“Sono una donna di potere e penso sia giunto il momento di fare la differenza”. Così Chiara Ferragni in un’intervista rilasciata a 27ora del “Corriere della Sera”. L’imprenditrice digitale spiega il suo impegno a favore di “Forti insieme”, iniziativa lanciata con Pantene a sostegno dell’imprenditorialità femminile. Nello spot, oltre alla moglie di Fedez, compaiono sette donne imprenditrici di età e settori diversi: Sara Cancemi, Carolina Cerutti, Anna Bosoni, Gaia Bernasconi, Carola Diella, Elisabetta Pellegrino e Marinelys Marte.

“E’ importante usare la propria influenza per prendere posizione”
“A me piace vedere donne forti – confessa la regina delle influencer – perché penso che possano essere di ispirazione per le altre, anche quelle che hanno meno fiducia in se stesse. Siamo arrivati a un momento di svolta per quanto riguarda la parità di genere anche se il percorso da fare è ancora lungo. È vero, il Covid ci ha fatto fare dei passi indietro, ma è il momento giusto per fare dei cambiamenti. Alcune cause, come questa, possono diventare più visibili grazie alla viralità. Usare la propria influenza per promuovere un prodotto o collaborare con un brand è molto bello, ma penso che sia importante farlo anche per condividere dei valori e prendere posizione: è il momento della responsabilità sociale, di essere un po’ meno super partes e di battersi per le cause in cui si crede”.

“Posso essere un esempio positivo”
“Io posso essere un esempio positivo – aggiunge – anche in cose piccole, come rispondere a quelli che sotto a una mia foto in bikini scrivono commenti maschilisti come: ‘Da mamma e da imprenditrice non dovresti mostrarti così’. A un imprenditore che pubblica una foto in costume non scriverebbero mai la stessa cosa e credo sia giusto farlo notare”.

“Non rinuncio né ad essere donna né al mio essere leader”
Infine, Chiara Ferragni spiega il significato di “boss baby”, termine con cui si autodefinisce: “Per me è importante sentirmi allo stesso tempo ‘boss’ e ‘baby’. Non rinuncio a nulla, né nel mio essere donna, né nel mio essere leader. Il fatto è che c’è ancora molta paura della leadership femminile. E ancora oggi resiste un’idea molto ‘stiff’ (‘rigida’ e ‘seriosa’, ndr.) di come si debba essere leader. Invece secondo me ci si può anche prendere meno sul serio: si può essere una vera boss lo stesso”.