Non è un periodo d’oro per Antonio Polese, il “boss delle cerimonie” reso celebre dall’omonimo programma di Real Time. Dopo lo scompenso cardiaco che l’ha colpito a fine ottobre costringendolo al ricovero in ospedale, arriva la notizia della confisca del castello “La Sonrisa” di Sant’Antonio Abate, scenario di matrimoni, compleanni e anniversari al limite del kitsch.
A disporre il provvedimento è stato il tribunale di Torre Annunziata, che ritiene la sontuosa dimora frutto di abusi edilizi. La moglie di Antonio Polese, Rita, e il fratello Agostino sono stati condannati ad un anno di reclusione con l’accusa di essere responsabili di una lottizzazione abusiva durata quasi 35 anni, dal 1979 al 2011. Nessuna condanna, invece, per don Antonio e per il genero, Matteo, direttore della Sonrisa, che non figurano come proprietari della struttura che comprende un albergo a 5 stelle e l’ormai celeberrimo ristorante che sono destinati a diventare un bene pubblico. Pare che i condannati abbiano intenzione di presentare ricorso in appello.