Selvaggia Lucarelli 'fa a pezzi' Cateno De Luca: "E' Salvini in miniatura" - Perizona Magazine

Selvaggia Lucarelli ‘fa a pezzi’ Cateno De Luca: “E’ Salvini in miniatura”

Daniela Vitello

Selvaggia Lucarelli ‘fa a pezzi’ Cateno De Luca: “E’ Salvini in miniatura”

| 14/04/2020

Cateno De Luca? Per Selvaggia Lucarelli non ci sono dubbi. Il sindaco di Messina “è Salvini in miniatura”. “È nato […]

Cateno De Luca? Per Selvaggia Lucarelli non ci sono dubbi. Il sindaco di Messina “è Salvini in miniatura”.
“È nato un nuovo mostro nello stretto di Messina – sentenzia la giornalista in un lungo articolo su “Tpi” – Altro che Scilla e Cariddi. Un mostro di sicuro meno affascinante, ma altrettanto tentacolare: è il sindaco di Messina Cateno De Luca. Uno che pareva aspettare l’occasione giusta per sfoderare il piglio dell’uomo solo al comando, con tanto di imitazione di Benito Mussolini a favore di telecamera in piena emergenza Coronavirus. Uno che sta acquistando consensi attraverso l’utilizzo di slogan populisti, trovate becere e soprattutto, scimmiottando leader che pregano con Barbara D’Urso”.

La Lucarelli ricorda i guai giudiziari del primo cittadino del comune siciliano: “Coinvolto nella bellezza di 16 inchieste, tra assoluzioni e prescrizioni, è ancora aperto il procedimento che lo vede accusato di evasione fiscale (per una presunta maxi evasione da un milione e 750mila euro). Nel 2017 De Luca era tra gli ‘impresentabili’ della Commissione antimafia. Arrestato due volte, annunciò di aver saputo in anticipo del suo arresto perché ‘me l’ha detto un parente di magistrati e di massoni’. Come se tutto non fosse già abbastanza grave, a difenderlo nell’unico processo rimasto in piedi c’è l’avvocato Carlo Taormina. Ha atteso sentenze pregando col rosario in mano (chi vi ricorda?) e appena eletto sindaco (come non votarlo con questo splendente curriculum) ha portato un mazzo di fiori alla statua della Madonna (chi vi ricorda?)”.

“In pochi però ricordano il suo spogliarello (probabilmente si tratta di rimozione selettiva dei ricordi raccapriccianti) – prosegue la giornalista – Nel 2007 infatti, come documentato da un video mitologico, protestò contro la decisione dell’allora presidente, Gianfranco Micciché, di estrometterlo dalla Commissione bilancio. Si spogliò, restando in mutande, cosa che più che protesta apparve a tutti un’intimidazione visiva. Per coprire le sue incantevoli nudità usò il drappo della Trinacria, brandendo la statuetta di Pinocchio e la Bibbia. Leggenda vuole che quella Bibbia, qualche minuto dopo, presentò strani fenomeni di autocombustione. La bandiera della Sicilia e l’autonomia sono un’altra delle sue grandi ossessioni (cambiando le coordinate geografiche, chi vi ricorda?)”.

Secondo quanto scrive la Lucarelli, è in piena pandemia mondiale che il sindaco di Messina avrebbe dato il meglio di se. “Sempre in cerca di un palcoscenico su cui imbastire una gag – spiega – De Luca ha dichiarato fin dal primo momento dell’emergenza ‘Tengo lo sterzo in mano!’. Peccato che lo sterzo gli sia rimasto in mano. I primi nemici individuati sono stati coloro che tentavano di salire sulle navi per attraversare lo stretto e arrivare in Sicilia (vi ricorda qualcuno?). In realtà gli untori erano perlopiù pendolari e di automobili pronte a sbarcare ce n’erano ben poche, ma De Luca ne ha approfittato per lanciare strali al ministro della Difesa, Luciana Lamorgese (…) Tra un insulto e un altro alle istituzioni, forse preda di improvvisa nostalgia per i tribunali, viene quindi denunciato dal Viminale per vilipendio”.

“Poi si passa alle trovate egotiche – aggiunge la Lucarelli – Il megafono montato sulla macchina con la voce registrata del sindaco che dice ‘il sindaco vi ordina di non uscire di casa!’. Solo lui, Salvini e l’arrotino parlano di sé in terza persona. Stessa tecnica per augurare la Buona Pasqua ai cittadini, con tanto di frase raffinata sparata dall’altoparlante: ‘Io rustu (faccio il barbecue-arrostisco) per i ca**i miei!’. Poi arriva il drone con la sua voce che dice ‘Dove ca**o stai andando?’, roba da rimpiangere quando per farsi notare restava in mutande. Ogni volta che è in arrivo un provvedimento del governo o della Regione, organizza una diretta per intestarsene l’oggetto”.

“Infine, la perla di ieri, il giorno di Pasquetta – conclude – Siccome di propaganda non ne ha fatta abbastanza, va nel quartiere delle baraccopoli di Messina per distribuire uova di Pasqua ai bambini delle famiglie più povere. Ovviamente la gente si accalca, è pieno di adulti e bambini senza mascherine (a cui non dice nulla), lui si fa pure qualche selfie. Il drone ‘Dove ca**o vai?’ di cui sopra sarà stato infilato in un uovo di Pasqua e riciclato come sorpresa, evidentemente. Insomma, ridateci Scilla e Cariddi. Quei mostri, almeno, li ha inventati la mitologia greca. Questo l’ha generato un’epidemia”.

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