Aldo Grasso: "Un Paese che non si ferma per Falcone ma si ferma per Frizzi" - Perizona Magazine

Aldo Grasso: “Un Paese che non si ferma per Falcone ma si ferma per Frizzi”

Daniela Vitello

Aldo Grasso: “Un Paese che non si ferma per Falcone ma si ferma per Frizzi”

| 09/04/2018

A due settimane dalla scomparsa di Fabrizio Frizzi, Aldo Grasso affida a “Io Donna” il ricordo del conduttore morto prematuramente […]

A due settimane dalla scomparsa di Fabrizio Frizzi, Aldo Grasso affida a “Io Donna” il ricordo del conduttore morto prematuramente a 60 anni.

“Questo non è solo un omaggio a Fabrizio Frizzi. A mente fredda, con il necessario distacco che solo il tempo sa offrire, è anche una domanda su che cosa ha rappresentato la sua scomparsa, sul cordoglio che ha investito l’intera nazione, sul perché migliaia e migliaia di persone hanno partecipato a questo lutto collettivo come se fosse morto un eroe dei nostri tempi”, spiega nell’incipit di un articolo destinato sicuramente a far discutere.

Il critico dice senza mezza termini che “Frizzi non era un ‘numero uno’ della nostra tv”. “Su quelle che sono state additate come ingiustizie nei suoi confronti, con onestà dovremmo trovare ora il coraggio di fare qualche riflessione”, prosegue.

“Quando nel 2000 l’allora direttore della Rai Pier Luigi Celli disse di vergognarsi di alcuni programmi, tra i quali Per tutta la vita (condotto da Frizzi), aveva ragione – spiega – Erano brutti programmi, non degni del servizio pubblico. Quando l’allora direttore di RaiUno Fabrizio Del Noce polemizzò con Frizzi per la conduzione di Miss Italia aveva ragione, almeno nella sostanza. Quando Frizzi, e questo è il fatto più doloroso, mosse moderate critiche alla Rai perché lo aveva costretto ad andare in onda con la diretta di Scommettiamo che? il giorno in cui fu massacrato il giudice Giovanni Falcone, be’, se avesse trovato il coraggio, avrebbe potuto dire di no. Interroghiamoci su questo: un Paese che non si ferma per Falcone ma si ferma per Frizzi. Difficile dare risposte. Forse non basta dire, com’è giusto dire, che Frizzi era un professionista, un amico, uno capace di portare allegria nelle case, un uomo semplice ed educato. Forse, dopo le ventate d’odio e di beceraggine che hanno accompagnato la campagna elettorale, avevamo tutti bisogno di un lavacro collettivo nei buoni sentimenti”.

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