Francesco Facchinetti, la moglie cade da cavallo e inveisce contro i medici: "Mi guardavano schifati"

Francesco Facchinetti, la moglie cade da cavallo e inveisce contro i medici: “Mi guardavano schifati”

Daniela Vitello

Francesco Facchinetti, la moglie cade da cavallo e inveisce contro i medici: “Mi guardavano schifati”

| 27/01/2022
Francesco Facchinetti, la moglie cade da cavallo e inveisce contro i medici: “Mi guardavano schifati”

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Wilma Faissol è entrata al pronto soccorso in codice rosso

  • Le zoccolate del cavallo l’hanno raggiunta alla testa e al viso
  • La donna sostiene di essere stata parcheggiata nonostante il trauma cranico
  • “Quei medici erano due sclerati, infelici con il proprio lavoro”

Paura per Wilma Helena Faissol. La moglie di Francesco Facchinetti è caduta da cavallo e le zoccolate dell’animale l’hanno raggiunta alla testa. Trasportata all’ospedale di Desio, ha fatto il suo ingresso al pronto soccorso in codice rosso. Lì secondo il suo racconto, sarebbe stata letteralmente “parcheggiata” e trattata in modo poco professionale dal personale medico.

Francesco Facchinetti: “Sei ore per fare una Tac”

“Aveva mal di testa e nausea, un sospetto trauma cranico, ma i medici ci hanno detto che prima di una tac ci sarebbero volute 6 ore – ha spiegato Francesco Facchinetti tra le Instagram Stories – A quel punto mi sono consultato con i miei medici di fiducia e, vista l’assurdità della situazione, ho deciso di riportarla a casa”.

Wilma Helena Faissol (Foto Instagram)

Wilma Faissol: “La dottoressa era odiosa e arrogante”

“Ero lì da più di due ore, nonostante il codice rosso: male, nausea, vertigini – ha raccontato Wilma Faissol – Mi dispiace che siamo in una situazione dove una persona arriva con un trauma cranico, vertigini, nausea, che sono segni non banali e non ci sia la possibilità di fare immediatamente una Tac o una lastra. Detto questo, personale arrogante! Vi racconto…arrivo e devi suonare un campanello per fare aprire la porta. C’era già gente prima di me che suonava e nessuno apriva. A un certo punto io ho suonato in continuazione, apre la porta un dottore e dice: ‘Prego!’ E io coperta di sangue: ‘Ho preso una botta in testa’. Mi fa accomodare e arriva una dottoressa….la persona più odiosa, arrogante, che io abbia mai visto in vita mia”.

Wilma Helena Faissol (Foto Instagram)

“Ingoiavo vomito da un’ora e mi hanno parcheggiato lì”

“Inizia a prendermi in giro – ha aggiunto – O lei è la persona più intelligente al mondo che con uno sguardo riesce a capire che non è nulla di che o la più stupida che pensa che il trauma cranico abbia una correlazione con la misura del taglio. Mi ha preso la testa e ha detto: ‘E’ un taglio minuscolo, non riesco a vedere nulla, ti devo rasare i capelli’. Io non capivo niente, ero rincogl**nita. Mi hanno fatto il tampone, mi hanno misurato la pressione e continuavano a prendermi in giro: ‘Sul mento ti metto il cerotto’. Sì ok, io volevo solo capire se era successo qualcosa, volevo fare una Tac. Stavo ingoiando vomito da un’ora. Niente, mi ha parcheggiato lì. Mi dispiace perché erano due sclerati, infelici con il proprio lavoro. Dobbiamo pagare di più i medici”.

Wilma Helena Faissol (Foto Instagram)

Dopo essere tornata a casa, è andata in un altro ospedale

Wilma è andata a casa con l’intenzione di fare la Tac privatamente: “Grazie a Dio, posso permettermelo. Le tasse le pago comunque. Incrociamo le dita, che non sarà nulla. Il problema è che tutti quelli che arrivano con un trauma cranico dovrebbero poter fare un esame d’immagine il prima possibile. Francesco sta raccontando la storia in radio denunciando l’ospedale di Desio”. Dal momento che continuava a non stare bene, Francesco Facchinetti l’ha portata all’ospedale di Cantù da dove è stata dimessa con un trauma cranico non commotivo con policontusioni.

Wilma Helena Faissol (Foto Instagram)

“La vostra fortuna è che la mia prognosi è un miracolo”

Wilma si è così rivolta ai due medici dell’ospedale di Desio: “Vi è andata molto di cu*o. La vostra fortuna è che la mia prognosi è un miracolo, altrimenti vi avrei inseguito fino all’ultimo cerchio dell’inferno. Il punto non è l’attesa. L’attesa ci sta. Siete non solo poco professionisti nel trattare i pazienti ma anche ignoranti. Mi guardavano tipo schifati, sangue negli occhi. Ma poi paghiamo le tasse per questo? Negligenza, mobbing, violenza psicologica”.

“Il cavallo è caduto, io sono scivolata e mi ha travolto”

Quindi ha raccontato l’incidente di cui è rimasta vittima: “Eravamo in campagna al galoppo. C’era una piccola discesa, il cavallo di 600 kg ha inciampato e sono scivolata. Sono caduta sotto di lui e lui mi ha investito. Mi sono sentita come se fossi in un frullatore. Il mio casco si è sganciato. Le zoccolate mi hanno preso in pieno la testa, il mento, il corpo”.

Pubblicato il 27/01/2022 19:32

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