Filippo Inzaghi: "Sposo Angela, la notai a una festa, beveva acqua"

Filippo Inzaghi: “Sposo Angela, la notai perché a una festa era l’unica che beveva acqua”

Germana Bevilacqua

Filippo Inzaghi: “Sposo Angela, la notai perché a una festa era l’unica che beveva acqua”

| 21/11/2023
Filippo Inzaghi: “Sposo Angela, la notai perché a una festa era l’unica che beveva acqua”

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Filippo Inzaghi, cinquant’anni compiuti lo scorso agosto, sta progettando le nozze con la compagna Angela Robusti da cui ha avuto due figli. Edoardo, 2 anni, e Emilia, nata lo scorso marzo. In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, l’ex calciatore ripercorre la sua carriera fino al doloroso ritiro dal calcio giocato. Oggi si dice sereno: “Ho fatto tante cose, ho vinto e ho perso. Se fino a pochi anni fa lei mi avesse chiesto che cosa viene prima nella mia vita io le avrei risposto senza dubbio ‘il pallone’. Oggi le dico ‘i miei due figli’”.

Filippo Inzaghi con il figlio Edoardo (Foto Instagram)

“Col tempo ho imparato a programmare di meno e a godermi i giorni”

In progetto ci sono le nozze, il prossimo 24 giugno. “Dovevamo sposarci due anni fa – spiega Filippo Inzaghi- poi Angela è rimasta incinta. Col tempo ho imparato a programmare di meno e a godermi i giorni”. Nella sua autobiografia racconta la sua carriera da calciatore fin dagli esordi. “Da quando ero un ragazzino che giocava nel campetto di cemento di San Nicolò di Piacenza, ho lavorato per diventare un bravo calciatore. Anzi, un grande calciatore: un giorno mi apparve ‘il fantasma’ di Gerd Müller, lo storico attaccante del Bayern Monaco e della Germania Ovest, che aveva segnato 69 reti nelle coppe europee. Ero un ragazzo, rimasi folgorato. Il giorno che ho superato il record di Müller è stato tra i più belli della mia vita”.

Angela Robusti e Filippo Inzaghi (Foto Instagram)

“Berlusconi mi telefonò. ‘Sono sicuro’, mi disse, ‘che lei domani farà due gol’. E così fu”

Il giorno più bello della sua carriera per lui resta la finale di Champions di Atene del 2007 con la maglia del Milan. “La doppietta contro il Liverpool è stata il mio momento più giusto- racconta – Due a uno e i tifosi impazziti. Ma lo sa che Berlusconi me lo aveva predetto alla vigilia? La mia presenza in campo è stata in dubbio fino a poche ore prima. Non ero al massimo e si stava già scaldando Gilardino, poi Ancelotti si impuntò. E Berlusconi mi telefonò. ‘Sono sicuro’, mi disse, ‘che lei domani farà due gol’. E così fu. Naturalmente, alla fine della partita, il presidente mi chiamò per complimentarsi ma anche per dirmi ‘Glielo avevo detto io’”. Il campione confessa di avere nostalgia di quei tempi. “Di quel Milan mi mancano tante persone – ammette – Carlo Ancelotti, per dire. È un uomo intelligente, umano, presente. Una volta per il mio compleanno, che cade il 9 agosto, lasciò libera tutta la squadra per farci festeggiare. Compivo trent’anni: nessuno ci pensa mai, ma la tensione per un calciatore aumenta con l’età”.

Silvio Berlusconi e Filippo Inzaghi (Foto Instagram)

“Io ho smesso a 39 anni, oggi un’età ancora molto giovane”

Il momento più traumatico per un calciatore è il giorno in cui deve dire addio al calcio giocato. “Io ho smesso a 39 anni – racconta –  oggi un’età ancora molto giovane, ma per noi non è così. Ricordo quando rimasi in Belgio un mese perché mi ero fatto male a una gamba. Il compleanno peggiore di sempre. Ma Ancelotti mi mandò un sms: ‘Tornerai grande’, diceva. Chissà, pensavo io. Non si è mai sicuri di niente quando si gioca a quei livelli”. Poi torna indietro con la memoria all’ultima partita: “Ricordo benissimo i miei ultimi quattro minuti in campo. Era il 13 maggio 2012, ore 16.45. In verità, per me quelli dovevano essere gli ultimi minuti con il Milan, poi si sono trasformati nei definitivi ultimi. La cosa buffa è che pensavo al ritiro da tempo, come ogni uomo coscienzioso: farò altro, ho vinto tanto, mi dicevo. La verità amara è che la tristezza non la puoi controllare e così, dopo, sono stato malissimo. Per fortuna che c’era la mia famiglia: mamma, papà, mio fratello Simone”.

