Francesca Fogar, 47 anni, giornalista Mediaset, ricorda il padre Ambrogio in un’intervista al “Corriere della Sera”. Il navigatore ed esploratore è scomparso nel 2005. Tredici anni prima, era rimasto tetraplegico in un incidente in Turkmenistan, durante una tappa del rally Pechino-Mosca-Parigi. Ambrogio Fogar seguì inizialmente le orme paterne facendo l’assicuratore. “Ma sapeva che il lavoro non era per lui – racconta la figlia – Della professione gli rimase la capacità di calcolare il rischio con grande chiarezza. Decideva, poi, di correrlo sempre. Era il suo modo di rispondere a domande di tutti: cosa c’è al fondo della vita, com’è fatto il mondo, cos’è la grandezza. Di qui le sue imprese”.
“Ho la certezza che essere figlia di questa anima eccezionale sia stato un dono”
Francesca Fogar ha il brevetto da paracadutista e ha attraversato l’Atlantico del Nord sulla barca di Giovanni Soldini. Queste le sue “imprese” più rischiose. “Ho tre figli: Diana Lola, Lupo Sebastiano, gemelli, 10 anni, e Achille Ambrogio, 7. Quando hai figli, il tuo senso di cosa puoi fare si ridimensiona”, spiega. Il padre non la pensava allo stesso modo visto che quando nel 1978 naufragò alle Falkland, Francesca aveva soltanto tre anni. Ne aveva trenta quando morì. “Mia sorella Rachele a volte gliene vuole – svela – È nata nel 1991: quando lui ha avuto l’incidente lei aveva un anno. Io quasi 17. Ma ho la certezza che essere figlia di questa anima eccezionale sia stato un dono”.
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“Una volta mi imposi di stare coricata un giorno, per sentire quel che sentiva lui”
“Rimuovevo il pensiero di lui immobilizzato, o me ne ossessionavo – confida – Una volta mi imposi di stare coricata un giorno, per sentire quel che sentiva lui. Durai poche ore. Mi riempivo di feste, fidanzati sbagliati, eccessi. Era come se fossi sempre stata guidata da un capitano, e ora fossi sola in mare col timone in mano”. La giornalista chiede se per “eccessi” intenda le droghe. “Ma no, a parte le solite robine all’occupazione – precisa – Lui era calvinista, non le concepiva, e me ne ha trasmesso il tabù. Marco Pantani era venuto a trovarlo quando era immobilizzato e si erano scritti lettere. Mio padre gli scriveva: ma come hai potuto inquinare così un’anima come la tua?”.
“Nel 2020 Rachele mi ha cercata e da allora viviamo una sorellanza tardiva”
Per Francesca, nata dall’unione tra Ambrogio Fogar e Maria Teresa Panizzoli (i due si separarono nel 1983, ndr), l’arrivo della sorella Rachele, figlia dell’esploratore e di Katalin Szjiarto, fu un vero e proprio choc. “Avevo 16 anni – ricorda – lo appresi dai giornali: sì. Mia mamma sapeva già. Nessuno dei due volle dirmi niente. Per codardia, per preservarmi, perché si usava così: ma avrebbero dovuto. Quando mio padre ebbe l’incidente, un anno dopo, ce l’avevo ancora con lui. Nei 15 anni dopo il funerale, Rachele e io ci vedemmo sei volte. Rapporti tesi. Nel 2020 mi ha cercata lei, e da allora viviamo una sorellanza tardiva. Ci accomuna la spavalderia. Il tuffarsi nelle cose”.
“Tutti i bambini sognano di avere Superman come papà: io l’avevo”
A proposito del padre dice ancora: “Tutti i bambini sognano di avere Superman come papà: io l’avevo. Ma c’era una percezione di serietà, tra questi figli di notabili, in cui non rientrava. Solo una volta mi vantai di lui, lui sentì, e mi diede uno schiaffone. Non vantarti mai, mi disse, di meriti che non sono tuoi”. “Tutti i miei amori – confessa – hanno patito la grandezza di suo papà. L’ho cercato in tutti gli uomini che ho avuto, compreso il padre dei miei figli. Poi ci siamo separati: lui non credeva che il nostro rapporto fosse esclusivo, io sì”.
