Alba Parietti e l'incidente che le ha segnato la vita: "Ho visto la morte in faccia" - Perizona Magazine

Alba Parietti e l’incidente che le ha segnato la vita: “Ho visto la morte in faccia”

Daniela Vitello

Alba Parietti e l’incidente che le ha segnato la vita: “Ho visto la morte in faccia”

| 07/01/2019

Ospite di Cristina Parodi a “La prima volta”, Alba Parietti ripercorre l’incidente stradale di cui è rimasta vittima 14 anni […]

Ospite di Cristina Parodi a “La prima volta”, Alba Parietti ripercorre l’incidente stradale di cui è rimasta vittima 14 anni fa e che le ha segnato la vita.

L’auto sulla quale viaggiava, diretta a Roma, è stata coinvolta in uno spaventoso incidente sull’autostrada del Sole all’altezza di Modena. A causa della fitta nebbia un tir è finito di traverso bloccando tutte le corsie e l’auto della Parietti è finita sotto le sue ruote. L’impatto è stato inevitabile.

Dentro l’auto, intrappolati tra le lamiere, oltre ad Alba Parietti, c’era il compagno di allora, il siciliano Giuseppe Lanza di Scalea. Dopo un’operazione delicata, che ha visto l’intervento dei vigili del fuoco e degli operatori del 118, tutte le persone sono state tratte in salvo.

La Parietti, che nell’incidente ha riportato un politrauma cranico con perdita di coscienza, racconta su RaiUno il giorno in cui ha visto la morte in faccia.

“Ero sotto choc, durante e dopo l’incidente – ricorda – Nel momento in cui cercano di salvarti la vita non hai la percezione della paura come ce l’avresti in qualsiasi altro momento. Se avessi realizzato, sarei impazzita, mi sarei messa a urlare. Invece, ti viene una sorta di freddezza che si chiama sopravvivenza. Io soffro di claustrofobia. Ero completamente incastrata nella macchina. Non vedevo niente, se non i fari. Mi sono svegliata e non sapevo dov’ero. Mio figlio Francesco, due mesi prima, su quella stessa macchina, aveva avuto un altro incidente. Essendo lui un appassionato di auto, aveva fatto modificare la macchina. Nel far riparare la macchina, aveva fatto abbassare l’assetto di alcuni centimetri. Per pochissimi millimetri non ho avuto la peggio. C’era uno spazio minimo dentro il quale stavo io. Chiunque veniva in ospedale, non capiva come fossi ancora viva. Ho pensato che mio padre, morto anni prima, ha voluto evitare questo grande dolore a mia madre e a mio figlio. Quel 4 novembre è come se fossi rinata. Quello che ricordo è l’odore di acciaio, di lamiere, misto all’odore del mio sangue. Poteva scoppiare tutto da un momento all’altro”.

Segue un momento particolarmente emozionante in cui, dopo 14 anni, la Parietti incontra e abbraccia per la prima volta Alessio, il volontario che è riuscito a liberarla dalle lamiere della sua macchina e che l’ha riportata in vita per la seconda volta.

“Una volta entrato nella macchina mi ricordo gli occhi di Alba. Quella è una cosa che difficilmente dimenticherò. Chiese di poter fare una telefonata e chiamò il figlio”, racconta Alessio.

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