In un’intervista a “Fanpage.it”, Matilde Gioli – tra i protagonisti della serie tv campione d’ascolti “Doc – Nelle tue mani” […]
In un’intervista a “Fanpage.it”, Matilde Gioli – tra i protagonisti della serie tv campione d’ascolti “Doc – Nelle tue mani” – racconta un episodio inedito del suo passato. Proprio come Pierdante Piccioni, l’uomo a cui è ispirata la fiction e che è ripartito da zero dopo un incidente, anche l’attrice si è trovata a dover ricominciare dopo un trauma.
“Tra i 15 e i 16 anni ero in vacanza studio a Londra e ho fatto un brutto incidente in un parco acquatico – racconta – Mi è caduto sulla schiena un ragazzo di 90 kg e mi ha spaccato 5 vertebre. Ho rischiato la paraplegia, poi fortunatamente è andato tutto bene. Ho passato quasi due anni chiusa in casa col busto, perché ho avuto dei traumi molto, molto importanti. Ho dovuto ricominciare, lasciando tutto quello che facevo. Non potevo fare sport o ginnastica ritmica, non potevo frequentare luoghi pubblici e nemmeno andare in macchina a scuola per non danneggiare la schiena. È stato davvero un periodo tosto. Mi hanno consigliato di fare solo sport acquatici. Da lì ho scoperto il nuoto sincronizzato che è diventata la mia grande passione, tanto da arrivare a praticarlo a livello agonistico. Si ricomincia sempre, basta trovare qualcosa di bello da cui ripartire. Spero che questo messaggio arrivi”.
Matilde Gioli è una grande tifosa dell’Inter, passione che condivideva con il padre. “Ora con l’Inter ho fatto anche dei lavori, ad esempio sono stata il volto del lancio della nuova maglia – confida – È un vero peccato che mio padre non abbia fatto in tempo a vedere questa parte della mia vita. Quando se n’è andato ero ancora una studentessa universitaria. Anche se secondo me ha visto tutto e starà facendo i suoi commenti che sono positivi, ne sono certa. Io ho fatto tutto in buonafede come avrebbe voluto. Già questo credo sia sufficiente per farlo essere orgoglioso di me ovunque sia”.
L’attrice sta trascorrendo la quarantena da sola. “Prima del coronavirus, la mia paura più grande era la solitudine – confessa – Poi mi sono ritrovata da sola. Attualmente sono a Roma mentre la mia famiglia è a Milano. Ero qui a lavorare alla serie, quando hanno chiuso tutto. Ho evitato di mettermi in viaggio perché ci chiedevano di non farlo. Ho sentito il dovere di rispettare gli altri e non partecipare a quel fuggi fuggi generale che credo non abbia fatto altro che spargere di più il virus. Volevo tornare a casa dei miei, certo, ma lo farò quando sarà possibile viaggiare”.
“Mi annoio ma non riesco a lamentarmi – aggiunge – Noi che siamo a casa e che dobbiamo pensare solo a cosa cucinare e a cosa leggere dobbiamo ritenerci fortunati. Certo, l’idea di non potere uscire, correre, andare a cavallo, mi crea un po’ di pressione sul petto, ma rispetto a quello che sta vivendo la gente negli ospedali in questo momento…non ho proprio il diritto di lamentarmi. Appena finirà tutto correrò dalla mia famiglia per abbracciarli tutti, poi andrò a fare una passeggiata con Fuego il mio cavallo, che mi manca da morire”.