Enrico Mentana: “I miei amori sono stati tutti decennali"

Enrico Mentana: “I miei amori sono stati tutti decennali. Ecco cosa mi piace della Fagnani”

Germana Bevilacqua

Enrico Mentana: “I miei amori sono stati tutti decennali. Ecco cosa mi piace della Fagnani”

| 13/03/2023
Enrico Mentana: “I miei amori sono stati tutti decennali. Ecco cosa mi piace della Fagnani”

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Enrico Mentana, intervistato dal “Corriere della Sera”, parla di politica, della sua passione per il giornalismo e della sua vita privata. La sua famiglia d’origine ha avuto un ruolo fondamentale nella sua formazione: “Mio padre era comunista – ricorda –  mio nonno Enrico era un figlio illegittimo, nato in Calabria nell’anno della battaglia di Mentana, cui dovette il suo cognome. Conservo la copia anastatica del registro di Ellis Island del 1905, in cui gli Stati Uniti d’America respingono la richiesta di ingresso di Enrico Mentana”. “La memoria è la mia maledizione – dice –  Mi ricordo tutto”. E sua madre? “Mio nonno materno, Ettore Cingoli, ebreo marchigiano, conobbe a Torino la sua futura moglie Ada, ebrea genovese. Mia mamma Lella era del 1930, come Liliana Segre: solo un mese fa ho scoperto che venne espulsa lo stesso giorno dalla stessa scuola di Milano. Fu più fortunata: quando arrivarono i nazisti, i suoi la portarono a nascondersi sui monti delle Marche. L’8 settembre mio padre aveva vent’anni: si unì alla Resistenza, evitò per un soffio il plotone d’esecuzione anche se non se ne vantava mai, e dopo il 25 aprile andò a lavorare all’Unità, in cronaca. Il suo capo era Giorgio Cingoli, comandante partigiano e cugino di mia mamma. Fu lui a farli incontrare”.

Enrico Mentana (Foto da video)

Enrico Mentana: “Mi chiudevo nello sgabuzzino con un piccolo televisore per fare le telecronache”

E’ dal padre che Enrico Mentana eredita la passione per la professione: “Mio padre – continua il giornalista – uscì dal Pci nel 1956, dopo l’invasione dell’Ungheria. E passò alla Gazzetta dello Sport”. “Mi chiudevo nello sgabuzzino con un piccolo televisore per fare le telecronache – racconta – Era la modernità, era il futuro. Fossi bambino oggi farei lo youtuber o il tiktoker. Per me era una pazzia divorante. Ogni volta che conoscevo un giornalista mi emozionavo. Amavo Montanelli, anche se il suo finale di partita è stato mesto: l’Italia antiberlusconiana lo applaudiva, ma lui non poteva essere ridotto a quello. E poi Biagi e Pansa. Il mio preferito però era Giorgio Bocca. Scarno, secco, anticonformista. Né retorica, né birignao”. A 27 anni lei era già un volto del Tg1, in quota Psi. “Divenni vicedirettore del Tg2, ma dovetti lasciare. Non ero adatto a fare il portabandiera”. L’incontrò con  Berlusconi? “Quando nel 1991 mi propose di fondare il Tg5. Aveva appena litigato con Craxi, per il referendum sulla preferenza unica, e gridava: ‘Io stavolta a baciare la pantofola ad Hammamet non ci vado!’. Avevo 36 anni e dovevo inventare tutto: nome, sigla, studio, logo, redazione. Un sogno. Per prima cosa reclutai Lamberto Sposini e Clemente Mimun”.

Francesca Fagnani ed Enrico Mentana (Foto da Instagram)

“Non voto dal 1992, ma conservo ideali di progresso e giustizia sociale”

Il suo rapporto con la politica? Anche lei era comunista? “Io ero anarchico. Diverso dagli anarco-insurrezionalisti di oggi. Con due compagni di scuola, Michele Serra, il bravissimo giornalista, e Guido Salvini, il magistrato che ha ottenuto una sentenza definitiva su Piazza Fontana, militavo in un piccolo gruppo che si chiamava Movimento socialista libertario. A Milano eravamo minoranza: il movimento studentesco era stalinista, e Stalin gli anarchici li faceva fucilare. Ma era anche la Milano di Pinelli e Valpreda. Avevamo una passione per la sinistra antiautoritaria, un’utopia romantica sconfitta dalla storia”. Era d’accordo sulla discesa in campo di Berlusconi? “Andai a cena ad Arcore con Confalonieri, Letta e Gori, che era direttore di Canale5, a scongiurarlo di cambiare idea. Noi quattro eravamo tutti contrari. Ma lui aveva già deciso”. Lei cosa vota? “Ho votato socialista dal 1975 al 1992; poi non ho più votato. Ma conservo gli ideali di progresso, di diritti civili, di giustizia sociale della mia giovinezza”.
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Francesca Fagnani ed Enrico Mentana (Foto da Instagram)

“Francesca Fagnani? Mi incuriosì. Era determinata, non arrivista”

Parliamo della sua vita sentimentale, lei ha avuto una vita sentimentale da divo di Hollywood. “Ho avuto una vita sentimentale da laico. E ho avuto Stefano dalla prima compagna, Alice dalla seconda, Giulio e Vittoria dalla mia ex moglie”. “Ma sono sempre stati amori decennali. Compreso quello in corso”. Come ha conosciuto Francesca Fagnani? “Venne a intervistarmi per una rivista d’arte. Mi incuriosì, e non solo per la bellezza. Era determinata, non arrivista. Una secchiona capace di studiare due notti di fila per far bene una cosa”. Lei crede in Dio? “Sì. Anche se non potrei mai scegliere tra il Dio di mio padre e il Dio di mia madre. Non ci può essere un Dio giusto e un Dio sbagliato. Tecnicamente sono cattolico, in quanto battezzato. Da ragazzo dicevo sorridendo che avevo la doppia tessera”. Come immagina l’Aldilà? “Come Massimo Ammaniti: il Paradiso è là dove ritroverò i miei cani. E tutte le creature cui ho voluto bene. A cominciare dalle due che mi hanno messo al mondo”.

Pubblicato il 13/03/2023 17:30

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