Maria Grazia Cucinotta: "Io, vittima di violenza. La polizia non mi ha creduto" - Perizona Magazine

Maria Grazia Cucinotta: “Io, vittima di violenza. La polizia non mi ha creduto”

Daniela Vitello

Maria Grazia Cucinotta: “Io, vittima di violenza. La polizia non mi ha creduto”

| 25/10/2020

Attrice di razza, carattere indomito, Maria Grazia Cucinotta si confessa a cuore aperto a “Verissimo” passando dai racconti legati alle […]

Attrice di razza, carattere indomito, Maria Grazia Cucinotta si confessa a cuore aperto a “Verissimo” passando dai racconti legati alle esperienze passate alla sua incantevole famiglia. L’attrice siciliana, 52 anni, è oggi autrice di un libro tutto al femminile dal titolo “Vite senza paura”.

Il ricordo del padre

“Mio papà era felice il giorno del mio matrimonio – racconta – perché si è ritrovato da postino che faceva i suoi chilometri in bicicletta per mantenerci tutti a postino famoso accanto a una figlia che stava portando all’altare. Per me è stata un’emozione vedere la sua felicità, poter regalare ai miei genitori la felicità dopo tanti sacrifici per me è stato meraviglioso”.

“I miei 25 anni di matrimonio”

“Devo dire che sono resistente – confida – Mi sono guardata indietro e mi sono detta ‘questo è un traguardo bellissimo’ perché non è facile resistere, soprattutto per chi fa il mio lavoro, sempre in viaggio, sempre da una parte all’altra del mondo. Vivere a distanza non è una cosa facile. Quando mi sono sposata forse ero troppo ragazzina. Quando sei ragazzina pensi al matrimonio come una grande festa, però non pensi a cosa vai ad affrontare. Io e mio marito ci siamo risposati, abbiamo dovuto annullare la festa visto il periodo. Ci siamo scambiati l’anello e le promesse dicendoci ‘questa volta ti scelgo veramente’. Ne abbiamo passate tante, ovviamente ci sono gli alti e bassi, siamo due persone diverse che si sono trovate. Ci unisce l’amore, però poi nella vita ti capita di tutto. Superare gli ostacoli ti fa diventare ancora più forte. La cosa più importante è riscegliersi sempre perché vuol dire che eravamo destinati a stare insieme. Forse il periodo del lockdown è stata la volta che abbiamo vissuto veramente insieme per tre mesi, tutti i giorni. E’ andata benissimo, all’inizio avevo molta paura perché io sono una frenetica, abituata a correre dalla mattina alla sera. Invece ognuno di noi ha trovato i propri spazi”.

“Io, vittima di violenza”

Nel suo libro Maria Grazia Cucinotta racconta per la prima volta un episodio doloroso della sua vita avvenuto a Parigi quando faceva la modella: “Ero una ragazzina. Ho voluto raccontare perché a volte si pensa che a noi non capiterà mai. E’ capitato anche a me di avere paura. Mi sono salvata anche se non ti passa mai quel senso di essere preda. Questa sensazione te la porti per tutta la vita..che mia madre mi ha trasmesso e che io ho trasmesso a mia figlia e che spero che un giorno finisca perché è bruttissimo doversi guardare sempre alle spalle. E’ brutto essere donne e non potere andare in giro da sole la sera. E’ brutto che ci sia qualcuno che possa avvantaggiarsi della sua forza fisica per farti del male. Io stavo rientrando a casa e uno è entrato dietro di me. Io mi sono girata perché ho sempre avuto l’istinto di guardarmi alle spalle, però ho visto uno in giacca e cravatta con la valigetta, quindi pensavo che fosse qualcuno che abitava lì. Arrivata all’ascensore invece questo mi ha messo le mani sul sedere, mi sono girata per dire ‘che fai’ e lui mi ha afferrato dalla felpa cercando di strapparmela. Poi ha cominciato a strattonarmi ed è scivolato, non so come perché io ero completamente pietrificata, non riuscivo a parlare, a respirare. Sentivo soltanto il cuore che mi batteva all’impazzata. Lui è scivolato nell’androne e io sono riuscita ad entrare nell’ascensore e a salire a casa. Anche se lui è salito a casa e ha cercato di sfondare la porta. Per fortuna non è riuscito ad entrare, io ho chiamato l’agenzia ed è arrivata la polizia. Anche lì….sei una ragazzina carina di 20 anni e la prima cosa che pensano è che sia stata tu a provocarlo. Quella è stata la cosa che mi ha fatto più male perché mi sono sentita ancora più sola. Pensavano addirittura che io mi fossi inventata tutto ma io avevo i segni sul collo e dei lividi addosso”.

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