Claudia Koll: "Ero posseduta dal maligno. C'erano delle forze che mi stritolavano le gambe" - Perizona Magazine

Claudia Koll: “Ero posseduta dal maligno. C’erano delle forze che mi stritolavano le gambe”

Daniela Vitello

Claudia Koll: “Ero posseduta dal maligno. C’erano delle forze che mi stritolavano le gambe”

| 29/05/2019

Ospite di Caterina Balivo a “Vieni da me”, Claudia Koll torna a rinnegare “Così fan tutte”, il film di Tinto […]

Ospite di Caterina Balivo a “Vieni da me”, Claudia Koll torna a rinnegare “Così fan tutte”, il film di Tinto Brass grazie al quale ha raggiunto la popolarità negli anni ’90. Da anni l’ex attrice ha cambiato radicalmente vita e ha deciso di dedicarsi interamente alla fede e ai più bisognosi.

“I miei esordi non rientravano proprio in quello che era il desiderio del mio cuore – spiega – Andai via di casa perché volevo fare l’attrice mentre i miei mi consigliavano di studiare medicina e diventare medico. Il film con Tinto Brass? Diamo sempre la colpa agli altri e invece sono io che ho fatto un errore di valutazione. Ho pensato che cavalcavo l’onda e poi avrei scelto quello che volevo. Invece dopo è stato difficile. Io non sono quel tipo di donna, quindi ho dovuto lavorare tanto su me stessa rinunciando a tanti lavori. Sono stata due anni senza lavorare. Tanto che pensavo di tornare a studiare medicina. Mi offrivano delle opportunità di lavoro che non mi interessavano perché utilizzavano semplicemente la mia immagine, il mio corpo. Ho sofferto molto durante la lavorazione di quel film, oggi ho la libertà di poterlo raccontare. Mi accorgevo che da quando avevo fatto questo film, avevo cominciato ad essere maliziosa, usavo doppi sensi e dicevo parolacce”.

La Koll racconta così la conversione: “Se io sono oggi una persona nuova è grazie allo Spirito Santo. L’esperienza spirituale che io ho fatto non accade a tutti. Ho capito che c’era un male in me. C’erano delle funi, come un’edera, che mi stritolavano le gambe e cercavano di bloccarmi e paralizzarmi. Parliamo di un attacco fisico, non figurato. In quel momento mi sono rivolta a Dio. Ho preso il crocifisso tra le mani, l’ho afferrato e ho pregato. Quando la preghiera è diventata un grido il Signore mi ha liberato. Questa forza è sparita e mi ha avvolto una pace profonda nella quale ho riposato. Col tempo ho cominciato a capire la potenza della croce, che la preghiera era stata ascoltata e che Cristo aveva agito. Poi quando il maligno ha provato a riattaccarmi, ho capito che alzando il crocifisso spariva. Lì mi sono innamorata di Gesù Cristo. Il maligno si era manifestato proprio perché stavo intraprendendo un cammino di conversione. Ho scoperto che solo Dio poteva aiutarmi e quindi mi sono legata sempre di più a lui”.

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