Raiz, nome d’arte di Gennaro Della Volpe, rompe il silenzio sui social dopo la morte prematura dell’adorata moglie Daniela Shualy. Il noto cantautore napoletano, leader degli Almamegretta, ha ricordato la consorte citando un passo dal Libro dei Proverbi della Bibbia: “Una donna di valore, chi la troverà? Il suo valore è superiore a quello delle perle (Proverbi, 31:10)”. “Questi sono i versi che mi hanno suggerito l’inizio di ‘Fa ammore cu’mme’ (‘perla chiù d’’e perle) – ha spiegato – Quella donna io ho avuto la fortuna di trovarla, sebbene nella tragedia ringrazio il Cielo per aver avuto l’onore di condividere con lei tredici anni di vita. Una lunga giornata di sole senza una nuvola. Mi lascia una figlia, che cercherò di crescere alla luce del suo esempio. Grazie Daniela, grazie vita mia. Grazie a tutti voi che siete venuti ieri a salutarla, il vostro amore ha sicuramente passato le sette volte celesti per arrivare fino a lei”.
La battaglia di Daniela Shualy contro il tumore
La moglie di Raiz si è spenta dopo una lunga malattia. Il leader degli Almamegretta, noto al pubblico televisivo per la serie tv “Mare Fuori” dove ha vestito i panni di Don Salvatore Ricci, parlò della lotta della sua Daniela contro un tumore in un’intervista rilasciata a “The Wom” nel 2002. Raiz svelò di aver dedicato la canzone “Make it work” proprio a lei: “E’ da incoraggiamento per mia moglie e per tutte le persone che stanno affrontando la sua stessa situazione, il brutto male… Nessuno ha il coraggio di chiamare il cancro con il suo nome: brutto male, come se poi esistesse un bel male. Come il diabete o il raffreddore, è giusto chiamarlo con il suo nome per sapere bene con chi si ha a che fare. È la prima cosa che insegnano ai malati di cancro appena prendono coscienza della malattia”. “Nella canzone affronto il tema del cancro in maniera molto ottimista, per esorcizzarlo – aggiunse – quello che è rotto, aggiustalo. Il cancro che cos’è? È una cosa che non è un virus e non è un batterio… è una cosa che tu generi. Forse un giorno scopriremo che la genesi del cancro ha molto a che vedere con la psiche”.
La conversione all’ebraismo
Raiz si è convertito all’ebraismo dopo aver conosciuto Daniela Shualy, anche lei di origini ebraiche. Tra loro scattò un vero e proprio colpo di fulmine. “Alcuni miei avi sono di origini ebraiche – raccontò in passato il cantautore 56enne – Non ho avuto bisogno però di fare lunghe ricerche, perché in famiglia se ne è sempre parlato. La contaminazione con la musica reggae, con il misticismo giamaicano, per i quali ho sempre avuto una certa attrazione, ha fatto il resto”. I nonni di Daniela Shualy erano ebrei di origini ungheresi. Dopo la seconda guerra mondiale e dopo essere scampati ai campi di concentramento nazisti, tornarono a Tel Aviv, in Israele, dove costruirono una cosa vista mare che Raiz e la moglie erano soliti frequentare.
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La canzone “Rosa” dedicata alla piccola Lea
Sei anni fa, dalla loro unione, è nata Lea. Alla bimba Gennaro Della Volpe ha dedicato il brano “Rosa” che fa parte della colonna sonora di “Mare Fuori 4”. “Ho sempre pensato a mia figlia come se fosse un fiore – confidò in un’intervista al “Corriere del Mezzogiorno” – Quando nella seconda stagione al mio personaggio è stata attribuita una figlia, per di più di nome Rosa, è scattato uno strano meccanismo di auto-identificazione che si esprime al suo massimo in questa canzone. Salvatore Ricci racconta di un sogno che ha fatto: un impossibile domani di riscatto, redenzione e amore paterno ma la sua voce è la mia che canta per mia figlia”.
