Televisione

Michele Misseri: “Ho nascosto Sarah in un pozzo, poi l’ho sognata che mi diceva ‘zio ho freddo'”

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13 Febbraio 2024, 10:10

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Michele Misseri ha lasciato il carcere di Lecce domenica 11 febbraio, dopo aver scontato quasi otto anni per la soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi in un pozzo nelle campagne di Avetrana in provincia di Taranto ma anche per inquinamento delle prove.  Per l’omicidio di Sarah Scazzi, strangolata il 26 agosto del 2010 nella casa di Michele Misseri, sono state condannate all’ergastolo sua moglie Cosima Serrano e sua figlia Sabrina. L’uomo però continua ad autoaccusarsi del delitto. Michele Misseri ha rilasciato un’intervista all’inviato della trasmissione di Salvo Sottile “Farwest”, in onda il lunedì sera su Rai3.

Cosima Serrano (Foto da video)

“Sarah è scesa in garage, mi è salito un caldo al cervello, l’ho stretta forte”

Nel corso della trasmissione, il 69enne ha ricostruito passo passo il giorno del delitto: “Quel giorno non stavo bene. Avevo dolore alla testa. Sul letto dormivano Sabrina e Cosima. Cosima aveva detto a Sarah di non suonare al citofono. Sarah è scesa in garage, a me stava dando fastidio, io l’ho presa di spalle, l’ho sollevata e lei mi ha dato un calcio all’indietro e mi ha preso nelle parti deboli, mi è salito un caldo al cervello, l’ho stretta forte”.

Poi ha aggiunto: “Avevo una corda nel parafango del trattore e l’ho preso. Non ricordo niente, non ho capito come ho messo la corda e quanto l’ho stretta, poi ho sentito squillare il cellulare, era Sabrina che la chiamava per sapere dov’era Sarah. Lì ho capito che era morta”.
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Sabrina Misseri e Sarah Scazzi

“L’ho portata sotto l’albero di fico dove mio padre ci legava e dove sono stato violentato da bambino”

“Perché porti il corpo di Sarah proprio in contrada Mosca? chiede l’inviato. “L’ho portata in campagna, l’ho spogliata perché i vestiti li dovevo bruciare e l’ho messa sotto l’albero di fico – ha raccontato – Quando facevamo i cattivi da piccoli mio padre ci legava sotto quell’albero, e poi sotto quell’albero io sono stato violentato da un amico di mio padre ma mi dovevo stare zitto se no era peggio”. “Poi l’ho calata dentro un pozzo con la corda – ha continuato -. La notte stessa ho sognato Sarah che mi diceva: ‘Zio ho freddo’. E mi sono venuti i brividi”. “Io non sono un uomo libero, lo ero più in carcere che fuori – ha dichiarato Michele Misseri – L’unico colpevole sono io”.

Michele Misseri ha confessato all’inviato di “Farwest” di aver pensato anche al suicidio: “Due giorni prima che mi interrogassero a Taranto, ho preso una bottiglia di veleno e sono andato in campagna da me, per togliermi la vita. Mentre stavo per bere ho visto una cosa davanti agli occhi che dice ‘se tu ti ammazzi Sarah non sarà mai ritrovata’. Se mi fossi ammazzato, Sarah avrebbe avuto giustizia. Mia moglie non sarebbe mai stata in carcere. Ho sbagliato anche su questo”.

Michele Misseri (Foto da video)

“Mi hanno fatto il lavaggio del cervello, mi hanno ricattato, mi hanno suggerito tutto”

Michele Misseri ha ricostruito con l’inviato anche il giorno del primo interrogatorio, quello del 15 ottobre 2010: “Alle tre di mattina un infermiere mi ha dato due pillole, poi alle 4 mi hanno portato ad Avetrana, non ero in me, avevo le gambe molli, mi addormentavo, non ero lucido. Mi ricordo che un carabiniere mi ha detto: ‘E se diciamo che Sabrina te l’ha portata e tu le hai messo la corda al collo?’. Mi ha detto: ‘Se dici così lei si fa solo due anni’. Mi hanno fatto il lavaggio del cervello, mi hanno detto di dire che stavano giocando ed è stato un incidente. Mi hanno ricattato. Mi hanno suggerito tutto”. “Io colpevole sto fuori, loro innocenti stanno in carcere”, ha aggiunto parlando della moglie e della figlia.

“Una volta Sarah mi è apparsa mentre lavoravo in Chiesa – ha svelato – L’ho vista come un angelo, era reale, non era un sogno. Ho pregato molto per lei, non solo in Chiesa, ma da tutte le parti. Chiedevo sempre all’appuntato: ‘Fammi andare a pulire la Chiesa per pregare per Sara, Cosima e Sabrina’. Io sono un uomo libero e spero di tornare in carcere, ma devono uscire quelle poverette innocenti che stanno in carcere”.

Concetta Serrano, la mamma di Sarah Scazzi (Foto da video)

“In questi anni ho scritto più di 500 lettere a Cosima e Sabrina ma non mi hanno mai risposto”

Michele Misseri continua a dichiararsi colpevole e a gridare l’innocenza di moglie e figlia. “Cosima e Sabrina volevano bene a Sarah non le avrebbero mai fatto del male – ha ribadito – In questi anni ho scritto più di 500 lettere a Cosima e Sabrina ma non mi hanno mai risposto. Non riesco a sopportare il peso di sopravvivere con questa colpa, se non riuscirò a sopravvivere la farò finita”. “Ho detto a Concetta (la mamma di Sarah Scazzi, ndr) in una lettera: ‘Vai da tua sorella e tua nipote, guardale negli occhi e capirai la verità, che il colpevole sono io non loro’. Voglio morire con l’anima in pace”, ha concluso Michele Misseri.

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13 Febbraio 2024, 10:10

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