Corona osannato come un dio dal pubblico: "Dal carcere ho fatturato 2 milioni di euro" - Perizona Magazine

Corona osannato come un dio dal pubblico: “Dal carcere ho fatturato 2 milioni di euro”

Daniela Vitello

Corona osannato come un dio dal pubblico: “Dal carcere ho fatturato 2 milioni di euro”

| 27/05/2018

Fabrizio Corona non risparmia nessuno nella sua prima intervista televisiva dopo il carcere. L’ex re dei paparazzi è stato ospite […]

Fabrizio Corona non risparmia nessuno nella sua prima intervista televisiva dopo il carcere. L’ex re dei paparazzi è stato ospite di “Verissimo” e al suo ingresso in studio è stato letteralmente osannato dal pubblico. In un video condiviso dallo stesso Corona sul suo profilo Instagram, si vede addirittura una ragazza che si inginocchia ai suoi piedi. Ai microfoni di Silvia Toffanin, Corona si dice vittima di un’ingiustizia e ammette di provare una rabbia e una sete di vendetta che lo accompagneranno per sempre. Quindi parla dell’ex moglie Nina Moric, dell’affetto che lo legherà per sempre alla sua ex fidanzata Belen Rodriguez e del futuro rappresentato da Silvia Provvedi.

“NON FACCIO LE COSE PER STARE SOTTO I RIFLETTORI”
“Io non faccio le cose per essere sotto i riflettori. Questo lo dicono i miei detrattori. Io sono sotto i riflettori. La differenza sta nel fatto che io non li cerco. La mia storia è talmente unica che sembra sceneggiata. I primi anni della mia vita, quando ho costruito la mia società, sono stato il burattinaio di tutto quello che usciva sui giornali. Poi col tempo sono diventato personaggio. Il mio personaggio l’ho costruito anche con scoop fatti ad hoc, all’insaputa delle mie donne, tipo Belen, tipo Nina. Ma loro lo sanno benissino. Poi altre cose sono avvenute automaticamente. Durante la prima carcerazione, ad esempio, per tre anni si è parlato di me ma perchè io avevo una storia da raccontare: la storia di un’ingiustizia. Addirittura sono arrivati intellettuali che non facevano parte del mio mondo a chiedere la grazia. L’altra volta ti avevo detto che non ero cambiato. Non sono cambiato neanche stavolta”.

IL PERIODO PRECEDENTE AL SECONDO ARRESTO
“Io sapevo di essere innocente e da questo processo sono uscito assolto. Non ho commesso nessun reato. Quindi dico a tutti che prima di giudicare si deve conoscere la storia e si devono aspettare le sentenze. L’ingiustizia che ho subito è talmente grande che me la porterò dentro per tutta la vita. In Italia nessuno è mai finito in carcere per un reato fiscale. E’ stato vergognoso che abbia iniziato ad indagare la DDA perchè io ero accusato di associazione mafiosa. Detto questo, gli avvocati mi avevano sempre assicurato che non sarei mai finito in galera. I 5 anni di galera non mi hanno fatto cambiare ma mi hanno reso migliore e più colto. Adesso io conosco la legge meglio di qualsiasi avvocato penalista. Quando l’avvocato mi ha chiamato dicendomi che mi avevano sospeso l’affidamento, mi si è gelato il sangue. Quando fai tre anni di galera, riesci a uscire e pensi di avere fatto le cose per bene, ritornare per la terza volta all’inferno, in quel posto che ti ha scatenato tutte quelle sofferenze per una cosa che reputi ingiusta è una cosa che qualsiasi uomo non avrebbe retto. Però io ho una forza sovrannaturale”.

