Aldo Grasso promuove Pio e Amedeo. Sì, è accaduto davvero. Il critico televisivo, così difficile da “conquistare”, si leva tanto di cappello dinanzi al duo comico più irriverente della tv. Sbarcati in prima serata su Canale 5 con lo show “Felicissima Sera” e un bagaglio carico di cinismo e battute fulminanti, i due terribili foggiani hanno vinto la loro scommessa concedendosi persino il lusso di sbeffeggiare il pubblico della rete ammiraglia del Biscione.
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Un’operazione impensabile sino a qualche anno fa che svela un desiderio irrefrenabile di leggerezza. Una sana risata non rappresenta di certo l’antidoto per sconfiggere il Covid, ma magari è un modo per tenerci quando a galla quando rischiamo di affogare in un oceano di lacrime. Lacrime che fanno capolino anche sul volto dei due ultrà della risata giusto a testimoniare che spesso il cinismo è una maschera necessaria per sopravvivere e non farsi travolgere dagli eventi.
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Aldo Grasso: “Pio e Amedeo hanno finto di denigrare il pubblico”
“Solo perché avevano le spalle coperte da Maria De Filippi, Pio e Amedeo si sono permessi di ironizzare pesantemente sui programmi e sul pubblico di Canale 5: Signorini, Paolo Ruffini, L’Isola dei famosi e tutto la paccottiglia di quel canale. In questo modo, sono riusciti a realizzare un varietà asimmetrico, di ottima fattura e catturare il pubblico che hanno finto di denigrare. Chapeau! – sentenzia Aldo Grasso nella consueta rubrica sul “Corsera” – Pio e Amedeo ci avevano sempre incuriositi per la loro indisciplina, scorrettezza, esagerazione, marciando sugli stereotipi dell’italiano ignorante e molesto (fanno fede le molte riprovazioni raccolte per Emigratis). In Felicissima sera sposano alla perfezione la «filosofia» di Maria e compiono una sottile operazione di finta cialtronaggine, senza nulla togliere alla riuscita dello show”.
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“I due alternano momenti di tv scomoda ad altri di tv conformista”
“Non per caso, la chiave per capire la serata è l’intervista che i due foggiani fanno a Maria – spiega il critico televisivo – Pio gioca a fare il poliziotto buono e Amedeo quello cattivo. Fingono irriverenza (fanno il loro gioco) ma intanto Maria fa il suo di gioco e ne approfitta per dare di sé un’immagine nuova (sono tempi in cui i ghiacciai si sciolgono). Artisti da strada, occupano lo studio con padronanza alternando momenti di tv «scomoda» (le battute su Fabio Fazio, Tiziano Ferro, Gino Paoli o l’irriverenza nei confronti di alcuni ospiti) ad altri di tv «conformista»: a cominciare dalla retorica su «Viva l’ Italia» di Francesco De Gregori per finire con il padre di uno dei due che corona il suo sogno, cantando con Roby Facchinetti”.
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“Il consenso degenera nella beatificazione della trasgressione”
“Avevano iniziato con una tirata sui compiti della tv («Chi l’ha detto che la tv deve educare? La scuola deve educare, i genitori devono educare! La tv è leggerezza») lasciando intendere chissà quali trasgressioni e hanno finito col commuoversi con filmati da tv educational. Ma è proprio questo doppio registro che alla fine ha conquistato il pubblico: il consenso degenera nella beatificazione della trasgressione”, conclude Grasso.
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