Fabio Concato: "La musica dei rapper non resterà"

Fabio Concato: “La musica dei rapper non resterà, solo Madame è una fuoriclasse”

Germana Bevilacqua

Fabio Concato: “La musica dei rapper non resterà, solo Madame è una fuoriclasse”

| 15/08/2023
Fabio Concato: “La musica dei rapper non resterà, solo Madame è una fuoriclasse”

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Fabio Concato, voce inconfondibile della musica italiana, continua a incantare con la sua arte in giro per l’Italia. Il cantautore si è esibito nell’ambito di Musicultura, nello Sferisterio di Macerata e dopo ha concesso un’intervista al “Corriere della Sera”. Esibirsi dal vivo per lui resta una grande emozione. “Mi diverto ancora – confessa – e ancora mi sento un ‘facente parte’ della produzione musicale. Si viaggia, si aprono e chiudono valigie, si va incontro alle persone, che poi è la parte più bella del gioco. Mi piace cantare ai concerti per chi è venuto lì e ti vuole bene”. Sulla canzone d’autore dice: “I cantautori ci ancora, sono eccome. Un modo bellissimo per non sentirsi pezzi da museo, ma persone che ancora porgono parole e note. La musica popolare può essere anche molto complicata e difficile, non va banalizzata”. E aggiunge: “Bisogna essere attenti al modo di accostare le parole. Oggi esistono questi rapper, alcuni fenomenali, per carità, ma io fatico molto a leggere i loro testi con le orecchie, per così dire. Duecentomila parole tutte insieme appiattiscono una canzone: non credo che tra quarant’anni canteremo i brani più visualizzati oggi. Mi sembra manchi un po’ la musica”.
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Fabio Concato e Tony Hadley (Foto Instagram)

“Le cantanti di oggi sono ottime fotocopie di voci anche belle ma troppo simili”

Per Fabio Concato c’è un’eccezione: “Prendiamo le donne: a parte Madame, una fuoriclasse, una che appena senti due note pensi ‘questa è Madame’, quasi tutte sono ottime fotocopie di voci anche belle, però troppo simili. La differenza la fa la qualità, sempre. La riconoscibilità. Però lo stile non s’inventa a tavolino, non lo creano i discografici. Ci sono canzoni di cinquanta o sessant’anni fa che stanno ancora benissimo in piedi, si chiama scienza degli accordi. I classici li canteremo sempre. Endrigo, Dalla e Lauzi sono immortali. Qualche anno fa mi sono messo a interpretare vecchie canzoni insieme a Fabrizio Bosso e Julian Mazzariello: una voce, una tromba e un pianoforte. Andò benissimo”. Il cantautore ha compiuto quest’anno 70 anni e vive con emozione l’incontro col pubblico giovane: “I giovani si stupiscono. Quando gli parlo, mi dicono che credevano fossi completamente diverso, non sapevano che sono anche ridanciano. Ascoltano, ridono e l’attimo dopo magari si commuovono. Mi guardano con curiosità, e io sento tornare indietro un grande affetto: attuale, non nostalgico. Dico affetto, non successo o popolarità, quelle sono cose differenti. Ho sempre desiderio di scendere nei teatri, vedo un paese reale che mi piace molto. Due o tre generazioni le prendo con me. Alcuni andavano a sentire De André o la musica brasiliana, altri Baglioni o Pino Daniele, un gigante che ascolto da decenni così come lui ascoltava me. Mi piace questa Italia trasversale e non teorica, non social ma in carne e ossa: la mia natura raminga ne se compiace molto”.

Fabio Concato con la nipotina (Foto Instagram)

“‘Domenica bestiale’? Il pubblico quasi mi menava se non la cantavo”

Come vede il pubblico Fabio Concato? “Mi hanno sempre ritenuto l’autore ‘a modino’ che non sono. Quello di ‘Fiore di maggio’ e ‘Guido piano’. La realtà è più complicata di così”. Poi parla del suo successo “Domenica bestiale” che negli anni è diventato un tormentone. “A un certo punto non ne potevo più – svela –  e mi torna in mente quello che mi disse Gino Paoli: ‘Questa canzone finirai per odiarla, perché dovrai cantarla per tutta la vita. Farà la fine di ‘Sapore di sale’. In effetti, io e ‘Domenica bestiale’ per un po’ ci siamo allontanati, però il pubblico quasi mi menava se non la cantavo. Io ci restavo un po’ così, finché ho capito che la gente paga il biglietto anche per lei. A mente fredda, devo ammettere che ‘Domenica bestiale’ è la canzone per antonomasia, pressoché perfetta nella scrittura. Non sono un falso modesto. E comunque, con “Domenica bestiale” siamo tornati a vederci non più di nascosto…”. Un altro suo brano, “E ti ricordo ancora”, fu sospettato di omosessualità. “In tanti ci rimasero male quando spiegai che era solo un ricordo della scuola elementare, un’ingenua carezza tra bambini – spiega – Quando la composi, i miei discografici mi chiedevano: ‘Fabio, sei proprio sicuro? Vuoi cambiare qualcosa?’. Io non li seguivo, non capivo, non ci vedevo alcuna malizia”. Una sensibilità che Fabio Concato ha in un certo sento ‘pagato’. “Ha molto condizionato la percezione che si aveva di me, mi ha limitato – confessa – Quelli che usano gli occhi come li uso io mi hanno amato per questo, ma ad altri sono forse apparso stucchevole. Se sei sensibile non puoi diventare cinico. Mi dicevano: ‘Sei bravo, però ti manca un po’ di cattiveria’. Come se la cattiveria fosse un valore”.

Virginia Raffaele e Fabio Concato (Foto Instagram)

“Essere gentili non significa essere cogl*oni”

Fabio Concato si è molto speso per i bambini, in passato ha pure scritto una canzone per Telefono Azzurro. “Anche da ragazzo i bambini mi interessavano – confida – E quando vidi un manifesto con il viso di un bimbo gonfiato di botte – ricordo che ero in coda in automobile, davanti a un cantiere – ho cominciato a pensarci davvero, e dopo un mese è nata la canzone. Non conoscevo le reali, drammatiche proporzioni del problema. I bambini sono fragili, e anche i ragazzi lo sono sempre di più: la pandemia ci ha trasformati in vittime vive, i più giovani specialmente. Alcuni hanno sbarellato. Per combattere la violenza domestica dobbiamo evitare di abituarci, altrimenti si arriva a ritenere quasi normale picchiare un bambino o uccidere una donna. Ecco gli argomenti per i quali si dovrebbe scendere in piazza”. Come vive Fabio Concato i suoi 70 anni? “Per me sono un modo per accettare di più sé stessi e meno gli altri. Però non è male, dài”. Poi dedica un pensiero alla sua amata nipotina, figlia di Carlotta a cui è dedicata “Fiore di maggio”. “Lei è ancora piccola, ed è difficile trovare le parole giuste per spiegare un mondo a volte inspiegabile – racconta – Ma qualche punto fermo resta. Tipo: mai essere asettici, seguire sempre il proprio gusto e la propria natura. E ricordarsi che la buona creanza non è debolezza o mancanza di carattere. Essere gentili non significa essere cogli*ni”.

Pubblicato il 15/08/2023 17:29

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