IL MOMENTO DELL’ARRESTO: “MIO FIGLIO HA AVUTO UN TRAUMA”
“Sono andato da Silvia e le ho detto: ‘Devi essere forte, mi stanno arrestando’. Ho chiamato gli avvocati e ho detto loro che stavo andando a casa di mia madre per salutare mio figlio Carlos. La polizia è venuta lì pur sapendo che mi stavo consegnando. Per questo episodio provo rabbia e covo una vendetta che avrò. Carlos è tornato da scuola, era con mio fratello. In quel momento suona il citofono, salgono in dodici, urlano come i pazzi. Mia madre sviene. Carlos trema come un pazzo. Mi mettono le manette e mi consegnano un mandato di custudia cautelare davanti a mio figlio. Una scena pietosa che potevano risparmiarsi. Quel giorno mio figlio ha avuto un trauma che non dimenticherà mai più. Arrivato a San Vittore, sono stato i primi due giorni in isolamento. Stavo malissimo. Il terzo giorno mi sono fatto portare i libri e ho cominciato a studiare il mio caso. La cosa peggiore quando stai in carcere è l’impotenza, il fatto di essere inesistente”.

“HO FATTURATO 2 MILIONI DI EURO MENTRE ERO IN GALERA”
“La rabbia mi ha salvato dalla depressione. In carcere c’è chi dorme tutto il giorno. In tutti i miei 5 anni di galera, io ho sempre prodotto, ho sempre lavorato. La mattina mi svegliavo, studiavo, leggevo le carte, mandavo avanti l’ufficio. Questo è stato scritto anche nelle sentenze delle prevenzione. Durante i tre anni che ho trascorso nel carcere di Opera, la mia società ha fatturato più di 2 milioni di euro. Sono un genio come lo era Maradona col piede sinistro. Io produco lavoro. Ho cambiato il mondo del gossip. La mia agenzia ha rivoluzionato il mondo del fotogiornalismo. Non sono un fotografo ma gestivo fotografi. Ho distrutto aziende con 500 dipendenti. Fatturavamo 5 milioni di euro all’anno. Negli ultimi sette anni (di cui cinque trascorsi in galera) ho pagato quasi 10 milioni di euro di tasse. Io insegno un mestiere a tutti i ragazzi che lavorano con me. Sono vittima di un gravissimo pregiudizio. i giudici applicano la legge secondo un’interpretazione personale, non secondo il codice penale. E se uno ha dei pregiudizi nei confronti di un personaggio pubblico, non potrà mai avere un atteggiamento distaccato verso la persona che giudica”.

“MIO PADRE, VITTORIO”
“Mio padre è la parte più bella della mia vita. Mi hanno studiato tanti psichiatri e ho la sindrome del padre perfetto. Non sarò mai alla sua altezza, lui è stato incorruttibile e io invece ho fatto tante cose sbagliate da un punto di vista morale. E’ l’esempio del vero giornalismo che va contro il denaro per i principi. Lui si è ammalato quando ero all’apice del successo. Ha lottato contro un tumore per tre anni. L’ultimo giornale che fece fu “Star Tv” per la Mondadori e ha avuto l’occasione di lavorare con me perchè io avevo l’agenzia più importante del momento. Si è reso conto di che cosa avevo creato, che ero stato bravissimo nel mio lavoro. Quando gli comunicai che ero indagato per Vallettopoli e che rischiavo l’arresto, nel dicembre 2006, mio padre, che era gravemente malato (morirà nel febbraio 2007), urlò come un pazzo, mi cacciò da casa e non mi volle più vedere. Dopo due mesi in cui non ci siamo sentiti, al suo capezzale prima di morire, mi ha guardato e sorriso. E’ stato uno dei momenti più belli di tutta la mia vita. Non ho mai avuto il coraggio di andarlo a trovare al cimitero. Ci andrò quando avrò fatto delle cose importanti nella mia vita: aiutare mio figlio Carlos che oggi non sta bene, recuperare un rapporto con mia madre e costruire qualcosa di importante per quello che sono e valgo”.

