Il rammarico del regista: "Francesco Nuti è la mia nota dolente" - Perizona Magazine

Il rammarico del regista: “Francesco Nuti è la mia nota dolente”

Daniela Vitello

Il rammarico del regista: “Francesco Nuti è la mia nota dolente”

| 24/05/2019

Durante un intervento al programma radiofonico “I Lunatici” in onda su Rai Radio2, il regista e sceneggiatore Giovanni Veronesi parla […]

Durante un intervento al programma radiofonico “I Lunatici” in onda su Rai Radio2, il regista e sceneggiatore Giovanni Veronesi parla della sua amicizia di vecchia data con Francesco Nuti, l’attore costretto sulla sedia a rotelle dal 2006 a causa di una violenta caduta dalle scale nella sua casa romana che gli provocò un coma, gravi danni cerebrali e deficit motori.

Veronesi racconta di un periodo difficile attraversato da Nuti molto prima dell’incidente domestico, un periodo in cui il regista non riuscì ad aiutarlo e per un po’ la loro amicizia fraterna si incrinò.

“Francesco Nuti? E’ la mia nota dolente. Perché forse non ho capito in tempo quello che stava succedendo – svela – E quando l’ho capito ho tentato, forse maldestramente, di aiutarlo. Io non sono uno psicologo, ho anche io i miei limiti, quando una persona beve, quando una persona è alcolizzata, non so come trattarla. E poi ero più giovane, mi spaventai, pensai che anche io stavo rischiando, che il pericolo incombeva anche nella mia vita. A un certo punto gli dissi che noi due non andavamo più d’accordo, e che lui doveva curarsi. Alla fine è tutto è degenerato. Prima che lui si facesse male siamo tornati amici, abbiamo ripreso a vederci, ma lui non era più lo stesso. Ho questa remora, forse se mi capitasse adesso una cosa del genere saprei come comportarmi. E’ stata una cosa che ci ha travolti, per me Francesco è sempre stato un fratello. A parte il lavoro che abbiamo fatto insieme, i film che abbiamo scritto, il successo che abbiamo avuto, io lo amavo proprio come persona, mi piaceva, era generoso, speciale, unico. Averlo perso in gran parte, per me è stato un bello choc”.

“Ogni volta che posso, che ho tempo, che mi va, vado a trovarlo – aggiunge – Vivo insieme a lui questa vita silenziosa, però altrettanto importante per me. Certe persone dicono che forse per lui sarebbe stato meglio morire. Io ci ho pensato bene prima di rispondermi, credo che la vita anche se ridotta ai minimi termini, basta che ti faccia fare un sorriso e già ne vale la pena di viverla”.

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