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Denise Pipitone, Tony Di Piazza offre 50mila dollari a chi fornirà notizie sulla sua scomparsa

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05 Maggio 2021, 15:43

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L’ex vicepresidente del Palermo: “Seguo il caso dall’inizio”

  • Adesso si spera che si sa qualcosa parli
  • Piera Maggio: “Persona sensibile, grazie di cuore”
  • L’avvocato Frazzitta esclude una riapertura delle indagini

L’imprenditore italo-americano Tony Di Piazza, ex vicepresidente del Palermo Calcio, offre una ricompensa a chi fornirà notizie utili su Denise Pipitone, la bambina scomparsa l’1 settembre 2004 a Mazara del Vallo, in Sicilia, e mai più ritrovata.

Tony Di Piazza: “Seguo il caso di Denise dall’inizio”

“Un tifoso del Palermo mi aveva contattato l’altro giorno per chiedermi di mettere l’annuncio su Denise – spiega Di Piazza a “Pomeriggio Cinque” – È un caso che seguo dall’inizio. L’idea è quella di avere informazioni dalle persone per mettere una fine a questa storia, magari con il compenso, dopo tanti anni, e un po’ di coscienza, i soldi potrebbero anche aiutare. Speriamo che funzioni”.

Piera Maggio: “Persona sensibile, lo ringraziamo di cuore”

Piera Maggio, mamma di Denise, commenta così il gesto di generosità dell’imprenditore a “Mattino Cinque”: “Cosa ne penso? Sicuramente è una persona molto sensibile. Questa situazione l’avrà toccato talmente tanto da rendersi così disponibile. Anche all’inizio, quando è scomparsa Denise, ci sono stati dei benefattori che hanno messo a disposizione delle somme per far sì che qualcuno parlasse e dicesse la verità. Non chiamiamola taglia ma ricompensa. Adesso quest’altro imprenditore gentilmente ha fatto questo passo e noi lo ringraziamo veramente di cuore perché è un gesto molto sensibile. Magari chi ha avuto qualche tentennamento, con questa ricompensa, può fornire maggiori dettagli”.

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L’avvocato Frazzitta: “Escludo riapertura delle indagini”

Nel frattempo, sempre a “Mattino Cinque”, Giacomo Frazzitta, avvocato di Piera Maggio, esclude categoricamente la riapertura delle indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone.

“Escludo che ci sia al momento una riapertura delle indagini – dichiara – Sicuramente c’è molta attenzione ma, continuo a ripetere, fin a quando non si riaprono le menti, abbiamo poco da fare. Se ci sono stati degli errori, penso che qualcuno dovrà pagare anche in via disciplinare perché ormai si tratta di fatti e storie che sono talmente lontani nel tempo…Sono passati 17 anni, eh!”.

“Per aprire un nuovo processo servono prove, non indizi”

“Se sono state sentite altre persone? Io non so – aggiunge – E’ giusto che non si faccia un altro errore processuale perché farebbe male alla storia. Sarebbe una nuova illusione per i genitori, uno spreco di forze inaudito perché una volta entrati in un dibattimento dobbiamo mettercela tutta per raggiungere l’obiettivo. Sarebbe di nuovo uno sforzo notevole e io preferisco che si faccia un lavoro meno indiziario e più probatorio prima di arrivare ad un processo”.

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05 Maggio 2021, 15:43

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