10 Ottobre 2023, 12:43
3' DI LETTURA
Nessun ripensamento da parte di Pier Silvio Berlusconi sulla nuova linea editoriale applicata sui programmi Mediaset. Il trash, che nulla a che vedere con l’intrattenimento leggero, resterà fuori dalle trasmissioni del Biscione.
“Mai come in questo 2023 stampa e web si sono riempite di polemiche sul cosiddetto ‘trash televisivo’, un’espressione che a me non piace per niente. Spesso infatti è una facile scorciatoia per denigrare la televisione leggera e spensierata che se fatta bene sa essere autenticamente popolare – ha dichiarato l’amministratore delegato di Mediaset nel suo intervento sul “Libro dei Fatti 2023” edito da AdnKronos, in uscita il 21 ottobre – La televisione, per dirla ‘old style’, è un elettrodomestico. Un device che può essere acceso o spento. Quando è acceso diventa un media, come la stampa, come il web: alcuni programmi possono essere istruttivi ma non la televisione nel suo complesso. Per intenderci, i minori non devono essere lasciati da soli davanti ai media, né davanti alla tv né a nessun altro device. La nostra televisione, la televisione commerciale, è un mezzo di intrattenimento e di informazione. Fa compagnia, diverte e informa gli italiani in ogni ora della giornata. Noi siamo stati i primi a offrire questo mix così vario e vivace al pubblico. E il risultato riconosciuto da tutti è che la nascita delle tv indipendenti ha contribuito alla modernizzazione dei costumi”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
Pier Silvio Berlusconi attribuisce a Mediaset il merito di aver “portato i colori in tv”. “Abbiamo stupito con programmi dirompenti, cito solo per dare un’idea ‘Drive In’ di Antonio Ricci – afferma – Abbiamo cambiato anche l’informazione con la nascita del TG5, una proposta che ha portato freschezza, libertà e un nuovo modo di raccontare le notizie. E molti anni dopo, nel 2000, abbiamo innovato portando in tv il primo reality, il ‘Grande Fratello’: 100 giorni davanti alle telecamere per ragazze e ragazzi sconosciuti che mai erano entrati in uno studio tv. Creando grande attenzione ma anche tante polemiche. D’altra parte l’innovazione fa discutere, è normale. Ma io penso che sia nostro dovere continuare a modernizzare, provarci, uscire dal consueto. Dobbiamo riuscire a rappresentare la realtà e la società in ogni loro aspetto e con tutte le loro evoluzioni, che ci piacciano o meno. Certo, noi dobbiamo creare le condizioni perché non si arrivi mai alla mancanza di rispetto. Sia chiaro, non abbiamo pregiudizi: non ci scandalizzano le figure estrose, i confronti anche spigolosi, le battute irriverenti, ma mai si deve arrivare alla mancanza di rispetto sia tra i partecipanti di un programma sia verso il pubblico”.
“Insomma, mi sembra che quello che con snobismo viene chiamato ‘trash televisivo’ si riferisca unicamente a singoli momenti infelici, tv fatta bene o fatta male – conclude l’editore -Ma se, come è giusto, si lascia libertà a chi ha il compito di creare contenuti sempre caldi e sempre vivi, può capitare di andare oltre. E noi dobbiamo fare tutto il possibile per evitare eccessi. Eccessi che fortunatamente rappresentano una quota minima rispetto a una televisione di grande qualità e ricchezza come quella che va in onda 24 ore al giorno su decine e decine di canali italiani, pubblici e privati. Per chiudere, la tv popolare anche quando è leggera e divertente piace al pubblico, piace a me e svolge anche un importante ruolo sociale. Sono contento di poterlo ribadire in una pubblicazione di alto livello come ‘Il Libro dei Fatti 2023’”.
Pubblicato il
10 Ottobre 2023, 12:43