L'ultima intervista alla madre di Chiambretti: "Ho sofferto molto ma grazie a Piero sono stata felice" - Perizona Magazine

L’ultima intervista alla madre di Chiambretti: “Ho sofferto molto ma grazie a Piero sono stata felice”

Daniela Vitello

L’ultima intervista alla madre di Chiambretti: “Ho sofferto molto ma grazie a Piero sono stata felice”

| 23/03/2020

“Il mio amore è sempre stato Piero e sempre lo sarà”. L’ultima intervista di Felicità, la madre di Chiambretti uccisa […]

“Il mio amore è sempre stato Piero e sempre lo sarà”. L’ultima intervista di Felicità, la madre di Chiambretti uccisa a 83 anni dal coronavirus, esprime tutta la grandezza del sentimento che una mamma prova nei confronti del proprio figlio.

La donna aveva raccontato al quotidiano “La Repubblica” la sua vita rocambolesca ma piena di poesia. Nata a Torino, a quattro anni si trasferì in Africa al seguito del padre e tornò nel capoluogo piemontese quando di anni ne ha quindici.  “Sono poi andata a stare con mia nonna. Ed è lei che mi ha aiutata quando lavoravo e non potevo badare a Piero”, aveva svelato.

Felicita aveva 19 anni quando mise al mondo il suo amatissimo figlio. Lo crebbe da sola perché alla sua nascita decise di allontanare il padre. “Non si era comportato bene – aveva spiegato – Per una donna sola
con un bambino, negli anni Sessanta, non è stato facile. Ma direi che Piero è venuto su bene”.

“Ho chiuso allora con gli uomini – aveva confidato – E poi non ne ho avuto il tempo. Per mantenere me e mio figlio, ho dovuto lavorare moltissimo. Ero nel campo delle assicurazioni. Sono arrivata a gestire ottanta persone, tra cui molti uomini, con cui ho avuto ottimi rapporti di collaborazione. In verità, il mio amore è sempre stato Piero e sempre lo sarà (…) Ho sofferto molto, sa. La mia vita non è stata semplice. Ma grazie a Piero, sono stata felice”.

Felicita scoprì se stessa attraverso una sua grande passione: la poesia. Scrivere per lei era “una catarsi”. Ad un certo punto iniziò a raccogliere le sue opere, contenute in cinque cofanetti dal titolo “Farfalle di verso”. A darle la possibilità di pubblicarle in qualità di editore fu il figlio.

“Ho sempre scritto poesie – confessò – Ma quando sono andata in pensione, avevo 55 anni, mi sono trovata di fronte a me stessa, sola e con molto tempo a disposizione. È stato un periodo difficile. Ero un po’ triste e melanconica. Lo sono tuttora, ma non sempre. Ed è così che ho deciso di pubblicarle, iniziando sei anni sa. Il ricavato va agli ospedali, alla ricerca sul cancro. Ci tengo molto”.

E a chi le chiedeva che cosa rappresentassero quelle poesie diceva: “Un testamento post mortem per Piero e sua figlia Margherita, la mia nipotina di otto anni. È uguale a Piero, parla moltissimo. Non sa stare ferma un attimo”.

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