Dopo un ricovero di 12 giorni nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano, per Fabrizio Corona si sono aperte le porte del carcere. Ieri, in tarda serata, l’ex re dei paparazzi è stato trasportato nel penitenziario di Monza dove dovrà scontare la pena residua dopo la revoca della detenzione domiciliare per aver violato le prescrizioni.
Durante il ricovero in Psichiatria, Corona ha continuato a compiere gesti di autolesionismo e ha iniziato lo sciopero della fame chiedendo insistentemente di parlare con il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano. In una missiva indirizzata a Massimo Giletti letta domenica scorsa a “Non è l’Arena”, l’ex fotografo dei vip si dice pronto a morire per i suoi diritti (LEGGI QUI).
L’avvocato: “In 35 anni di carriera mai vista una cosa simile”
Durissima la reazione dell’avvocato Ivano Chiesa alla notizia del trasferimento in carcere del suo assistito. “Ieri sera, intorno alle ore 23, Fabrizio Corona è stato trasportato dall’ospedale in cui si trovava al carcere di Monza – ha ricostruito in un video condiviso sul profilo Instagram dell’ex re dei paparazzi – Io sono stato là, l’ho visto e gli ho parlato. In 35 anni di carriera è la prima volta che mi capita di assistere a un trasferimento da un ospedale a un carcere di un detenuto in notturna. Quando uno difende Fabrizio, deve imparare ad aspettarsi di tutto evidentemente. Perché l’hanno fatto non lo so, forse perché avevano paura dell’impatto mediatico e quindi l’hanno fatto con il buio”.
“Hanno preso un uomo che si reggeva in piedi a stento”
“Io so soltanto che hanno preso un uomo che si reggeva a stento in piedi perché io l’ho visto – ha aggiunto – Sono 12 giorni che non mangia e quindi, come capirete, si reggeva a stento in piedi. E’ in condizioni psico-fisiche molto precarie. L’hanno preso e lo hanno portato in carcere. Sono senza parole, sono veramente sconcertato. Non riconosco più il Paese in cui vivo. La mancanza di umanità e di comprensione mi sconcerta”.
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