“L’accanirsi è pericoloso. Grazie cara ‘signora’ per aver massacrato in via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima”. Fiorina D’Avino, figlia di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano ritrovata senza vita domenica 14 gennaio nel Lambro, si rivolge a Selvaggia Lucarelli in una Instagram Story condivisa stamani sul suo profilo privato. La penna de “Il Fatto Quotidiano” e il compagno Lorenzo Biagiarelli sono tra quanti hanno sollevato dei dubbi sulla vicenda della presunta recensione fake che ha visto protagonista Giovanna Pedretti nei suoi ultimi giorni di vita.
La figlia della ristoratrice: “Siamo assediati dai giornalisti. Qualcuno li mandi via”
Fiorina D’Avino scrive queste parole rilanciando una Story di Selvaggia Lucarelli. “La coda del 2023 e l’inizio del 2024 insegnano una cosa sola e molto precisa: i social sono pericolosi. La cattiva informazione è pericolosa. La superficialità è pericolosa. La distanza tra l’altare e la polvere è un nanosecondo”, scriveva la blogger nella serata di domenica. In una Story successiva, Fiorina D’Avino denuncia l’invadenza della stampa. “Siamo assediati dai giornalisti. Qualcuno li mandi via”, ha scritto rivolgendosi probabilmente alla comunità di Sant’Angelo Lodigiano. Aniello ‘Nello’ D’Avino, marito di Giovanna Pedretti, si è trincerato nel silenzio. I due coniugi hanno lavorato insieme per oltre 30 anni.
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Selvaggia Lucarelli: “Colpa di chi verifica? Siamo a Black Mirror”
“Nessuno si pone mai il problema a monte e cioè che scrivere cose non vere può essere pericoloso, poi accade una tragedia (in cui nessuno ovviamente pensa che contino anche il contesto, la vita, i pregressi) ed è colpa di chi ristabilisce la verità. In pratica, siamo arrivati al punto che dare una notizia non è più una responsabilità. Correggerla sì. Altro che Black Mirror”, ha scritto nelle scorse ore Selvaggia Lucarelli su X. La blogger ha citato un altro caso, ovvero quello della “bidella pendolare” Giuseppina Giuliano: “Nacque tutto da un articolo che raccontava evidenti bugie sulla storia. Per giorni si susseguirono smentite, debunking, articoli, meme, sfottó, fotomontaggi. La bidella fu travolta da una vera shitstorm e divenne protagonista di editoriali e spazi in tv. E così tante altre storie di articoli scritti male, di persone che inventano storie per un minuto di gloria o altre ragioni e poi di persone (giornalisti e non) che ristabiliscono la verità”.
