20 Novembre 2023, 11:26
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L’omicidio di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ha lasciato tutti attoniti. Dalle pagine del quotidiano “Il Messaggero” arriva l’analisi di Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, esperto di tematiche giovani. “Non conoscendo quel ragazzo, non mi avventuro in nessuna diagnosi – premette il professore – Non posso dire niente del caso specifico, spero solo che non si cominci con la solita storia di periti e controperiti, sarebbe insopportabile per chi ha voluto bene a quella povera ragazza. In questo contesto la parola innamorato proprio non la userei. Il solo pensare che una ragazza sia come una motocicletta, una proprietà, non c’entra niente con l’innamoramento. È una concezione medievale”.
Paolo Crepet sottolinea come la violenza contro le donne sia un fenomeno allarmante che riguarda tutte le regioni indistintamente. “E’ successo in Veneto, in una delle zone più produttive e ricche del paese, in quella che è stata definita la locomotiva d’Italia. Non è successo in una periferia del Meridione catalogata con il solito bla-bla – fa notare – È la prova provata che la violenza e il pregiudizio nei confronti della donna non hanno nulla a che vedere con quello che dicono i soliti quattro sociologhi. Qui siamo nel cuore del Nordest. Ci sono le villette, i giardini ben curati, un mondo che pensavamo essere privilegiato. E felice. Invece no. Abbiamo i soldi, ma non la felicità. Ci sono giovani che non sanno distinguere i sentimenti: come si può parlare di amore quando fai quaranta telefonate a una ragazza?”.
Il noto psichiatra e sociologo passa in rassegna gli errori dei genitori: “Sbagliano a giustificare sempre e comunque i figli. I ragazzi vanno male a scuola? Poverini. Prendono un’insufficienza? Colpa dei professori. Vengono bocciati? Ricorso al Tar. Abbiamo creato dei ragazzi che non conoscono la frustrazione, che non sanno che esistono anche i no. È da trent’anni che lo dico. Così come ho detto che la scuola è il luogo dei ragazzi e dei loro insegnanti e che i genitori neanche dovrebbero entrarci. Già questa sarebbe una rivoluzione”. Sotto accusa ci sono anche i social. “Ho coordinato una ricerca sul rapporto tra social e generazione Zeta, è emerso che quello che i giovani temono di più è il ‘ghosting’ – spiega il professor Crepet – Chatti con il Lorenzo di turno e a un certo punto Lorenzo sparisce. Non lo reggono. Capitava anche alle generazioni precedenti quando non c’erano i social, ma non erano drammi”.
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Lo psichiatra consiglia ai genitori di “smetterla di tutelare i loro figli”. “Sa che cosa rispondo a quei padri e a quelle madri che mi chiedono un consiglio? Di fare l’esatto contrario di quello che stanno facendo”, svela. Sul perché i genitori abbiano tutta questa ansia di tutelare i propri figli, Paolo Crepet ha le idee chiare: “Perché hanno sensi di colpa. Su tutto. Pensano di non avere difeso abbastanza le loro creature. E invece dovrebbero dire: arrangiatevi”. L’avvocato di Filippo Turetta ha dichiarato ai media di non credere ad un gesto premeditato. “Non faccio il mago, ma credo che non sia nato tutto quella sera, i raptus sono solo nei fumetti. Non si diventa lupo in una notte”, sentenzia il noto psichiatra e sociologo.
Cosa fare quando si colgono dei segnali? “Bisogna farsi aiutare – suggerisce Paolo Crepet – Il che non significa andare dallo psicanalista. Basta un’amica, ma serve tempo. E non ci si aiuta in chat, ci si aiuta andando a fare una passeggiata, stando assieme, parlando. Vale anche per l’ultimo appuntamento: non si va mai da sole, si va con qualcun altro, ma questo comporta essere complici. La complicità nelle relazioni – gli amici, i familiari, l’allenatore, l’insegnante – è la salvezza”.
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20 Novembre 2023, 11:26