“Mio figlio è malato, in cella può morire”. E’ l’ennesimo grido d’allarme lanciato da Gabriella Previtera, madre di Fabrizio Corona, da un salotto televisivo dopo che l’ex re dei paparazzi è stato prelevato dall’ospedale Niguarda di Milano per essere tradotto nel carcere di Bollate al fine di scontare il residuo della sua pena. Ieri sera, la donna è stata ospite di Barbara D’Urso nell’ultima puntata stagionale di “Live – Non è la D’Urso”.

La conduttrice ha invitato la sua ospite a non parlare di giudici e di giustizia. “Non si può parlare di Fabrizio senza parlare di giustizia – ha fatto presente mamma Gabriella – perché mio figlio si trova dentro un carcere in gravi condizioni psichiche, ed è anche debilitato, perché è stato giudicato in questo modo: ‘Deve tornare in carcere’. Io non voglio andare contro i giudici, voglio difendere mio figlio perché mio figlio non deve stare in carcere”.

“Fabrizio ha una patologia severissima”

“Mio figlio ha una patologia severissima che è stata confermata anche dal Niguarda – ha continuato – Negli anni gli è stata diagnosticata una sindrome bipolare con personalità borderline e depressione maggiore. Al Niguarda l’hanno visto solo 13-14 giorni, gli altri psichiatri lo seguono da anni e ci sono tanti referti medici. L’ospedale Niguarda dove è stato adesso, che è neutro rispetto a tutto il resto, dice che Fabrizio è borderline. E’ una malattia grave che comporta anche il tentativo di suicidio”.

“Lo hanno dimesso perché stabile ma io non sono d’accordo”

A proposito dell’atto di autolesionismo compiuto da Corona al momento dell’arresto, mamma Gabriella ha detto: “Lui ha fatto questo gesto tremendo, si è squartato un braccio in profondità. Quindi non è stato un atto del tutto dimostrativo come si può pensare. E’ stato un atto di rabbia, di ribellione contro l’ingiustizia che viveva, ma da soggetto borderline. I giudici devono capire che mio figlio ha questi comportamenti istrionici perché è malato. Mio figlio ha una malattia grave e non può stare in carcere. Fino a quando era in ospedale, lo vedevo. La verità è che è stato dimesso perché, dicono i medici, era stabile. Io non sono d’accordo perché Fabrizio non è stabile”.

“Ha un vuoto dentro molto profondo”

“Il giorno prima di essere dimesso sono stata lì ed è andato completamente fuori di testa – ha confessato – Io sono il suo termometro, quando è fuori se la prende con me, l’indomani era un agnellino indifeso. Stava male e non riusciva neanche a stare in piedi perché sveniva. Questa secondo i medici è stabilità? Quando se la prende con me, mi aggredisce, è la sua malattia. Quando ha dei problemi, lui tende ad aggredire gli altri, probabilmente anche perché gli altri si accorgano della sua sofferenza. Ha un vuoto dentro molto profondo che è quello tipico della personalità narcisista e borderline”.

“C’è la possibilità che mio figlio muoia”

Anche in carcere Fabrizio Corona sta continuando lo sciopero della fame e, dopo avere visto i suoi esami del sangue, Gabriella si dice molto preoccupata. “Devo dire ai giudici, mi spiace ma lo devo dire, che c’è la possibilità che mio figlio muoia – ha dichiarato ieri sera in tv – Questa possibilità è alta. L’ho chiesto anche ai medici del Niguarda, visto che con gli altri medici che lo hanno seguito non ho mai potuto parlare perché era sempre in detenzione. In quest’anno e mezzo era migliorato, io ero felice. Per 15 anni mi ha fatto di tutto e di più, mi ha anche trattata molto male e poi mi diceva ‘mamma, mammina, ti voglio bene, come sei bella’. In quest’ultimo anno, mentre era in detenzione domiciliare, mi chiamava ogni sera e mi diceva ‘Mamma, io mi sento sempre stanco. Perché non ce la faccio a fare le cose? Perché non sto in piedi? Avrò una malattia gravissima’. E io gli dicevo ‘E’ la depressione, non ti preoccupare’. Il suo psicoterapeuta è molto addolorato, ha lavorato tre anni per riagganciarlo e il suo lavoro è stato buttato al vento”.

“Lo hanno trattato come un terrorista, è solo un malato”

“Di notte sono andati in ospedale a prenderlo, in tanti, mentre dormiva e lo hanno ammanettato e portato in un carcere orribile – ha urlato mamma Gabriella – Dimmi tu se questo si fa a un malato che è ricoverato per gravi problemi psichiatrici. Hanno creato un trauma nel trauma di questo povero figlio che non ha nessuna colpa se non quella di essere ammalato. Perché non lo capiscono? Perché ancora si consuma questa ingiustizia? Siccome i giudici evidentemente non vogliono sentirmi e vedermi, mi rivolgo al ministro della Giustizia. Spero che possa sentire la mia voce. Ministro, intervenga! Se mio figlio muore, lo devono avere sulla coscienza. E’ mio figlio! Guarda, questa cosa che l’hanno preso di notte, nel sonno, mentre dormiva, non la perdono neanche all’ospedale Niguarda che lo ha permesso. Ha permesso che un loro degente venisse preso nel sonno. L’hanno trattato come un terrorista, un criminale. E’ soltanto una persona malata, ha fatto degli errori ma ha pagato tantissimo per quello che ha fatto. Troppo! Io non accetto che mio figlio subisca ancora delle violenze di questo tipo. Vorrei soltanto che i giudici leggessero bene le perizie”.

“I soldi sono il valore che lui si dà”

“I soldi sono la sua gravissima ossessione, è una cosa ormai radicata dentro di lui – ha concluso – Semmai gli daranno la possibilità di continuare la terapia fuori dal carcere, potrebbe risolverla ma non è facile. I soldi sono il valore che lui si dà perché ha il vuoto dentro”.

Il presidente della Sorveglianza: “Toni violenti”

Nei giorni scorsi Giovanna Di Rosa, il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano che revocato gli arresti domiciliari all’ex re dei paparazzi, ha diramato una nota ufficiale in cui ha difeso il suo operato.

“Una recente decisione è stata e continua ad essere oggetto di attenzione mediatica dai toni a tratti violenti e personalistici – si legge nella nota – Pur nella consapevolezza che le decisioni giudiziarie sono oggetto di legittima critica, questa non deve negare il dovuto rispetto alle persone e alla funzione giudiziaria che esercitano, tenuto conto dell’esistenza anche di appositi mezzi di impugnazione quali sedi proprie per la discussione del merito delle decisioni”.

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