04 Febbraio 2022, 13:24
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Attimi concitati ieri sera, fuori dal teatro Ariston, poco prima dell’inizio della terza serata del “Festival di Sanremo”. Alcuni attivisti di Greenpeace hanno tentato di fare irruzione all’interno del teatro dopo aver inscenato una protesta all’esterno. L’obiettivo finale di questa azione dimostrativa sventata per tempo dalla polizia era quello di raggiungere il palco.
Gli agenti hanno fermato, identificato e condotto in commissariato 10 attivisti, 4 uomini e 6 donne di età compresa tra i 26 e i 44 anni, provenienti da diverse città italiane (Bologna, Roma, Biella, Venezia, Torino, Como, Bitonto, Latina, Livorno e Salerno). Dai controlli è emerso che hanno tutti precedenti per manifestazioni non autorizzate. I fermati sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per danneggiamento, getto pericoloso di cosa, resistenza passiva e saranno oggetto di allontanamento con foglio di via obbligatorio.
Prima di essere bloccati, gli attivisti hanno scavalcato le transenne del green carpet, mostrato uno striscione con la scritta: “ENI green? Se la suona e se la canta!” e verniciato di nero petrolio un cartellone pubblicitario di ENI/Plenitude. Nel frattempo, da un balcone che sovrasta l’ingresso del teatro Ariston sono stati esposti altri due striscioni con le scritte: “Basta pubblicità di aziende inquinanti” e “ENI inquina anche la musica!”. Al vaglio la posizione del proprietario dell’immobile che ha messo a disposizione la propria abitazione agli attivisti.
L’azione, secondo un comunicato apparso sul loro sito, era finalizzata a “denunciare l’operazione di greenwashing di ENI, tra i principali sponsor della kermesse musicale, il colosso italiano del gas e del petrolio che sta sfruttando la vetrina di Sanremo per rifarsi un’immagine di azienda attenta all’ambiente che non corrisponde affatto alla realtà. Abbiamo deciso di entrare pacificamente sul green carpet voluto da ENI per promuovere il lancio di Plenitude”.
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04 Febbraio 2022, 13:24