Cinema

Tinto Brass: “Che ingiustizia non poter fare più l’amore 2-3 volte per notte”

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05 Dicembre 2021, 14:39

3' DI LETTURA

Il celebre regista si racconta in un’autobiografia

  • Il difficile rapporto con i genitori e il rimpianto di non essersi riconciliato con il padre
  • L’emorragia cerebrale che lo colpì undici anni fa togliendogli la memoria e la parola
  • “Mi ha salvato mia moglie. La sera si spogliava davanti a me. Così ho ritrovato la voglia di vivere”

Tinto Brass, 88 anni, si racconta in un’autobiografia dal titolo “Una passione libera” scritta a quattro mani con la seconda moglie, l’avvocatessa e attrice Caterina Varzi, sposata nel 2017. La prima consorte Carla Cipriani, detta Tinta, madre dei suoi figli, è stata sua complice in tutte le sue pellicole fino alla morte sopraggiunta nel 2006. Undici anni fa, il celebre regista fu letteralmente preso per i capelli dopo essere stato colpito da un’emorragia cerebrale. Oggi la sua salute è malferma. A salvarlo è stata Caterina Varzi, più giovane di lui di 28 anni.

Tinto Brass e Enrico Lucci (Foto da video)

“Senza Caterina sarei morto”

“Tinta, mia moglie morta anni fa è stata un cardine – racconta Tinto Brass in un’intervista al “Corriere della Sera” – Oggi senza Caterina sarei morto: lei si dedica a me, cura l’archivio, mette in ordine le mie memorie, per me lei è tutto. Ma vorrei ricordare anche l’avvocato Rita Rossi. Sa, uno come me è sempre in mezzo a questioni legali. E meno male che anche io sono laureato in legge”.

“Guardandola ho ritrovato la voglia di vivere”

“Avevo una fretta pazzesca di farlo uscire questo libro – confessa – Sono vecchio, potrei andarmene da un momento all’altro. Penso spesso alla morte, tante volte ho progettato di togliermi la vita. Undici anni fa un’emorragia cerebrale mi tolse la memoria e la parola. Mi ha salvato Caterina: spesso, la sera, si spogliava davanti a me. La guardavo, mi eccitavo e così ho ritrovato la voglia di vivere”. Anche se oggi a mancargli di più è il “non poter più fare l’amore due, tre volte per notte”. “Che ingiustizia”, dice.

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Tinto Brass (Foto da video)

“Non essermi riconciliato con mio padre è il mio più grande rimpianto”

Una laurea in giurisprudenza presa per fare contento il padre, Tinto Brass parla anche del difficile rapporto con i genitori. “Con mio padre litigavo ma poi, di nascosto, andavo a sentirlo arringare in tribunale, era un famoso avvocato – confida al “Corsera” – Con mia madre no, non ci siamo mai capiti. Mi giudicava, disprezzava la mia indole carnale, era una donna dura e fredda. Una volta venne sul set de ‘La chiave’. Non battè ciglio, ma alla fine mi disse: ‘Bene, ce l’hai fatta, sei diventato un regista. Adesso per favore metti la testa a posto e comincia a fare l’avvocato’. Non ha mai capito niente di me. A lei non penso mai, però il fatto di non essermi riconciliato con mio padre oggi è il più grande rimpianto”.

Alcune attrici hanno rinnegato i suoi film

Nella sua lunga carriera, il famoso regista ha lavorato con donne bellissime. Molte sono diventate attrici affermate. Alcune, tra cui Claudia Koll, hanno rinnegato il loro pigmalione. “Quando si vide per la prima volta ne ‘La chiave’ Stefania Sandrelli uscì dal cinema senza dire una parola, ma poi spese parole bellissime per il film – ricorda – Con Anna Ammirati l’anno scorso abbiamo fatto Pasqua assieme. Koll non l’ho più sentita”.

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05 Dicembre 2021, 14:39

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