L'ex cattivo di "Squadra Antimafia" diventa buono ne "La Catturandi" - Perizona Magazine

L’ex cattivo di “Squadra Antimafia” diventa buono ne “La Catturandi”

Daniela Vitello

L’ex cattivo di “Squadra Antimafia” diventa buono ne “La Catturandi”

| 18/09/2014

Guardandolo da vicino, è proprio difficile immaginarlo nelle vesti di “cattivo”. Eppure Alessandro Rugnone, attore non ancora trentenne, deve la sua popolarità televisiva al personaggio di un ex carcerato dalla condotta non proprio irreprensibile. Ai fan di “Squadra Antimafia” non sarà sfuggita la sua apparizione nella quinta stagione della fortunata fiction poliziesca nei panni di Ruggero Spina. Peccato sia morto dopo qualche puntata per mano del perfido Achille Ferro, gettando nello sconforto centinaia di telespettatrici. Il suo personaggio ha rischiato seriamente di insidiare il trono di “più bello della serie” detenuto dal commissario Calcaterra. Perizona ha incontrato l’attore a Palermo. Senza sbottonarsi troppo, Rugnone ha parlato della sua partecipazione a “La Catturandi”, la serie tv che vedremo prossimamente su RaiUno dove recita dall’altra parte della barricata.

Si dice che “La Catturandi” sia la nuova “Piovra”…
Al centro della storia c’è la lotta Stato-mafia raccontata dal punto di vista degli uomini della sezione della Squadra Mobile deputata alla cattura dei super latitanti. Da un lato un esercito di poliziotti invisibili e dall’altro mafiosi con due teste.

Tu da che parte stai?
Stavolta sono un “buono”. Sono il poliziotto Nino Aiello, un siciliano purosangue grazie al quale la stima che già nutrivo per questi uomini, che rischiano la vita nell’esercizio della loro professione, si è trasformata in ammirazione sconfinata.

Come li definiresti?
La prima parola che mi viene in mente è “eroi”. Essendo un appassionato di storia e fatti di mafia, il primo impatto è stato adrenalinico e l’entusiasmo ha avuto la meglio su altre sensazioni. Solo dopo, ho percepito e toccato con mano la naturalezza con cui hanno intrapreso questa strada e con cui ogni giorno rinnovano la loro scelta.

Quando ti vedremo in tv?
Le riprese sono ancora in corso. Siamo a Palermo da quattro mesi e ne sono felice perché è la prima volta che giro nel capoluogo siciliano. Per la messa in onda occorrerà attendere il 2015.

Il cast è stellare?
Sì. Le sei puntate, per la regia di Fabrizio Costa, annoverano tra gli interpreti attori di primo piano quali Massimo Ghini, Leo Gulotta, Alessio Boni e Anita Caprioli. La serie andrà in onda sulla rete Ammiraglia della Rai ed è prodotta da Rodeo Drive e RaiFiction.

E’ la prima volta che reciti dalla parte della giustizia?
A 21 anni, mentre studiavo all’accademia nazionale “Silvio D’Amico”, ho impersonato Francesco Lipari nell’episodio “La pazienza del ragno” de “Il Commissario Montalbano” per la regia di Alberto Sironi. Francesco era un giovane che aspirava ad entrare in polizia… Oggi posso dire di aver fatto carriera (ride)”.

Parliamo del tuo ruolo in “Squadra Antimafia”…Non ti è dispiaciuto uscire di scena così presto?
Avevo letto la sceneggiatura e la morte di Ruggero Spina è l’epilogo di un percorso ampiamente compiuto. Interpretare un personaggio così è stata un’occasione per scavare dentro me stesso ed esplorare zone della mia personalità. Io ho un’indole diplomatica, Ruggero la onora davvero poco.

Nella corso della tua carriera, hai avuto qualche riconoscimento?
L’anno scorso ho ricevuto il “Glam Awards Sicilian In The World” per il ruolo in “Squadra Antimafia” con la seguente motivazione: “Un cattivo solo sullo schermo, ambasciatore nell’Isola di arte e cultura, per i suoi sforzi di aprire le porte del teatro anche ai giovani appassionati dell’entroterra”. Nel 2011, invece, ho vinto il Premio Ubu come miglior attore under 30.

Prima della popolarità televisiva, c’è stata la gavetta in teatro?
Dopo l’Accademia, ho seguito i laboratori del teatro di ricerca di Emma Dante. Insieme a lei, ho fatto due spettacoli: “Carmen” alla Scala di Milano e “Cani di bancata” in giro per l’Italia. Poi ho preso parte a diverse produzioni del Teatro dell’Elfo di Milano e ho scritto anche un testo sull’adolescenza di oggi.

E cosa hai capito dei giovani?
Sono un universo complesso, i teenager di oggi sono profondamente diversi dalle generazioni precedenti. Sono inesorabilmente soli.

Nessuno scoop o notizia in anteprima da rivelarci?
Sì! Ho appena assunto un nome d’arte: da oggi sono “Alessandro Gangi”.

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