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Teresa Cherubini e il linfoma di Hodgkin, Jovanotti: “Lei e mia moglie sono state fortissime”

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08 Ottobre 2021, 15:29

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Il cantante ospite di un evento organizzato dall’Ieo di Milano

  • Alla figlia nel luglio 2020 è stato diagnosticato un tumore
  • Il racconto: “Sei mesi difficili. E’ iniziato tutto con un linfonodo dolente”
  • “Da padre ho imparato che queste cose si affrontano un giorno alla volta”

Ospite dell’evento “Ieo per le donne” organizzato dall’Istituto europeo di oncologia di Milano, Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti racconta l’esperienza della figlia Teresa che ha sconfitto il linfoma di Hodgkin, un tumore del sistema linfatico particolarmente aggressivo. La diagnosi per la 22enne è arrivata a luglio 2020.

Francesca Valiani e Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti con la figlia Teresa (Foto Instagram)

“Aveva un linfonodo dolente”

“Mia figlia si era accorto di avere un linfonodo che le faceva male – esordisce il cantante – dopo un primo esame le fu suggerito di fare ulteriori approfondimenti allo Ieo e lì abbiamo avuto la diagnosi. Da quel momento è iniziata un’avventura, durata per sei mesi difficili che si sono conclusi bene. Ora la malattia è scomparsa e Teresa ha ripreso la sua scuola”.

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Teresa Cherubini (Foto Instagram)

“Pensavo di essere forte, invece le gambe mi cedevano”

“Lei e mia moglie hanno affrontato questo viaggio con una forza che mi ha sorpreso – confessa Jovanotti – Pensavo di essere io quello forte della famiglia, invece mi sono accorto che le gambe mi cedevano. Ora posso rivedere tutto in modo un po’ più razionale. Da padre ho imparato che queste cose si affrontano, con strumenti evoluti e complessi, un giorno alla volta, con un obiettivo davanti e guardando al futuro, con coraggio, speranza e fiducia. Queste sono tre parole fondamentali, insieme all’amore”.

Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti con la figlia Teresa (Foto Instagram)

L’importanza della prevenzione e dei controlli

“Gli screening, i controlli, sono fondamentali – gli fa eco Paolo Veronesi, direttore del programma di Senologia dell’istituto e figlio di Umberto, fondatore dello Ieo – Ed è importanti farli dai 30 anni in su se in famiglia ci sono già stati casi. La capienza in sala è ridotta, ma l’energia di queste donne riempie anche le sedie vuote. C’è chi vive la malattia in una fase avanzata, chi l’ha scoperta presto. Alcune parlano di nuovi inizi e interessi. È un grande risultato anche riuscire a combattere la rassegnazione che prima accompagnava il tumore”.

Pubblicato il

08 Ottobre 2021, 15:29

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