L'ex naufrago de "L'Isola dei Famosi" fa coming out: "Amo Alessio da due anni" - Perizona Magazine

L’ex naufrago de “L’Isola dei Famosi” fa coming out: “Amo Alessio da due anni”

Daniela Vitello

L’ex naufrago de “L’Isola dei Famosi” fa coming out: “Amo Alessio da due anni”

| 09/06/2017

Alla soglia dei 40 anni (li compirà il prossimo 23 giugno, ndr.), Pierluigi Diaco si mette a nudo come non mai in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”. Il giornalista e conduttore televisivo e radiofonico, che è anche autore del “Maurizio Costanzo Show”, parla della sua vita privata e fa coming out.

“Mi sveglio alle cinque. Alle sei, sono in radio – dichiara – Poi, in redazione, da Maurizio Costanzo. Alle sette di sera, già ceno. Alle nove, sono a letto, se no non reggo. Prima, passo due ore con Alessio, il mio compagno. È la prima volta che ne parlo, ma condividiamo la vita da due anni. Nel weekend, anche d’inverno, andiamo al mare in scooter. E tantissimo al cinema. Abbiamo un bassotto molto simpatico: Ugo. La mia è una vita bellissima”.

Venticinque anni di carriera alle spalle, Diaco svela come l’etichetta di enfant prodige lo abbia fatto soffrire portandolo a chiedere aiuto ad uno specialista.  “I primi anni di lavoro sono stati entusiasmanti. Poi, fra i 25 e i 35 è arrivata una stagione di interrogativi, più che di certezze – spiega – Le esperienze di lavoro non si sposavano con l’età anagrafica. Mi dicevo che ero felice, ma non lo ero. Però non potevo lamentarmene, ero un privilegiato. Eppure, sentivo che mi stavo perdendo qualcosa, non sapevo cosa. La risposta me la sono data con il tempo, imparando una morale di sottrazione invece che di addizione. Facevo troppo: la mattina Radio24, dopo scrivevo per il Foglio e conducevo una striscia quotidiana su SkyTg24. Mi sono reso conto che l’importante non è esserci, ma essere. Soffrivo perché non venivo giudicato sulla sostanza, ma su pregiudiziali ideologiche o anagrafiche. In passato, ho preso cocaina, come tanti ragazzi borghesi, seguendo un certo tipo di sceneggiatura. Non mi piaceva. Non mi faceva star bene. È stata un’esperienza circoscritta e occasionale”.

L’incontro con Alessio, il suo attuale compagno, è avvenuto ad una festa. “Ci siamo telefonati tutti i giorni e un mese dopo, rivedendoci, ci siamo riconosciuti”, racconta. Nel loro futuro potrebbero esserci un’unione civile e un figlio, ma senza sfidare le leggi: “Con una legislazione adeguata, lo adotterei, ma la dimensione genitoriale può essere vissuta in altri modi. Io, il mercoledì pomeriggio, faccio da zio al figlio di un amico. Lo prendo all’asilo, lo porto al parco. Mi piace quello che pensano i bambini, mi piacciono i loro capricci, i loro sogni. Aveva ragione Gaber quando cantava ‘non insegnate ai bambini la vostra morale'”.

Prima di conoscere il fidanzato, Diaco ha avuto una vita sentimentale piuttosto turbolenta: “Sono sempre stato attratto da persone che erano un misto di cultura e perversione intellettuale”. Come quella volta che s’innamorò di una coppia (un lui e una lei)  conosciuta a Stromboli. Per un periodo vissero tutti e tre sotto lo stesso tetto. Poi i due fidanzati sparirono. “Avevo idealizzato, come spesso mi capita. Anzi, mi capitava”, dice oggi.

Il giornalista non ama e non crede nelle definizioni. “La sessualità è un dettaglio della personalità, non una patente d’identità – dichiara – Non mi sono mai chiesto se ero etero, bisessuale o che altro. Ho sempre condiviso serenamente le mie storie con amici e familiari. Non sono stato sereno, semmai, dentro relazioni in cui la sessualità non si univa al sentimento. Poi, quando le due cose coincidono, è un momento: lo senti, è l’amore”.

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