Marco Baldini: “Vivo braccato per i debiti, la mia vita è un inferno”

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15 Novembre 2014, 10:48

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Dopo l’addio a “Fuori Programma”, Marco Baldini rilascia un’intervista a cuore aperto a “Il Corriere della Sera“. Parla dei debiti accumulati a causa del vizio del gioco, dei creditori che non gli danno tregua e del timore di mettere in pericolo le persone a lui vicine. “Non sono banditi, sono persone esasperate che rivogliono i loro soldi. Ricevo 150 telefonate al giorno, mi citofonano, mi stanno addosso. Non posso più lavorare….(…) Finora hanno minacciato di venire da Fiorello, ma verranno ovunque”, rivela.

La scelta di lasciare la trasmissione radiofonica è legata ad una quotidianità diventata insostenibile. Il conduttore, che assicura di non essere più schiavo del vizio del gioco dal 2008, non si trova adesso nelle condizioni di saldare i debiti, dorme nella stanza di un amico e lavora due ore al giorno. Ma non basta. “Nel 2011 ho perso il lavoro. Per due anni sono stato fermo perché Fiorello era fermo. E lì i debiti sono aumentati perché non avevo entrate. Ora non riesco più a far fronte a tutto”, dice.

Lo stesso Fiorello gli ha prospettato quale unica via d’uscita quella di trovare un lavoro continuativo. Ma nessuno sembra disposto ad investire su Baldini. “Nessuno ha nè voglia, nè coraggio. E non lo biasimo. Chi vorrebbe darmi una mano non ha i soldi, chi ha i soldi non mi dà una mano”, confida. “La mia vita è un inferno – dice sfinito – Quando mi sveglio alle sei cominciano le telefonate, le urla. E so che sarà così fino alla notte. Prima o poi dovrò smettere di lavorare completamente anche perché non ce la faccio più con la testa. Ho 55 anni, il mio fisico non regge. Mi verrà un infarto“.

A sostenerlo è rimasto solo qualche amico e l’ex moglie da cui si è separato “per non rovinarle la vita”. “Tanti amici mi hanno voltato le spalle. Tanti che in tempi belli, mangiavano e bevevano con me“, confessa. Il più grande rimpianto di Baldini è legato ad un episodio avvenuto nell’aprile del 2011: “Avevo 40 milioni (di lire) di debito. Valerio, un amico di Cecchetto, me li ha prestati. Metà li ho usati per i debiti, metà li ho giocati. Da lì è nata tutta la tragedia. Quella è la pallina di neve che è diventata valanga. L’errore più grande della mia vita“.

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15 Novembre 2014, 10:48

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