Drusilla Foer torna in televisione. Dal 12 dicembre infatti ricomincia su Rai 2 la sua rubrica “L’Almanacco del giorno dopo” una riproposizione dello storico programma televisivo andato in onda su Rai1 dal 1976 al 1994. Il personaggio di Drusilla Foer (al secolo Gianluca Gori), amatissimo dal pubblico televisivo, si racconta in un’intervista al “Corriere della Sera” svelando particolari inediti della sua vita privata e professionale.
“Cosa penso di Amadeus? E’ un genio”
Drusilla Foer ha conosciuto una grande popolarità dopo la sua partecipazione come co-conduttrice al “Festival di Sanremo” di quest’anno. Tutti la cercano per ospitarla nei programmi televisivi, anche per il suo stile dissacrante che non risparmia nessuno, ma quando le chiedono il suo giudizio su Amadeus dice: “Tutti guardano al suo essere mite e buono come se il suo talento si fermasse lì. No, lui è preparatissimo, informato su tutto, conosce tutta la musica possibile. Un genio”. “Ho esordito da vecchia – dichiara – ma questo mi da il privilegio di poter dire ‘chissenefrega’ se un concerto o una comparsata a Sanremo vanno male. È questo il regalo che ti fa la vecchiaia: male che vada il giorno dopo smetti di mettere le ciglia finte”.
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“Potrei diventare amica di Chiara Ferragni”
Tra i suoi più cari amici c’è Ornella Vanoni: “Una sera mi telefonò – rivela -. Il giorno dopo doveva cantare una canzone di Dalla, Chissà se lo sai, una delle mie preferite. Me la volle cantare al telefono e mi chiese di fare il ritornello, per allenarsi”. Chi le piacerebbe avere come amica? “Se conoscessi bene Chiara Ferragni anche lei potrebbe diventare una grande amica. Adesso la vedo ancora su un piano di dinamismo senza una vera profondità”.
Il marito venuto a mancare qualche anno fa
Drusilla Foer è vedova, è stata sposata con Hervé Foer Dufur, venuto a mancare qualche anno fa: “È tutto quello che avrei voluto avere” dice di lui. La sua fantasia erotica? “Enrico Mentana. Mi piace perché è simpatico, sa farmi ridere, ma mi piace anche Michele Santoro, è uno cocciuto, fargli cambiare idea deve essere un’impresa”.
