Venerdì 20 giugno Al Bano Carrisi si è esibito a San Pietroburgo, in Russia, insieme ad Iva Zanicchi. Un concerto “per la pace” tenuto in occasione del Forum economico internazionale e accompagnato, com’era prevedibile, da mille polemiche. “Io sono amico di coloro che percepiscono la bellezza del sostantivo pace, e coloro che amano la pace devono intervenire anche con questo tipo di azioni – aveva spiegato il cantante all’Ansa prima di partire – Ho invitato a venire anche Iva Zanicchi, che sarà con me e i miei musicisti. Secondo me la pace sta arrivando. E tutti i fautori della pace devono intervenire, perché la guerra è una tragedia per tutti, anche per noi. I politici fanno il loro mestiere, ma tutti devono intervenire perché la parola guerra sia cancellata dal vocabolario umano. La guerra impoverisce, uccide, e molte mamme non vedranno più tornare i loro figli”. “Le reazioni in Italia ci saranno, certo. Ma se mi chiede se ho paura, le rispondo con le parole di Giovanni Paolo II e di Falcone: piuttosto che avere paura è meglio avere il coraggio di vivere”, aveva aggiunto Al Bano che è stato spesso accusato di essere “amico di Vladimir Putin”.
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Iva Zanicchi con Al Bano in Russia: “Gli voglio bene e gli ho fatto un prezzo da amica”

“Al Bano e io siamo stati invitati a tenere un concerto in Russia. So bene che la nostra è una scelta che in questo momento può destare delle polemiche, ma sono a posto con la coscienza – aveva dichiarato Iva Zanicchi a “DiPiù” – A chiamarmi è stato Al Bano. È lui ad avere i contatti con l’organizzazione. Siamo amici da anni, gli voglio un bene dell’anima e se mi propone di andare a cantare con lui sono sempre felice di dirgli sì. Ha trattato direttamente Al Bano con l’organizzazione. Siccome gli voglio bene gli ho fatto un prezzo da amica”. “Faccio la cantante, canto l’amore, la pace e la solidarietà – aveva aggiunto l’Aquila di Ligonchio – La musica da sempre unisce le persone, quindi, esibirsi in un contesto come questo, penso che dia anche la possibilità di lanciare un messaggio. Ho deciso di portare con me mia figlia e la mia nipotina, perché San Pietroburgo è una città bellissima, con uno dei musei più belli del mondo, l’Ermitage, che tra l’altro sta proprio di fronte al palco del nostro concerto. E per me, questo in Russia, è un ritorno dopo più di quaranta anni: l’ultima volta mi sono esibita lì nel 1982, poco prima che morisse il capo dell’Unione Sovietica di allora, Breznev”.

Lo scivolone di Al Bano e la strigliata di Romina

Nelle scorse ore, Al Bano Carrisi si è reso protagonista di uno scivolone ai microfoni del Tg1. Innanzitutto, il cantante ha precisato di non essere andato in Russia per un ricco cachet ma per vedere con i propri occhi quello che accade. Poi la dichiarazione che ha lasciato esterrefatti i telespettatori. “Tu accendi il televisore in Italia e sembra che qua bombe, cannoni da tutte le parti. A te risulta?”, ha chiesto. “No, ma non è qui la guerra”, ha fatto notare la giornalista. Il cantante evidentemente sconosce che gli scontri avvengono in Ucraina. Al Bano Carrisi ha anche incassato una sonora strigliata da parte della sua ex moglie Romina Power. A San Pietroburgo l’artista ha cantato “Felicità” insieme a Iva Zanicchi. Inopportuno non sarebbe soltanto il viaggio in Russia ma anche la scelta di eseguire quel brano. Romina Power ha sottolineato come ci sia davvero poco da essere felici. “Mi dissocio dalla canzone Felicità cantata in Russia. Non ho accettato di prendere parte a quel concerto di un giorno fa. E non mi sembra né il luogo, né il momento di cantare Felicità”, ha scritto in una Instagram Story.
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Aldo Grasso: “Al Bano ‘messaggero di pace’ in Russia per un ricco cachet”

A “demolire” Al Bano Carrisi è anche Aldo Grasso sulle pagine de “Il Corriere della Sera”. “Se Al Bano avesse detto di aver partecipato al concerto di San Pietroburgo per il ricco cachet sarebbe stato meglio – sentenzia – Non è buona educazione fare i conti in tasca agli altri. Ma questa storia del ‘messaggero di pace’ si porta dietro una buona dose di insincerità: temo che Al Bano inganni più sé stesso che i suoi interlocutori (…) Il pacifismo dei cantanti o cantori della pace è spesso retorica ideologica. Non solo è in sé discutibile, ma non di rado è anche impastato di ipocrisia, quando deve affrontare la realtà di guerre in corso: ‘Accendi la tv e dicono che qui ci sono bombe e cannoni ovunque. Tu li vedi?’. Per questi cantori va bene qualunque pace, ovviamente anche se è ingiusta, basta che la si faccia finita, non se ne parli più e si torni a cantare ‘Felicità’”.