ci hanno segnalato una piacevole sorpresa dal mondo del telegiornalismo – ha detto testualmente la conduttrice – Nei giorni scorsi Giovanna Botteri era stata presa di mira da chi aveva notato la sua immutabile mise. A ogni appuntamento la corrispondente dalla Cina sfoggiava il medesimo abito nero attirandosi critiche e ironie. Ebbene, l’altro giorno, la giornalista in prima linea ha voluto stupire tutti e ha preso una grande decisione. Ecco ad un tratto la sua chioma curata e vaporosa, in risposta a tante frecciate velenose di cui evidentemente ne aveva fin sopra i capelli”.

A Giovanni Botteri, monumento del giornalismo televisivo italiano e del servizio pubblico, è arrivata la solidarietà dell’Ordine dei Giornalisti, del sindacato Usigrai, della Federazione Nazionale della Stampa Italia e di Giulia Giornaliste. “In inglese si chiama body shaming, ma la potenza negativa di questa pratica si esprime bene anche usando l’italiano – si legge nel comunicato congiunto – Derisione, fino ad arrivare a vere e proprie offese, per come si appare, per come è il corpo, per come ci si veste. Nemmeno a dirlo è una pratica ormai diffusissima nei social network. Colpite sono soprattutto le donne, che sono il gruppo sociale più odiato in rete. Una forma di attacco subdolo perché attraverso la risata che vorrebbe suscitare, ridicolizza, ferisce. In questo ultimo periodo ne è stata oggetto la collega Giovanna Botteri, corrispondente Rai da Pechino. La si giudica, deride, offende per come si veste. Per i suoi capelli. L’abbiamo contattata per esprimerle la nostra solidarietà. Lei non ha voluto, non vuole farne un caso personale, ma ci invita tutte e tutti ad una sacrosanta battaglia culturale. Lo fa con queste parole, usate nella nostra corrispondenza di questi giorni”.

“Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me – ha commentato la Botteri – potesse essere un momento di discussione vera, permettimi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno. O dovrebbero avere secondo non si sa bene chi…Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, cu*i, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista. A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere. Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne”.

Antonio Ricci si difende, nega di aver deriso l’autorevole giornalista e parla di fake news. “Striscia fa un servizio a favore di Giovanna Botteri, ma molti commentatori da bar che esprimono opinioni per sentito dire scrivono che ce la siamo presa con lei – dichiara – Diciamo subito che per non cadere nell’errore sarebbe bastato ascoltare il rientro in studio di Gerry Scotti: “Brava, brava Giovanna, vai avanti così nel tuo importante lavoro e non badare a chi sta a guardare il capello…”. Dopo il servizio andato in onda nella puntata di Striscia il 28 aprile scorso, dove si dava conto della fresca messa in piega dell’ottima Giovanna Botteri, siamo stati accusati di aver fatto volgare ironia sul suo aspetto fisico. In realtà è da tempo che su alcuni media e nei social Giovanna Botteri viene presa di mira per il suo look, a detta di molti non particolarmente curato. E il servizio di Striscia, partiva proprio da questo per mostrare come Giovanna nell’ultimo collegamento da Pechino avesse sfoggiato una nuova pettinatura, quasi a smentire le critiche malevole piovutele addosso. Insomma, parliamo di cose serie e certamente il bodyshaming lo è e va combattuto con ogni mezzo, ma non confondiamolo con una messa in piega”.

“Ciao ragazzi, ho visto che si è alzato un polverone incredibile per una fake news totale – interviene Michelle Hunziker via Instagram – Dicono che noi abbiamo offeso pesantemente una giornalista che si chiama Giovanna Botteri. Cosa assolutamente non vera perché noi di Striscia abbiamo mandato in onda un servizio a favore di questa giornalista dicendo che tanti media e molti social l’hanno presa in giro per il suo look e invece noi prendiamo atto del fatto che si è fatta un’ottima messa in piega. Questo non è attaccare una persona ma rimanere nei toni di Striscia come sempre e soprattutto non è body shaming. Cerchiamo di andare a vederle le cose prima di accusare”. Nel 2007 la conduttrice svizzera ha fondato insieme a Giulia Bongiorno Doppia Difesa, un’associazione no profit a sostegno delle donne che hanno subito violenze e abusi.

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