Gigi D'Alessio: "Ma quale rapinatore e truffatore! Sono solo un ingenuo" - Perizona Magazine

Gigi D’Alessio: “Ma quale rapinatore e truffatore! Sono solo un ingenuo”

Daniela Vitello

Gigi D’Alessio: “Ma quale rapinatore e truffatore! Sono solo un ingenuo”

| 21/04/2015

Gigi D’Alessio si confessa al “Fatto Quotidiano” raccontando la sua verità sui guai giudiziari a causa dei quali è finito più volte sotto i riflettori. Il cantante partenopeo respinge tutte le accuse dichiarandosi “beffato”.

Per quanto riguarda la vicenda delle rate non pagate in riferimento all’acquisto di una Mercedes Slr McLaren da 500 mila euro, D’Alessio sostiene di essere vittima di un raggiro orchestrato da tale Marco Palumbo, “un broker per auto di lusso di Oristano, presentatomi da Costantino Vitaliano (Vitagliano, in realtà, ndr)”.

Un giorno mi chiede un favore – racconta – Mi parla di questa fuoriserie incredibile che avrei dovuto acquistare per poi cederla al calciatore Manuel Da Costa che in quell’agosto 2007, era in ritiro con la Fiorentina. Così ho dato un anticipo di 74 mila euro e sottoscritto un finanziamento per rateizzare i restanti 400 mila euro”.

È stata un gentilezza, una cortesia a un amico che poi si è rivelato diverso da come appariva – precisa – Diceva che doveva acquistare la Mercedes perché la concessionaria non poteva tenerla troppo tempo in sede. Quindi, avrei dovuto custodirla senza mai toccarla, il tempo di consegnarla a Palumbo per Da Costa”.

D’Alessio svela anche di aver avuto dei problemi con Giovanni Cottone, ex marito di Valeria Marini e patron del marchio “Lambretta”. Insieme all’imprenditore palermitano, che è stato anche padrino di suo figlio, voleva riportare in Italia la produzione dello storico ciclomotore: “Quello della Lambretta era il mio grande sogno, ne parlo per la prima volta. Pensavo al futuro, a quello che avrei lasciato per i miei figli e al Sud. Qualcosa che andasse al di là della musica. Un progetto fallito che ancora oggi mi fa stare male. Volevo dare lavoro ai disoccupati della Campania, riportare da Taiwan la produzione degli scooter Lambretta. Si stimavano tremila nuovi posti di lavoro. Dico solo che avevamo comprato gli stampi di fabbrica e eravamo in trattativa con la Fiat per acquisire i capannoni dell’Irisbus di Avellino. Il mio obiettivo era assumere le migliaia di lavoratori licenziati (…) Cottone mi aveva nascosto alcuni ostacoli del business. Non mi aveva riferito che il marchio Lambretta, di proprietà di un’azienda indiana, era già stato venduto agli olandesi e che lui era in causa con questi ultimi. Ma era convinto di vincerla. È intervenuta una sentenza del tribunale di Milano a spegnere il mio sogno (…) Per quanto mi riguarda devo 3 milioni di euro da restituire in 20 anni a una banca lombarda. Poi c’è la parte della società di Cottone”.

Non lo sentivo da un anno e mezzo – aggiunge – A Pasqua mi ha chiamato per gli auguri e gli ho detto di passarsi una mano sulla coscienza per quello che ha fatto perché ho creduto nel suo progetto e nell’amicizia. Se gli altri amici mi hanno fatto il servizietto di mettermelo nel … lui, diciamo, lo ha fatto in maniera più lieve. Mi ha promesso che un giorno mi toglierà da tutto questo casino e si accollerà anche la mia parte”.

Dall’accusa di rapina e lesioni ai danni di due paparazzi appostati davanti alla sua villa all’Olgiata, il cantante si difende così: “Voglio vedere se un giudice mi condanna per rapina (…) Le botte le abbiamo date e ricevute (…) Ho sbagliato ad alzare le mani. Ero stressato, la mia vita sbattuta su tutti i giornali. Ero stufo e sono andato a dirglielo ai fotografi. Poi, tutto è degenerato”.

D’Alessio vorrebbe lasciarsi tutto alle spalle e pensare solo al suo lavoro: “Voglio solo occuparmi della musica che mi ha fatto vendere 20 milioni di dischi e che forse a voi non piacerà, ma queste storie mi danneggiano e a breve devo affrontare un tour mondiale. Sono stato un ingenuo, ma non sono un disonesto”.

A margine dell’intervista, Gigi parla anche della “sofferenza” per l’atteggiamento assunto dalla compagna Anna Tatangelo dopo l’esplosione di tutte queste grane giudiziarie. “Non ha fiducia e fa bene – confessa sorridendo – Ogni volta che le presento un documento, un contratto da firmare, lo vaglia insieme con il suo avvocato. Non considera più la mia opinione. E questa è una cosa che pesa”.

L’INTERVISTA COMPLETA SUL “FATTO QUOTIDIANO”

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