Pestaggio Iovino, i vigilantes: "Fedez? Era senza dubbio lui"

Pestaggio Cristiano Iovino, i vigilantes: “Fedez? Lo abbiamo riconosciuto subito”

Daniela Vitello

Pestaggio Cristiano Iovino, i vigilantes: “Fedez? Lo abbiamo riconosciuto subito”

| 21/05/2024
Pestaggio Cristiano Iovino, i vigilantes: “Fedez? Lo abbiamo riconosciuto subito”

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“Io non c’ero”, ha assicurato Fedez in pubblico in riferimento all’indagine sul pestaggio di Cristiano Iovino che lo vede indagato per rissa, lesioni e percosse. L’aggressione è avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 aprile a CityLife sotto casa del personal trainer noto alla cronaca rosa per via del celeberrimo caffè consumato con Ilary Blasi che ha dato il colpo di grazia all’unione della conduttrice con Francesco Totti. I frame dei video girati dalle telecamere di sorveglianza, al vaglio degli inquirenti, non sono nitidi ma ad inguaiare Fedez, la sua guardia del corpo Christian Rosiello, vicino agli ultras del Milan, e altre due persone sono le testimonianze dei vigilantes del complesso residenziale dove vive Cristiano Iovino.

I vigilantes: “Fedez? Era lui senza dubbio. Era l’unico volto già conosciuto”

“Sono le cinque persone che i vigilantes delle residenze ‘Parco della Vittoria’ a Citylife riconoscono nell’album fotografico che gli viene mostrato dagli investigatori – si legge sul “Corriere della Sera” che pubblica un frame estrapolato dalle telecamere di sorveglianza – Le stesse che nella loro testimonianza ‘collocano’ sulla scena della rissa, descrivendo nel dettaglio ruoli e posizione. Dando così un nome alle sagome che appaiono nel video delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso l’aggressione (…) Un filmato agli atti dell’indagine aperta per rissa, lesioni e percosse, che unito al racconto delle due guardie giurate fa ritenere alla procura che Fedez abbia partecipato al pestaggio di via Traiano il 22 aprile scorso. ‘Era lui senza dubbio. Era l’unico volto già conosciuto’, mettono a verbale i vigilantes (…) Secondo la ricostruzione di chi indaga, in via Traiano Iovino viene colpito sulle strisce pedonali, il primo ad avvicinarsi è Fedez seguito dal bodyguard Rosiello. Poi l’intervento di altre persone che lo spingono a terra e lo colpiscono. Prima di andarsene, infine, minacciano i vigilantes chiedendo di consegnare ‘telefono e tesserino’”.

Fedez (Foto da video)

“Si cerca anche un taxi sperando che sia dotato di dash cam frontale”

“Prima di procedere oltre – si legge ancora – i magistrati attendono la fine delle analisi della scientifica sui video per avere un quadro completo, oltre alla conclusione delle audizioni dei testimoni. Si cerca anche un taxi che nei filmati si vede comparire in via Traiano, rimanere bloccato per alcuni secondi dal van nero da cui scendono il rapper e i suoi accompagnatori e poi allontanarsi verso via Petitti. La speranza degli investigatori è che sia dotato di dash cam frontale per ottenere immagini più ravvicinate della rissa”.
L’aggressione ai danni di Cristiano Iovino sarebbe avvenuta dopo una lite scoppiata con Fedez all’interno della discoteca “The Club” ubicata nel quartiere Brera. “’Il motivo? Forse colpa dell’alcol’, ha detto agli investigatori il titolare del ‘The Club’”, riporta il “Corriere della Sera”.
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Christian Rosiello a ‘Pomeriggio Cinque’ (Foto da video)

Christian Rosiello: “In discoteca ho protetto il mio cliente, ho fatto il mio lavoro”

Ai microfoni di “Pomeriggio Cinque”, Christian Rosiello ha raccontato di aver accompagnato Fedez a casa alle 2.30/3 del mattino, ovvero prima che avvenisse l’aggressione ai danni di Cristiano Iovino. “Si è detto che non facevo il bodyguard ma ero un ultras e che mi trovavo lì – ha dichiarato l’istruttore di arti marziali – Sono tartassato da notizie veritiere e non. Ho fatto un pezzo di strada per venire sino a qua e avevo gli occhi delle persone addosso”. In merito al litigio scoppiato al “The Club” dice: “Sono situazioni molto complicate, perché sei in uno spazio stretto e cerchi di avere la visuale a 360 gradi, ma con l’occhio sempre sul cliente. In quel momento la mia priorità era solo fare il mio lavoro. Io ho protetto il mio cliente. Nel momento in cui metto in sicurezza lui, non focalizzo più quello che succede intorno a me. Sono venuto a conoscenza che ci sono delle indagini, perciò non me la sento di dire cose che magari non c’entrano nulla col fatto, al di là di quanto accaduto in discoteca. Lì posso assicurare di aver fatto il mio lavoro”.

Pubblicato il 21/05/2024 12:24

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