Valentina Persia: "Non sentivo amore per i miei figli, per me erano due estranei" - Perizona Magazine

Valentina Persia: “Non sentivo amore per i miei figli, per me erano due estranei”

Daniela Vitello

Valentina Persia: “Non sentivo amore per i miei figli, per me erano due estranei”

| 11/06/2019

Ospite di Caterina Balivo a “Vieni da me”, Valentina Persia parla del suo legame con Salvo, un architetto catanese che […]

Ospite di Caterina Balivo a “Vieni da me”, Valentina Persia parla del suo legame con Salvo, un architetto catanese che è stato il grande amore della vita ma che purtroppo è scomparso prematuramente lasciandole un enorme vuoto e insieme un senso di maternità al quale l’attrice non si è voluta sottrarre.

La Persia confessa di aver vissuto un momento davvero difficile dopo la nascita dei suoi gemelli, Lorenzo e Carlotta, che ha cresciuto da sola. L’attrice ha avuto un crollo post-parto e ha pensato di non farcela.

“Sono diventata mamma a 43 anni – spiega – Non sono diventata mamma tardi perché prima dovevo lavorare. Il detto ‘bisogna fare figli da giovani’ lo capisco perché non ce la fai fisicamente. Pensavo che 24 anni di danza mi avrebbero aiutato. La maternità era una voce che non potevo più non ascoltare. Avevo paura che poi non avrei avuto più la possibilità di diventare madre”.

“Quando sono arrivati non è stato semplice – confida – Si tende sempre a vedere il bello della gravidanza. Quando me li hanno messi sul petto. io non ho sentito niente. Mi sentivo inadatta. Ho avuto un crollo psicologico. Ero solo stanca. Quell’amore che tutti mi dicevano che avrei avvertito immediatamente, io non lo avvertivo. Avevo paura di non farcela e non dare supporto a due estranei. Io sono crollata e sono arrivata a punto di graffiarmi a sangue la faccia. I miei bambini dormivano tutta la notte e io non dormivo”.

“Vi do un consiglio: non giudicate quelle mamme che soffrono dicendo che non sono buone madri. Stanno soltanto chiedendo aiuto – aggiunge . Nel mio caso, è stata la pediatra a salvare i miei figli e me come madre. Ho dato il latte fino a tre mesi e mezzo. Andai a fare una visita di controllo ai bambini e scoppiai a piangere. Lei capii che c’era qualcosa che non andava. Mi disse di smettere di allattare. Non mi disse ‘La vedo troppo ansiosa’. E’ preferibile togliere il latte e avere una mamma serena e felice piuttosto che continuare a dare il latte e avere una madre esasperata e scoraggiata. Appena mi ha tolto il latte, i miei bambini hanno cominciato a dormire di più la notte. Poi li ho portati a scuola a otto mesi e ho avuto la possibilità di farmi una doccia, di fare una passeggiata e i miei figli hanno fatto il primo sorriso. Solo allora mi sono accorta dell’amore che provavo ma che non riuscivo a vedere per la stanchezza. Mi sono accorta che pur essendo da sola, sono una brava mamma”.

“Date tempo, non giudicate – consiglia con le lacrime agli occhi – Anche se rimane un po’ di pancia, anche se la casa non è in ordine, se qualcosa non è stato cucinato a dovere. Vi prego: cercate di dare tempo perché nessuno ti insegna a fare la mamma. Ci vuole un po’ prima di prendere il ritmo. Oggi, per carità, ho fatto la scelta giusta ma l’ho scoperto con il tempo. C’è chi arriva prima e c’è chi arriva dopo. Anche le persone che dicono di non aver avuto un momento di sconforto non è vero, tutte le donne lo hanno vissuto. Tiratelo fuori, parlatene anche con un’amica”.

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