Amedeo Minghi: "La musica di oggi? Livello basso, preoccupante"

Amedeo Minghi: “La musica di oggi? Con rime forzate riesci a sfornare stupidaggini incredibili”

Germana Bevilacqua

Amedeo Minghi: “La musica di oggi? Con rime forzate riesci a sfornare stupidaggini incredibili”

| 07/10/2023
Amedeo Minghi: “La musica di oggi? Con rime forzate riesci a sfornare stupidaggini incredibili”

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Amedeo Minghi, cantore e poeta dei nostri tempi. Le sue canzoni hanno segnato un’epoca. Fu il primo a realizzare e pubblicare una canzone su Papa Wojtyla intitolata “Un uomo venuto da lontano”. “Alla fine il Papa mi fece un sacco di complimenti e mi chiese il testo del brano, perché non aveva capito bene tutte le parole”, racconta l’artista in un’intervista al “Corriere della Sera”. “Se Mozart fosse vivo oggi — aggiunge — lavorerebbe per la Disney e comporrebbe colonne sonore per i cartoni animati che sono la sfida più difficile per un musicista. All’epoca si lavorava di fino… qualità fin nei dettagli. Oggi non ne sarei più capace”. Tra le sue canzoni più famose e amate c’è “Il profumo del tempo”, nota anche perché fece sbocciare un amore a prima vista fra Pippo Baudo e Katia Ricciarelli. “Di canzoni galeotte ne ho scritte molte. Tant’è che 5 membri della band e del mio staff hanno sposato fan conosciute durante i tour. Così oggi sono circondato dal frutto delle mie canzoni – confessa – Faccio musica a tutto campo alternando stili e atmosfere. E non manca ‘la musica da acchiappò quella che favorisce il primo bacio…”.

Katia Ricciarelli e Pippo Baudo

“Con Mietta fu un trionfo: 500 mila copie vendute”

Stiamo parlando degli anni d’oro della musica italiana d’autore, delle collaborazioni eccellenti: “Ho lavorato con Bacalov, Morricone, Mogol, Pasquale Panella, Gaio Chiocchio, poeta straordinario, basti pensare a ‘1950’, ‘Quando l’estate verrà’, ‘Sognami’: sono canzoni che fanno emergere il lato positivo della vita, le cose belle vissute. Ennio Morricone era più che un amico. Per Mia Martini ho suonato la chitarra, sono stato più volte a casa di Bocelli a Forte dei Marmi (e sono coautore del brano ‘Per noi’). Ogni cosa lascia un segno duraturo. Morricone era uno attento al dettaglio. La realizzazione del brano ‘Il profumo del silenzio’ lo divertiva e soprattutto la presenza di una grande orchestra sinfonica era una gioia per lui. Il dialogo fra classica e leggera era qualcosa di mai tentato. Io sono una anomalia nel mondo dello spettacolo”. Amedeo Minghi ha un rapporto molto forte anche con la musica classica. “La ascolto spesso, è tutta bella, è l’arte per eccellenza. Il mio autore preferito è Puccini, perché sa toccare note sensibili, sa commuovere, sa arrivare al cuore della gente”. Indimenticabile il successo con Mietta a Sanremo. “Fu un trionfo – sottolinea l’artista –  il ‘Trottolino amoroso’: 500 mila copie vendute”.

Amedeo Minghi e Mietta (Foto Instagram)

“Califano? Trovo fantastica la melanconia che c’è nel suo modo di cantare”

Le collaborazioni di Amedeo Minghi vanno ancora indietro nel tempo: “Con Franco Califano ci ho lavorato in passato. E in qualche modo ci lavoro ancora. È uscito ‘Sarò franco’ un album di inediti di Califano. Dove io ho composto la musica e cantato l’inedito ‘La mia eredità’. Io trovo fantastica la melanconia che c’è nel suo modo di cantare. Una sera dei primi assi Settanta eseguì il brano “Fijo mio” al club 84 di Roma e fu un trionfo. Fino a quella sera lui non era che un paroliere. Da quella sera fu cantautore… bell’uomo dalla voce speciale”. Il cantautore ha lavorato spesso anche con Pasquale Panella, autore dei testi del Battisti post-Mogol che definisce: “Un genio che sa manovrare le parole come nessun altro. Ha scritto cose meravigliose. Ci univa la voglia di sperimentare. Insieme abbiamo lavorato alla ricerca di sensazioni nuove, con dialoghi telefonici da 4 ore… in piena notte a sviscerare angoli segreti della creatività”.