Filippo Inzaghi (Foto Instagram)

“Un calciatore entro i quaranta deve chiudere tutto e reinventarsi”

La vita del calciatore è divisa in due e Filippo Inzaghi la descrive così: “Quando ho smesso di giocare avevo paura del futuro, dei giorni che dovevano arrivare. A differenza di altri lavoratori che fino a venti o trent’anni studiano o perfezionano studi e professione perché sanno che andranno in pensione tardi, un calciatore entro i quaranta deve chiudere tutto e reinventarsi. Il problema è che per tutta la vita ha seguito uno schema rigoroso, praticamente immutabile: allenamenti, trasferte, ferie a giugno, weekend mai a casa”. Poi ammette: “Da calciatore ho sempre odiato la panchina, ma poi ne ho fatto un lavoro, come allenatore, perché io lontano dal campo non ci so stare. Non è debolezza, è umanità. E così si spiega anche perché, da allenatore, sono passato dal Milan al Venezia, cioè Lega Pro: ‘Tu sei pazzo’, mi dicevano, perché avrei potuto aspettare e trovare di meglio. Ma come avrei fatto per mesi interi senza l’erba del campo?”.
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Filippo Inzaghi e la compagna Angela (Foto Instagram)

“Dopo due figli e una convivenza ormai rodata, ci sposeremo”

Venezia ha portato a Filippo Inzaghi un lavoro e l’amore della sua vita. E’ lì infatti che ha conosciuto la compagna. “E’ stato un caso – confessa – quando ero lì non uscivo mai e, se uscivo, indossavo la tuta. Quella sera non so come andai a una festa. La notai non solo perché è bellissima, ma anche perché era l’unica, insieme a me, ad avere in mano un bicchiere d’acqua. Dopo qualche settimana, venne a stare da me. Dopo due figli e una convivenza ormai rodata, ci sposeremo”. Prima di lei ha avuto solo una storia importante: “Quella con Alessia Ventura, durata tre anni. Oggi lei ha una sua famiglia, abbiamo un bellissimo rapporto di amicizia”. Poi rivela che il suo sogno erotico da giovane era Monica Bellucci: “Mi sono sempre piaciute le more e poi mi sono innamorato di una bionda che sto per sposare: ci sarà qualcosa di freudiano”.

Laura Pausini (Foto Instagram)

“Laura è una grande amica, quando vincevo mi mandava messaggini affettuosi”

Tra i vip milanisti fedeli c’è Laura Pausini. “Laura è una grande amica – spiega –  quando, nel 2003, festeggiammo la vittoria della Supercoppa Europea ci ritrovammo tutti intorno a un pianoforte, con lei che suonava e io, Galliani, Ambrosini e gli altri che cantavamo le sue canzoni. Molte delle mie vittorie sono state accompagnate da messaggini affettuosi di Laura”. Nel suo cuore è rimasto anche Adriano Galliani: “Mi ha corteggiato a lungo quando ero a Torino. Galliani è una persona speciale, sa essere intelligente e lungimirante. Fu lui a offrirmi subito la panchina di allenatore Allievi Nazionali rossoneri dopo l’addio al campo da giocatore”. Un posto speciale nel suo cuore è riservato al fratello Simone Inzaghi che attualmente allena l’Inter. “Per me mio fratello è tutto – confida – non abbiamo mai litigato, cosa rarissima tra fratelli. Ogni volta che uno dei due finisce una partita, la prima telefonata è per l’altro. Adesso lui è quello famoso e per strada capita che mi chiamino Simone. Non può che farmi piacere, anche perché so bene che cosa vuol dire allenare una squadra a grandi livelli”.

Filippo Inzaghi (Foto Instagram)

“Paolo Rossi e Gianluca Vialli sono per me un esempio sempre vivo”

Filippo Inzaghi ricorda il momento preciso in cui ha capito di essere diventato adulto: “Quando ho smesso di giocare. Perché hai la netta sensazione che sia finita una giovinezza, che ti aspetta un lungo futuro ma non sai quale e soprattutto non sai come costruirlo. Sei curioso e preoccupato al tempo stesso”. Paolo Rossi e Gianluca Vialli per lui hanno rappresentato “un esempio sempre vivo. L’uomo veniva prima del campione. Un giorno avevo accettato un invito di Sky solo per poter essere ospite in tv insieme a Luca Vialli”. L’ex calciatore conclude con un ricordo: “Il primo gol a San Siro l’ho fatto il  3 novembre 1996, con la maglia dell’Atalanta. Dribblai Costacurta e chiusi con un destro violento sotto la traversa. Doppia ammonizione, prima espulsione in Serie A. Ma da allora in tutta la carriera in campionato non avrei più preso un cartellino rosso”.

Pubblicato il 21/11/2023 09:44

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