Rita Dalla Chiesa in tv: "Riina si vantava di aver dato il colpo di grazia a mio padre" - Perizona Magazine

Rita Dalla Chiesa in tv: “Riina si vantava di aver dato il colpo di grazia a mio padre”

Daniela Vitello

Rita Dalla Chiesa in tv: “Riina si vantava di aver dato il colpo di grazia a mio padre”

| 23/11/2017

In una toccante intervista rilasciata a “Cartabianca” dopo la morte del boss Totò Riina, Rita Dalla Chiesa parla del barbaro […]

In una toccante intervista rilasciata a “Cartabianca” dopo la morte del boss Totò Riina, Rita Dalla Chiesa parla del barbaro omicidio del padre, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il prefetto operò per appena 100 giorni a Palermo, prima di essere trucidato a colpi di kalashnikov da un commando mafioso, la sera del 3 settembre 1982, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente Domenico Russo.

“Chi era per te Totò Riina?”, chiede Bianca Berlinguer. “Era uno che ho visto al maxiprocesso dietro le sbarre – replica l’ex conduttrice di “Forum” – Quelli come lui mi fanno pena, io li definisco dei ‘poveracci’, gente che credeva di avere potere perchè ammazzava e non aveva capito che il potere è tutt’altra cosa. Riina anche dal carcere ha continuato a mandare messaggi di un certo tipo. Non era piacevole ricevere questi messaggi anche attraverso la stampa”.

“E’ stato l’uomo che ha ucciso suo padre e che in alcune intercettazioni raccontava che lo avevano colpito quando era già morto”, ricorda la Berlinguer. “Lui si vantava di avergli dato il colpo di grazia – spiega la Dalla Chiesa – Ma parlava anche di me. Diceva ‘la figlia, quando la vedo a Forum, mi fa ridere perchè è appassionata di suo padre’. Non è facile accettare da uno che ti ha ucciso il padre delle parole di questo genere. Soprattutto non è facile non rispondere e farti scivolare tutto addosso. Tanto sapevo che qualunque cosa avessi potuto dire, a lui non sarebbe arrivata nel modo giusto. Non l’avrebbe capita perchè era gretto”.

Rita Dalla Chiesa racconta la chiamata a Palermo del padre che sarebbe poi sfociata nella sua morte: “Papà ha detto quella famosa frase ‘obbedisco’ quando è stato mandato in Sicilia. Lui era un uomo delle istituzioni, dello Stato. E’ stato chiamato dopo l’omicidio di Pio La Torre. Sull’aereo, mentre volava, ha scritto una lettera a tutti noi tre figli ed era una sorta di testamento spirituale. Quando me l’ha consegnata, io ho avuto per la prima volta veramente paura che gli potesse succedere qualcosa. Avevo avuto paura quando combatteva le Brigate Rosse. Ma pensavo che conoscendo talmente bene la mafia (la combatteva dal ’49) non avrebbero potuto colpirlo. E invece…”.

La conduttrice e giornalista parla dell’isolamento del padre nei mesi antecedenti al suo omicidio: “Aveva chiesto aiuto ai politici, a Spadolini, a Rognoni, a tutte le persone che lo avevano mandato giù in Sicilia. Ricordo l’ultimo Ferragosto che abbiamo passato insieme, eravamo nella nostra casa di campagna. Nusco doveva faceva le vacanze De Mita è a 15 chilometri da dove eravamo noi. Papà telefonava e De Mita non l’ha mai ricevuto. Mio padre ha capito che era stato lasciato solo. Quando si lascia solo un uomo, quest’uomo viene ucciso”.

La Dalla Chiesa ricorda il giorno dell’arresto di Riina: “Il capitano Ultimo lo portò in una caserma dove appeso al muro c’era il ritratto di mio padre. Lo misero sotto la fotografia di papà e per lui fu sicuramente uno smacco. Lui si considerava un grande. Io ricordo di aver pensato ‘finalmente hanno arrestato quest’uomo e non potrà più fare del male’. E invece ha continuato anche dal carcere, anche da lì comandava e mandava segnali”.

“La famiglia Riina ha chiesto rispetto per il proprio dolore..“, rileva la Berlinguer. “Da figlia io non mi permetto di giudicare il dolore di un’altra figlia – commenta la Dalla Chiesa – E non è né buonismo né garantismo perchè ogni figlia ha un patrimonio d’amore nei confronti dei genitori. Sicuramente, se dovessi mai incontrarla un giorno, le direi ‘guarda che tuo papà non ti ha voluto il bene che tu pensi ti abbia voluto. Perchè se no non vi avrebbe dato una vita da latitante, una vita nascosti dalla società. Avreste potuto godervelo a Natale, durante le feste. L’avreste avuto sul divano di casa, non a mangiare biscotti mentre magari stava pensando alla strage di Falcone o di Borsellino’.

“Come sei venuta a sapere della morte di tuo padre?“, chiede la conduttrice. “In realtà non me l’ha detto nessuno – risponde Rita – Qualcuno del Tg2 mi ha telefonato e mi ha detto ‘Rita, andiamoci a mandare un gelato’. Io mi sono insospettita e ho avuto la sensazione che fosse successo qualcosa. E infatti era successo. La mattina dopo, sono andata in aeroporto da sola. Se c’è una consolazione per la sua morte? Sicuramente mi ha regalato una vita bellissima, per me e per i miei fratelli. E’ stato un padre stupendo. Poi per il resto c’è il vuoto. Quel vuoto che non si colma mai”.

“La mia paura – conclude la Dalla Chiesa – è che dei giovani disastrati dentro possano pensare che quella della mafia sia una strada praticabile. Devono pensare che Riina avrebbe potuto prendere un loro fratello e scioglierlo nell’acido. E’ quello che stanno cercando di dire insegnanti e magistrati illuminati”.

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