Dario Argento è il re dell’horror e proprio per questo non dovrebbe avere paura di nulla. Al contrario, in passato, […]
Dario Argento è il re dell’horror e proprio per questo non dovrebbe avere paura di nulla. Al contrario, in passato, gli è capitato di provare terrore per qualcosa. A raccontarlo è stato lui stesso nel salotto di “Vieni da me”.
“Ho avuto paura degli stalker – ha svelato a Caterina Balivo – Ho avuto uomini e donne che mi hanno stalkerizzato in vari momenti della mia vita, in America e in Italia. Mi hanno veramente terrorizzato. Alcuni li ho anche denunciati. Avevo paura di essere ucciso. È brutto vivere con questa paura perché non ti va più di uscire, ti rinchiudi in te stesso, aspetti il momento che questa persona si stufi di perseguitarti. Poi quando si stufano spariscono e non li vedi più. A volte avrei preferito non essere Dario Argento e provocare queste emozioni così forti nella gente, che finiva per perdere la testa”.
La conduttrice ha mandato in onda due videomessaggi da parte delle figlie Fiore e Asia. “Ciao papà, so che sei da Caterina. Sei il papà migliore del mondo, sono veramente fortunata ad avere avuto te come padre. Sei sempre stato comprensivo, non mi hai mai giudicata, mi hai sempre aiutato. Ti auguro il meglio per questo nuovo anno. È stato un anno difficile per te e anche per me. Ti voglio bene. Ti stimano in tutto il mondo come regista ma nessuno ti ama come me”, ha detto Asia.
“Quest’anno è stato pesante per me e Asia – ha raccontato il regista – Io sono caduto e mi sono rotto il braccio e una vertebra e ne ho passate di tutti i colori. Lei per le note vicende, per le denunce, fidanzamenti un po’ sbagliati… Ma d’altra parte quando uno ama, non può stare a sentire il genitore che dice che sta facendo una stupidaggine. Quando stava con Corona io intervenivo, ma blandamente. Poi si sono lasciati subito, è durata niente. Molto rumore per nulla. Asia ha un carattere ribelle e volitivo, per questo succede sempre così con gli uomini. Ha sbagliato già tanto, spero che ora starà più attenta”.
