Il momento tanto “temuto” da Amadeus è arrivato. Checco Zalone si materializza sul palco del teatro Ariston e, fingendo di essere commosso per la sua prima volta al “Festival di Sanremo”, “massacra” il conduttore e come consueto sbeffeggia l’italiano medio bigotto, omofobo e pieno di pregiudizi.

“Visto che piangono tutti qui… Mi sento un Maneskin – ironizza – E’ veramente commovente, questo palco ti strega. Io faccio lo stupido, però sono un ragazzo di provincia che viene da un piccolo paesino che si chiama Capurso. Probabilmente nella vita ho avuto un piccolo talento, però mi chiedo ‘mi merito tutto questo?’ Poi vedo a te e dico ‘sì me lo merito’. E’ il minimo che mi poteva dare la vita. Grazie a nome degli italiani, fai sentire tutti geni. Devo dire che l’ho conosciuto in questi tre giorni ed è un Amadeus diverso. Pensavo fosse incapace e invece c’ha ritmo…anche la scelta delle canzoni, la puntata di ieri bellissima, l’idea di Ornella Muti doppiata dalla De Filippi. Ma anche le altre conduttrici che ti ha imposto Giovanna”. “Giovanna non ha imposto nessuna conduttrice, sono tutte grandi donne di cinema, di teatro”, precisa Amadeus. “Manca quella scema però – fa notare il comico pugliese – L’italiano c’è rimasto male. Una scema la dovevi mettere”.

Zalone accende i riflettori sul “femminismo” di Amadeus tirando fuori dal cassetto le accuse di sessismo piovute sul capo del conduttore al suo primo Sanremo: “Stai un passo indietro. Sono convinto che un giorno Amadeus capirà che la donna può stare un passo in avanti. Lì dirà ‘che mi perdevo’. E’ proprio un uomo di un’altra epoca, non possiamo condannare questo suo maschilismo endemico”.

“Però i tempi stanno cambiando, stiamo superando alcuni pregiudizi – rileva – Certo, i pregiudizi non possono essere scrostati via dalle nostre coscienze con un detersivo. Però possiamo rivolgerci a un’altra generazione insegnandogli che esiste l’amore non fatto di uomo e donna, Amadeus o altri feticismi ma un amore universale. Lo possiamo fare attraverso le storie”.

Checco propone una favola LGBTQI ambientata in Calabria: “Le storie sono solitamente ambientate nei paesi nordici, invece in Italia abbiamo dei territori bellissimi e la Calabria è uno di questi, fatto di bella gente. Ok…abbiamo detto questo così adesso non si possono offendere ‘sti terroni”. Il protagonista, Oreste, parla con accento brasiliano e cerca il principe incontrato al ballo con l’aiuto di una fata-estetista. Il conduttore riesce a stento a trattenere le risate. Il comico lo bacchetta: “Amadeus, per piacere, stiamo facendo servizio pubblico”.

Il racconto continua con il re che striglia il principe: “C’ho un figlio pervertito. Ma veramente come sposa mi porti a questa cosa?”. “Scusa tanto re indignato ma mi sa che t’ho sgamato, sei un cliente affezionato”, svela Oreste smascherando la sua ipocrisia. Quindi gli spiega “l’evoluzione” intonando una canzone che non è altri che la parodia di “Almeno tu nell’universo”: “Di me si sa che io sono metà e metà, sì è vero, ma tu sei un co***one intero”.

Prima di congedarsi, Zalone mette le mani avanti: “Amadeus ha insistito tanto per fare ‘sta canzone, qualcuno di sarà offeso. Se ci sono denunce, querele, interrogazioni parlamentari, il foro di competenza non è il mio ma quello di Amadeus. Ciao, buon licenziamento”.