Selvaggia Lucarelli contro il divismo da copertina di Vendola "mammo" - Perizona Magazine

Selvaggia Lucarelli contro il divismo da copertina di Vendola “mammo”

Daniela Vitello

Selvaggia Lucarelli contro il divismo da copertina di Vendola “mammo”

| 04/07/2016

Si torna a parlare di Nichi Vendola, diventato papà di Tobia insieme al compagno 37enne Ed Testa grazie alla tecnica della madre surrogata. Dopo la nascita del piccolo, avvenuta in America, la coppia di neo genitori si è trasferita in Canada. “Noi non vogliamo fare i testimonial di una battaglia di civiltà ma soltanto poter vivere in pace”, aveva dichiarato Vendola in una recente intervista a “La Repubblica”. Pochi giorni dopo, il settimanale “Diva e Donna” è uscito in edicola con le foto  dell’ex governatore pugliese e leader di Sel in versione “mammo” appena rientrato in Italia e beccato (casulamente?) dai paparazzi. Immagini che stonano con la discrezione decantata da Vendola. A far notare qualche contraddizione nell’atteggiamento del politico 58enne è Selvaggia Lucarelli.

Ecco alcuni estratti del suo intervento su “Il Fatto Quotidiano”:

“Il buon Nichi tiene a precisare che suo figlio Tobia, nato il 27 febbraio a Sacramento tramite maternità surrogata, non diventerà il testimonial di alcuna battaglia per i diritti civili. “Ed e io vogliamo solo vivere in pace, non permetteremo che il corpo di nostro figlio diventi una bandiera”, ha dichiarato.

Ora, a parte il fatto che quella bandiera ottenuta sborsando decine di migliaia di euro in California ha un costo che poche coppie gay, pur desiderandola fortemente, possono permettersi (per cui tanto “bandiera” non è, visto che può sventolare solo sulle case borghesi di chi magari percepisce 5 mila euro di pensione al mese dopo 10 anni di contributi da governatore regionale), mi permetto di far notare a Vendola una cosetta: se proprio ci tiene a non investire suo figlio di un qualche ruolo che non ha scelto, la linea tenuta fino a oggi è leggermente fuori fuoco.

Da febbraio a oggi infatti continua il suo discreto, sussurrato racconto a puntate su giornali e riviste sulle imperdibili gesta del piccolo Tobia. […] E poi perché questo bambino, che non deve essere la bandiera di qualche battaglia, non sarà il megafono attraverso il quale il mondo gay rivendica i suoi diritti, ma di sicuro è il megafono attraverso il quale Nichi Vendola rivendica il diritto di esistere ancora. Di galleggiare. Di rimanere sulla scena.

Insomma, qui il problema non è che Tobia abbia due padri, ma che al momento non ne abbia uno di buon senso. Uno che capisca quanto triste e strumentale appaia questa esposizione mediatica di un bambino il cui unico diritto – insindacabile e valido tanto qui quanto in California – è quello di stare lontano dai riflettori. Non quello di accenderne uno sulla fronte di papà Nichi…”.

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