Luxuria choc: "Quel periodo buio in cui ero depressa e ho abusato di stupefacenti" - Perizona Magazine

Luxuria choc: “Quel periodo buio in cui ero depressa e ho abusato di stupefacenti”

Daniela Vitello

Luxuria choc: “Quel periodo buio in cui ero depressa e ho abusato di stupefacenti”

| 19/02/2017

Ospite di “Verissimo”, Vladimir Luxuria ripercorre il suo passato svelando particolari inediti e dolorosi della sua vita. Vladimiro Guadagno, questo il nome con cui fu registrata all’anagrafe 51 anni fa, iniziò a farsi conoscere a Foggia come animatrice e pr. Poi la sua fama arrivò sino alla Capitale e per Luxuria iniziò una nuova vita. Prima l’esperienza da cantante, poi quella da parlamentare e infine quella in tv tra quiz e reality. Ma il nome di Luxuria è legato soprattutto alle battaglie civili. L’unico neo, al momento, è la mancanza dell’amore a causa della quale si è rivolta ad  uno psicologo che ha fatto riemergere antiche ferite.

“Quel Vladimiro lo porto sempre nel cuore, oggi lo considero un fratellino minore – esordisce ricordando l’infanzia – Amava gli animali, quando vedeva un vecchio solo su una panchina si avvicinava per sentire la sua storia, faceva disperare sua madre perchè, triste e malinconico, vomitava tutto quello che mangiava come se volesse rifiutare di esistere. Quel Vladimiro che si chiedeva ‘perchè sono diverso dagli altri’?’ e guardandosi allo specchio immaginava di essere una persona diversa. Pensava di non avere un futuro e per fortuna quel futuro se l’è conquistato”.

L’opinionista de “L’Isola dei Famosi” rivela che c’è stato un periodo in cui ha persino pensato che vivere non avesse alcun senso. “C’è stato un periodo buio nella mia vita in cui ho pensato che potessi anche evadere da questo mondo – spiega – E’ stato un periodo difficile in cui volevo farla finita che per fortuna ho superato. E’ stato un periodo di depressione in cui ho abusato di stupefacenti. Mi stordivo per dimenticare, in una sorta di morte bianca, di suicidio dilazionato. Per fortuna è stato un periodo breve, da cui sono uscita. Grazie anche a quella sofferenza, oggi non voglio usarla per vendicarmi sugli altri. Ho acquisito quella sensibilità che mi porta a capire le persone in cui scorgo la stessa sofferenza e a cercare di aiutarle. Una persona è migliore o peggiore di un’altra non per l’orientamento sessuale, ma una persona è migliore o peggiore di un’altra se dà una mano quando questa persona chiede aiuto e da questo punto di vista io ho la coscienza più che a posto. La sofferenza non è monopolio dei gay, riguarda anche tanti eterosessuali. Prima mi sono avvicinata al buddismo. Poi ho avuto la fortuna di conoscere un sacerdote di Genova che mi ha insegnato che Gesù non discrimina le persone, che c’è posto anche per me. E io sono grata di aver poi risentito le stesse parole da Papa Francesco”.

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