Il Volo ha detto no a Trump. Il trio italiano, amatissimo oltreoceano, non canterà alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente Usa in programma il prossimo 20 gennaio.
“Abbiamo rifiutato il suo invito perché non siamo mai stati d’accordo con le sue idee – hanno spiegato i tre al “Corsera” – Non possiamo appoggiare un uomo che ha basato la sua ascesa politica sul populismo oltre che su atteggiamenti xenofobi e razzisti. La musica non c’entra con la politica. Non potevamo cantare per una persona con cui non condividiamo quasi niente”.
Boschetto, Ginoble e Barone non stigmatizzano e non giudicano chi ha accettato (o accetterà) di esibirsi per Trump: “Non va criminalizzato chi canterà per Trump, così come chi non lo fa”. “Pensiamo che il nostro futuro non dipenda da questo – aggiungono i tre – Chi ci ama ci seguirà ugualmente”.
La scelta dei tre italiani è stata aspramente criticata da Vittorio Sgarbi in un video condiviso su Facebook.
“I cantanti sono strani… Dopo che sono sempre stati dalla parte dei capitalisti, sono pieni di soldi, uno li guarda anche con ammirazione, vengono chiamati a cantare dal presidente degli Stati Uniti e loro dicono di no – ha detto il critico d’arte – Io conosco bene Il Volo. Erano dei bambini piccoli, gentili, carini, tre porcellini, avevano solo il desiderio di diventare famosi.
Trump metti un cd e mandali a fare in c***. Che ti frega di avere Bocelli, che ti frega di avere i tre, metti un cd e risparmi. Il Volo non appoggia il populismo xenofobo? Devono cantare o essere d’accordo con le idee di Trump?
Vorrei ricordarvi che voi siete stati lanciati dal mio e vostro amico Tony Renis che è un italiano legato a Berlusconi, xenofobo e populista, però simpatico. Dopo che lui vi ha aiutato, l’avete tradito per stare con Michele Torpedine che è il vostro agente e anche quello di Bocelli. Siete tre cog******lli inutili, andate e cantate”.
