Bonucci dopo la grande paura: "Mio figlio sta bene, ho pensato di lasciare il calcio" - Perizona Magazine

Bonucci dopo la grande paura: “Mio figlio sta bene, ho pensato di lasciare il calcio”

Daniela Vitello

Bonucci dopo la grande paura: “Mio figlio sta bene, ho pensato di lasciare il calcio”

| 30/12/2016

Leonardo Bonucci, difensore della Juventus e della Nazionale, ha pensato di abbandonare il calcio. Negli ultimi mesi il giocatore ha vissuto il dramma della malattia del figlio Matteo, tre anni a maggio, nato dal matrimonio con Martina Maccari sposata nel 2011. La coppia ha anche un altro bambino, Lorenzo, cinque anni a luglio.

“Tutto è iniziato quest’estate – racconta il calciatore a “La Repubblica” – durante le vacanze a Formentera dopo i campionati europei in Francia.Tre settimane prima a Matteo era stata rimossa una piccola ernia inguinale. Una sciocchezza, eppure abbiamo la sensazione che Matteo sia diventato un bimbo diverso. All’inizio pensiamo che la ragione sia da ricercare in un residuo di anestesia da smaltire, ma poi una serie di suoi comportamenti ci preoccupano. Siamo spaventati. Torniamo immediatamente a Torino, decide mia moglie. All’ospedale pediatrico Regina Margherita troviamo una dottoressa meravigliosa che non perde un minuto. Gli esami diagnostici rivelano una patologia acuta. Bisogna intervenire subito, ci dice il medico. Il giorno successivo Matteo entra in sala operatoria alle otto della mattina e ne esce alle quattro del pomeriggio”.

“Mentre superava le porte della chirurgia – ricorda – Matteo ci ha fatto il verso del leone, come se volesse infondere coraggio più a noi che a sé. Dopo ho raccolto il suo peluche, un orsetto bianco, mi sono seduto in un angolo della stanza e ho fatto una chiacchierata con Dio: sia fatta la tua volontà, gli ho detto, ma non dimenticare che è solo un bambino […] Matteo è tornato a casa il dieci agosto, a tredici giorni dall’intervento. Un recupero record..(..) Abbiamo spiegato la situazione a Lorenzo, abbiamo parlato a lungo e pazientemente con Matteo per renderlo consapevole che era successo qualcosa di molto importante, ma che non doveva avere paura perché sarebbe tornato come prima. In quelle settimane sono stato sfiorato dall’idea di abbandonare il calcio, avevo completamente accantonato l’obbligo di pensare al mio lavoro. Proprio non ci riuscivo”.

“La fine della paura che è durata da luglio sino a pochi giorni fa – conclude – A Matteo ora ripetiamo spesso una sorta di mantra: sei tu il nostro campione, hai vinto la partita più difficile. Gli leggo libri di favole, le storie di Cars. È tornato a giocare con suo fratello, presto potranno anche ricominciare a fare la lotta. Finalmente sta bene fisicamente e psicologicamente”.

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