Teo Teocoli a cuore aperto: “Cocaina? La prima pista ci ho starnutito su…”

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22 Luglio 2016, 17:40

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Teo Teocoli si confessa a cuore aperto in un’intervista a “Il Corriere della Sera”. Lo showman, inventore di personaggi e imitazioni entrati di diritto nell’enciclopedia dell’umorismo nostrano, inizia col ripercorrere l’infanzia difficile: “Mamma veniva da una famiglia di giostrai, papà era andato in Marina sotto le bombe inglesi. Dopo la guerra siamo sbarcati a Milano, zona Niguarda-Fulvio Testi a quei tempi quasi campagna. Mamma cuciva in sartoria, papà non lavorava e non si vedeva mai, meglio perché quando arrivava mi picchiava di brutto: il classico padre-padrone. Ero un disadattato: di fronte al bidello in divisa ho pianto per ore, facevo fatica a scrivere e leggere, non capivo nemmeno il concetto di proprietà. Mi chiamavano terun, africa, baluba, altro che non incazzarsi..! È un miracolo che sia arrivato a ragioneria perché non ho mai studiato niente, giuro. M’intortavo le prof, facevo ridere anche loro”.

Teocoli, 71 anni, ammette il carattere irascibile che è stato causa di accesi scontri con colleghi e personaggi del mondo dello spettacolo: “Ho sempre agito d’istinto e anche per ignoranza non ho mai saputo confrontarmi serenamente con gli altri”. Qualcosa, però, è cambiato “grazie a quattro donne speciali, mia moglie Elena e le mie figlie Anna, Chiara e Paola che m’hanno cosparso di zucchero”.

Teo Teocoli non si sottrae neanche ai ricordi più ‘scomodi’, come la droga, must delle notti milanesi: “D’altra parte gli anni ‘70 erano sesso, droga e rock and roll, atmosfera pazzesca, libertà, niente senso del peccato…Va bè, gli spinelli non li contiamo, uno dei più belli con Califano l’abbiamo fumato dopo Italia-Germania 4-3. Ho provato la metedrina, usata ai tempi da molti studenti sotto esami per studiare di notte. C’era talmente tanto da fare, come si poteva dormire? Risultato, occhi spalancati tre giorni di fila e da lì mai più. Cocaina? La prima pista ci ho starnutito su come Woody Allen in Io e Annie e m’hanno guardato storto. Poi ho imparato a non starnutire ma dire che m’abbia preso seriamente sarebbe una bugia. Fra l’altro la roba che circolava era meno pericolosa di quella di oggi. Comunque non ne vado fiero e alle mie figlie ho parlato chiaro”.

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22 Luglio 2016, 17:40

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