28 Settembre 2021, 16:08
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Sabato scorso, ospite di “Verissimo”, Claudio Amendola ha accennato ad una misteriosa e dolorosa malattia che ha colpito la moglie Francesca Neri da cui nel 1999 ha avuto un figlio, Rocco. L’attrice, da tempo lontana dalle scene, ne parla per la prima nella sua autobiografia dal titolo “Come carne viva” in cui ripercorre anche il difficile rapporto con la madre.
In un’intervista al “Corriere della Sera”, Francesca Neri fa per la prima volta il nome della malattia cronica che, come svelato dal marito, le provoca “un dolore fisico enorme”. Si tratta della cistite interstiziale. “È durata tre anni la fase acuta – confida – non ne sono fuori, non si guarisce: impari a gestirla e a non provocarla in modo che non sia invalidante. I primi due anni, io che non credo ai social, sono stata in una chat di donne che soffrono questa patologia. Un po’ come gli alcolisti anonimi? Sì, esatto”.
“Volevo essere lasciata sola – ricorda – Dovevo proteggere Claudio e Rocco, mio figlio, altrimenti non ce l’avrei fatta nemmeno io, che sono il capofamiglia che si occupa di tutto. Di fatto sono stata via per tre anni, però c’ero, ero lì in casa con loro, ed è la cosa più terribile. Ho accarezzato l’idea del suicidio. Ho passato mesi a giocare a burraco online di notte. Il mio lockdown è durato tre anni. E quando è arrivato per tutti, con la pandemia, sono stata meglio perché condividevo la situazione degli altri”.
Il supporto di Claudio Amendola è stato fondamentale. “Stiamo insieme da venticinque anni, se non avessi avuto questa complicità e quest’affetto non ce l’avrei fatta – spiega – Rocco era intorno ai diciotto anni, faceva affidamento sul padre ed è stato il mio grande cruccio. Il dolore più grande è stato per mio figlio, il libro l’ho scritto per lui”.
“Claudio non pensava che riuscissi a essere così sincera – rivela – Dice che è al limite della pornografia, gli uomini che l’hanno letto hanno avuto difficoltà, si sono dovuti fermare, tocco cose difficili da affrontare. Un’altra figura positiva è Kadija, che ci supporta in casa. Senza avere gli strumenti mi ha sostenuta con un affetto smisurato, una dedizione e un approccio diverso da chi mi voleva bene e finiva per soffrire con me. Diceva che il corpo emana calore che è la vita e se non è incanalato nel modo giusto si creano infiammazioni; diceva che tutto quello che succede, succede per una ragione e non puoi non accettarlo, devi percorrerlo e cavalcarlo”.
L’attrice ha fatto il giro degli specialisti: “Urologia, Agopuntura, ayurveda, nutropuntura, ozonoterapia. Fino al luminare che mi proponeva un massaggio intravaginale. Ma che mi faccio penetrare da uno sconosciuto?”. “Il sesso? Non ci pensi, ma quando ci pensi è il segno che sei viva – aggiunge – Si inventa un nuovo modo di avere intimità col tuo compagno, ti devi arrangiare”.
“Ho trovato un equilibrio, devo imparare a difenderlo – racconta – Ho cominciato a privarmi di cose che potevano scatenare una reazione. L’aria condizionata, il caldo, certi cibi. La vescica è una parete e se viene lesionata si creano ferite interiori. Le conosco bene, le ho anche nell’anima”.
La moglie di Claudio Amendola ammette di essere stata una traditrice seriale in passato: “Quando le emozioni oltrepassavano il livello di guardia, o scappavo o tradivo. Una tattica difensiva. Sono un’inquieta e gli inquieti scappano. Tradivo perché amavo troppo. Non avendo mai avuto il gioco del sesso scollegato dall’amore, era un modo di ferire l’altro e anche me. Ora ho paura di invecchiare, non di morire. L’anima non guarisce mai del tutto, ma dove sta? Resta sempre una lacrima (…) Non sono debole, sono fragile, incapace di farmi scivolare le cose, penso troppo, aborro la mediazione. Ma so amare, condividere. Chi non mi conosce dice che sono stravagante, altezzosa, depressa. Io diffido di chi non è stato almeno una volta depresso”.
Il libro di Francesca Neri, si scopre, è “l’elaborazione di un lutto e di una epifania”. “Io sto cercando di capire chi sono diventata – conclude – Ho trovato me nella solitudine, che non era isolamento; nel silenzio, che non era mutismo. Questa sono io: se critichi il libro vuol dire che non ti piaccio. Ci ho messo la faccia. Il mio ozonoterapista mi ha detto: sei come Sacchi, l’allenatore che nel pieno della carriera scelse di ritirarsi: era troppo coinvolto. Oggi sono libera dalla necessità di compiacere tutti. Sono più pacificata. Non vedo l’ora di andare nelle librerie a parlarne”.
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28 Settembre 2021, 16:08