Amedeo Minghi con le figlie Alma e Annesa (Foto Instagram)

“Sono nonno di un ragazzo alto e bello di 20 anni e di una nipotina di 5 anni che mi adora”

Un momento di malinconia quando si parla di Francesco De Gregori che in merito alla recente scomparsa della moglie Chicca ha detto “senza di lei mi annoierò molto”. Anche Amedeo Minghi è vedovo, la moglie mancata il 7 gennaio 2014 dopo 40 anni di matrimonio. “Ha ragione Francesco perché la solitudine è forte – dice – Io non so per quanti anni Francesco abbia convissuto con sua moglie. Il mio è stato un rapporto importante… è difficile trovare le parole… Nell’album a cui sto lavorando, ‘Anima sbiadita’, c’è molto di me e di lei. Avevo bisogno di elaborare il lutto. Se non tiri fuori quel che senti dentro, questo marcisce… Tutte le canzoni d’amore che ho scritto sono dedicate a Elena. Era l’unica che poteva vedermi piangere (l’ho scritto nell’Immenso), ammessa alla vera intimità. La mia prima referente. Fare sentire le canzoni a lei per prima era importante per me”. Oggi le gioie di Amedeo Minghi sono le due figlie Alma e Annesa e i nipoti: “Sono nonno di un ragazzo alto e bello di 20 anni, e di una nipotina di 5 anni. Una perla che mi adora. Non è il quadretto della Barilla, ma ci assomiglia” Poi la mente va agli anni felici insieme alla moglie e racconta un aneddoto che gli è rimasto nel cuore: “Capodanno, io e moglie. Io in smoking, lei in lungo. Pronti per uscire attesi a una festa. Ma il mio cane che si chiamava Totò, golden retriever cominciava già a guaire. E così abbiamo brindato insieme a Totò a casa nostra. Non volevamo lasciare solo il cane. Eppure eleganti truccati perfetti mi sentivo traboccare di affetto e gioia”.

Amedeo Minghi (Foto Instagram)

“Ai giovani dico: non affidate il 90% del lavoro al computer”

La musica è cambiata come il mondo intorno. Come ha vissuto Amedeo Minghi il cambiamento?  “Ogni generazione ha il dovere di cambiare tutto. È sempre successo così. Se non lo fanno i giovani chi lo deve fare? Facemmo anche noi così. Quante caz*ate… via il latino dalle scuole, partiti, confederazioni, in piazza per qualunque pretesto. E poi? Alla fine tutto era come prima o peggio. Non siamo riusciti a cambiare il mondo. Adesso i giovani propongono canzoni con testi incomprensibili, parole che non so cosa significano. Perché sono troppe. Noi veniamo da lontano, dalla poesia vera dove le parole contavano. Ma più aggiungi parole, meno dici. Con rime forzate riesci a sfornare stupidaggini incredibili. Il livello oggi è basso basso. Preoccupante”. Poi aggiunge: “Le canzoni le scrivo al pianoforte, sempre. Ho cominciato con la chitarra, poi dagli anni 80 sono passato al pianoforte. Quando poi mi trasferisco in studio sono obbligato dalla tecnologia. Ai giovani dico: non affidate il 90% del lavoro al computer. Non abbiate fretta. Il computer aiuta, ma non sostituisce. Non va bene andare a casaccio. Devi capire quel che sai e sei veramente. E raccontarlo al meglio”.

Pubblicato il 07/10/2023 12:46

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