“MIA MADRE STA CRESCENDO MIO FIGLIO CARLOS”
“Mia madre sta crescendo mio figlio. Carlos è un bambino ‘plusdotato’ a livello intellettivo. E’ un mezzo genio, frequenta la scuola più difficile di Milano, ha tutti 10. E’ un ragazzo di 16 anni che il sabato sera non esce e non va in discoteca ma legge libri di Karl Marx. Oppure legge libri di filosofia, scrive lezioni di fisica. Lui ha una stima altissima nei miei confronti ma non perchè sono famoso. L’altro giorno mentre telefonavo in diretta ad un programma televisivo, ero a casa, ero con lui. ‘No papà, non lo fare’, mi ha detto”.

“BARBARA D’URSO? CHI SAREBBE COSTEI?”
“Nina Moric al Grande Fratello? Pietoso! Vergognoso! Si è fatta strumentalizzare da quel programma e da quella donna. Prima di questa apparizione mi ero ripromesso di aiutarla. Ora non le risponderò mai più al telefono. Barbara D’Urso? Non so chi sia. Non la conosco. Non le porterò mai rispetto. Quell’altro essere…perchè l’hanno invitato nel cast (si riferisce a Luigi Mario Favoloso, ndr.)? Anche lui…non so chi sia”.

CORONA E SILVIA PROVVEDI
“Silvia Provvedi è bella come il sole. Ho avuto tantissime donne, ma solo tre fidanzate. Quello che provo per Silvia non l’ho mai provato in vita mia e non riesco neanche a descriverlo. L’ho incontrata in un periodo molto particolare, all’uscita dal mio primo arresto. Ero da Don Mazzi. È una donna speciale. Ha 24 anni ma non è una ragazzina. Quello che lei ha fatto per me è indescrivibile. Ho affidato tutto quello che avevo a lei: avvocati, conti, soldi. Si è ritrovata un macigno sulla testa. Non mi ha mai fatto mancare nulla in carcere. Non ha mai saltato un colloquio in un anno e quattro mesi, ci scrivevamo 4 lettere a settimana. La mia cella era tappezzata di sue fotografie. Avevo cancellato tutto il mondo esterno, avevo solo lei perchè con mia madre non parlavo perchè avevamo litigato. Con Silvia non la considero una storia finita o in pausa. Un amore così non lo puoi far finire. Ho le mie colpe. In carcere prendevo una marea di psicofarmaci. Uscito ho smesso. Ma per un mese e mezzo sono stato per aria. Non stavo bene, ero un pazzo. Sono ancora innamorato di lei. Lei si aspettava grandi cose e io l’ho delusa. E quando succede, un po’ ci si disinnamora e un po’ si perde la stima. Sto cercando di riconquistarla, per lei nutro sentimenti veri”.

“CON BELEN STORIA PIU’ IMPORTANTE DI QUELLA CON NINA MORIC”
“Per quanto riguarda le mie storie passate, con Belen è la storia più importante della mia vita. Più di un matrimonio, più di Nina. Addirittura aspettavamo un bambino che abbiamo perso. Con Belen era un amore folle, spericolato, io ero completamente fuori di testa, vivevo a 360 all’ora. Con Silvia è un amore più razionale, più maturo, più sentito. Di Silvia sono molto geloso, con lei sono un po’ possessivo. La storia con Silvia è il futuro. Se le chiedessi di sposarmi mi direbbe di no in questo momento. Ci teneva. Ora non so se ci tiene più tanto. Però se mi impegno forse ci riesco, farò di tutto. Con Silvia ho fatto l’errore di non dirle che avevo visto Belen. Con Belen rimane un affetto che non finirà mai. Ora non la vedo e non la sento più. Ci siamo incontrati di recente e l’ho trovata molto maturata: penso che oggi sia una delle ragazze con più valori e con il più forte senso della famiglia che io conosca. Iannone? Quando lo vedo nelle foto ogni tanto mi confondo e penso di essere io”.

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